Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » SERIE TV » The Last of Us è nostalgia pura

The Last of Us è nostalgia pura

Per chi ha giocato al videogame, la prima puntata di The Last of Us è stata un piacevole tuffo nei ricordi, la nuova serie targata HBO si è presentata fin da subito con una dichiarazione d’intenti di quelle delle grandi occasioni, facendo intendere che l’MPV delle serie tv di qualità avrebbe cominciato il 2023 con il botto. E se il buon giorno si vede dal mattino, la strada che porta all’ennesimo successo sembra spianata.

The Last of Us: Finalmente giustizia per Pedro Pascal

the last of us
The Last of Us (640×427)

Pedro Pascal ha finalmente ciò che gli spetta: una serie tv da assoluto protagonista e con uno sconfinato potenziale espressivo. Il personaggio di Joel è stato presentato fin da subito come estremamente complesso e misterioso, la trama del videogioco si arricchisce nel momento in cui un dettaglio ci suggerisce che egli è un veterano di guerra, e che dunque ne ha già viste di tutti i colori nella sua vita. Pascal ha interpretato diversi ruoli in passato, dimostrando le sue potenzialità prima con il bizzarro e carismatico Oberyn della casa Martell in Game of Thrones e poi con il determinato e tormentato agente Peña in Narcos, nella caccia a Pablo Escobar e ai padrini di Cali. Quella che è appena cominciata, almeno viste le premesse, può essere la definitiva consacrazione di un grande attore che da anni regala grandi performance al panorama televisivo internazionale. Joel è l’incarnazione della sopravvivenza, costretto a rinunciare a tutto ciò che ha, e viste le premesse sarà molto interessante andare a scavare a ritroso nel suo passato. Il protagonista “si risveglia” nel 2023 e non è cambiato di una virgola a livello mentale, continua tutt’ora a sopravvivere e a cercare quotidianamente uno scopo, un motivo per cui valga la pena continuare a lottare.

La potenza del cinema

The Last of Us (640×360)

Per chi ha giocato al videogioco ideato da Neil Druckmann, la prima puntata di The Last of Us ha decisamente fatto riaffiorare delle vibes che sanno di déjà vu. In particolare, il point of view di Sarah, la figlia di Joel, nella scena in cui i due tentano di fuggire dalla città in auto insieme a Tommy, è straordinariamente simile alla medesima sequenza del videogame. La scena riesce a restituire le stesse sensazioni dell’originale, sfruttando il sentimento di panico e suspence per riportare i fan all’interno del videogioco. Una storia così ben scritta come quella di Druckmann è fatta apposta per una trasposizione cinematografica, ed era solo una questione di tempo prima che qualcuno (la solita HBO) lo capisse e decidesse di investire su questo progetto. Quindi ci immedesimiamo in Sarah, presa dal panico dopo aver visto con i propri occhi gli effetti del virus sull’anziana vicina, e intraprendiamo un viaggio verso l’ignoto. Joel e Tommy hanno la freddezza di due soldati e un pizzico di fortuna riesce a tenerli in vita anche dopo le spettacolari esplosioni aeree. Al di là del romanzamento dell’incipit, che è utile per presentare al meglio il protagonista e cominciare a delinearne i tratti caratteriali, dal momento in cui la famiglia sale sull’auto fino alla tragica morte di Sarah, tutto è praticamente identico al videogioco, e le due dimensioni, quella videoludica e quella cinematografica, vanno di pari passo in favore di uno spettacolo senza precedenti. Se già la scena della morte della ragazzina era stata un colpo al cuore nella sua prima versione, rivivere tali momenti riportati nella finzione scenica della serie è davvero sensazionale e provoca un turbinio di emozioni contrastanti: da una parte la soddisfazione di assistere ad una scena resa perfettamente, e dall’altra il dramma palpabile di un padre amorevole che perde la propria figlia, probabilmente l’unica cosa per cui vale ancora la pena vivere.

the last of us
The Last of Us (640×360)

Una storia forte come quella di The Last of Us non ha certo bisogno di ripetersi, almeno non nel minimo dettaglio. Il fatto che possiamo godere di una sua trasposizione televisiva deve essere visto come un plus, un modo per conoscere nuovi dettagli su una delle storie meglio costruite degli ultimi anni, e il fatto che Druckmann sia lo sceneggiatore anche in questa sede è un aspetto fondamentale. Non dobbiamo aspettarci la perfezione, anche perché non avrebbe alcun senso. The Last of Us è un’opportunità per rendere più ricca una storia vincente, per esplorare i molteplici scenari di una trama già folta e destinata, fin dalla sua ideazione, a sbarcare sugli schermi, per indiscusse potenzialità. Tutto funziona ordinatamente, gli effetti speciali non tradiscono, né delude il setting del campo di quarantena, in grado di proiettare lo spettatore in un mondo in cui il tempo si è fermato e si è ritornati ad un passato in cui baratto e contrabbando sono all’ordine del giorno, oltre che le impiccagioni per alto tradimento. Sarà interessante vedere come verranno sviluppate le sottotrame e, soprattutto, per gli aficionados del gioco, scoprire come saranno resi i luoghi che Joel e Ellie, interpretata da Bella Ramsey, visiteranno lungo il percorso che li porterà alla consegna della ragazzina, unica speranza concreta dell’umanità. Ciò che non dev’essere affatto semplice è mantenere sempre costante il livello di interesse nel pubblico, trattandosi comunque di una sorta di road serie con pochissimi personaggi principali, ma la personalità degli interpreti a disposizione è sicuramente un ottimo punto di partenza.

Scopri Hall of Series Plus, il nuovo sito gemello di Hall of Series in cui puoi trovare tanti contenuti premium a tema serie tv!