4) Shae (Game of Thrones)
L’amante straniera di Tyrion ha sempre avuto il suo fascino: bella, carismatica, diretta. Ci conquista con la scaltrezza e il coraggio con cui difende Sansa durante il periodo come sua ancella. Ci dispiace quando Tyrion è costretto a mandarla via ferendola con parole che non pensa. Noi sappiamo che lo fa per proteggerla, ma lei no. Così, presa dal dolore per la forzata separazione dal “suo leone”, si vendica nel più vigliacco modo possibile. Durante il processo a Tyrion, Shae confessa davanti ai giudici e la corte la sua relazione con l’imputato.
Si rende vittima, gonfia la realtà con falsità, descrive Tyrion come un pervertito e gli attribuisce la premeditazione di un delitto che non ha commesso. Tutto ciò per vendicarsi del fatto che lui l’avesse spedita a Penthos settimane prima.
Sicuramente non avrà potuto rifiutarsi di fornire una testimonianza palesemente suggeritale da chi voleva Tyrion condannato per l’omicidio di Joffrey. Ma nelle sue parole vediamo tutta la rabbia e il rancore nutriti per il Folletto. Sentimenti che non meritava, lui che aveva solo cercato di proteggerla dai Lannister. Shae sembrava astuta e scaltra abbastanza da non bersi facili verità, eppure la rabbia la rende cieca e ingenua. Così rivela al processo i dettagli della sua relazione con Tyrion, li infarcisce di ulteriori menzogne e finisce così per firmare la condanna a morte dell’ex amante. Shae è ormai imperdonabile ai nostri occhi, perché il dolore di Tyrion nell’udire la sua testimonianza lo avvertiamo a pelle. Lo sentiamo nelle parole del personaggio interpretato da Dinklage nel celeberrimo monologo della serie tv HBO che reclama il processo per singolar tenzone.
