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Le 10 Serie TV più sfortunate di sempre

Le serie tv sono per molti spettatori un ottimo modo per sfuggire dalla realtà e immergersi in un mondo diverso, dove potersi distrarre dai propri problemi e sfortune. Alcune volte, però, la vita reale irrompe con prepotenza anche in questi prodotti, creando tragedie e coincidenze tutt’altro che rassicuranti. Da cancellazioni ripetute a vere e proprie tragedie successe durante le riprese, le serie comprese in questo articolo possono essere considerate davvero sfortunate.

Alcune non sono riuscite a evitare i disastri che le hanno deragliate, altre si sono ingegnate per dare comunque una conclusione alla propria storia: non sono poche, però, quelle serie di successo che verrano ricordate per le sfortune capitate ai propri attori.

Ecco dunque le serie tv più sfortunate di sempre.

Utopia (US) (2020)

utopia

Utopia (US) era una delle serie tv più attese dello scorso anno: eppure, dopo solo otto episodi, Amazon Prime Video ha optato per la cancellazione senza dare ulteriori spiegazioni (ne abbiamo parlato anche qui).

La serie tv, un riadattatamento dell’autrice e sceneggiatrice Gillian Flynn dell’omonimo prodotto brittannico, deve probabilmente la propria cancellazione a motivi di trama: la storia infatti parla di una misteriosa pandemia che ha colpito gli Stati Uniti d’America, dove un gruppo di giovani adulti scopre una cospirazione responsabile della circolazione del virus al fine di vendere un salvifico vaccino che, in tempi record, sembra essere l’unica via d’uscita per i comuni cittadini. Nonostante i disclaimer presenti a inizio di ogni episodio per sottolineare come la storia non si riferisca in nessun modo agli eventi attuali, le somiglianze si sono rivelate troppo importanti per poter essere ignorate. Oltre alla tematica molto delicata per questo periodo, è soprattutto il complottismo presente in Utopia (US) a essersi rivelato un fatale ostacolo per il successo della serie, considerata da tutti un pesante errore.

Luck (2011-2012)

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Ironia della sorte, anche Luck ha saputo conquistarsi un posto tra le serie tv più sfortunate di sempre. Sulla carta doveva rappresentare un vero e proprio successo (infatti è stata rinnovata per la seconda stagione dopo la messa in onda del solo primo episodio), ma alcuni problemi logistici hanno portato la produzione a fare un passo indietro, cancellandola dopo soli nove episodi.

Prodotta dalla HBO e con un cast di tutto rispetto, Luck narrava la storia di una serie di personaggi connessi tra di loro per via della passione per il gioco d’azzardo e in particolare le scommesse sulle corse tra cavalli. È proprio questo sport il motivo per cui la serie tv non poteva continuare oltre. Durante le riprese della prima stagione, infatti, ben tre cavalli sono scomparsi in circostanze misteriose: due sono stati uccisi dopo aver riportato ferite importanti, mentre il terzo è stato trovato morto senza un apparente motivo. Nonostante le precauzioni prese per mantenere i restanti cavalli in condizioni ottimali, le pressioni da parte delle associazioni animaliste hanno funzionato: la serie è stata cancellata e i cavalli presenti sul set si sono salvati da un epilogo tragico.

Glee (2009-2015)

Glee è una delle serie più famose apprezzate dello scorso decennio: oltre ad aver lanciato talenti e trend all’interno del mondo delle serie tv, è sempre più conosciuta per le disgrazie che continuano a colpire il suo cast.

La prima morte è avvenuta negli anni di maggior successo della serie, quando il protagonista maschile Cory Monteith è stato trovato morto nel 2013: un mix di eroina e alcool hanno posto fine prematuramente alla sua vita e carriera. Altra tragedia è arrivata nel 2018 con il suicidio di Mark Salling, attore che interpretava l’amico di Finn Hudson Noah Puckerman: dopo aver ammesso la propria colpevolezza nella detenzione di materiale pedopornografico si è tolto la vita impiccandosi. Ultima a livello cronologico è infine la sparizione e successivo ritrovamento del corpo di Naya Rivera, interprete della cheerleader Santana Lopez: lo scorso luglio 2020 è stata dichiarata scomparsa quando suo figlio di 4 anni, Josey, è stato ritrovato solo nella barca affittata dall’attrice sul lago Piru, in California. Il corpo senza vita è stato ritrovato poi quattro giorni più tardi, coincidentalmente nel giorno del settimo anniversario della morte della co-star Monteith. Nessuno sa cosa sia davvero successo quel pomeriggio, ma rappresenta l’ennesima tragedia ha sconvolto tutti i fan della serie tv e non solo.

15/Love (2004-2006)

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Altra serie tv che dovuto affrontare una tragedia durante le riprese è la canadese 15/Love, prodotta dal 2004 al 2006 e andata in onda in Italia dal 2005 al 2007.

La serie riguardava la vita sentimentale dei giovani studenti di una prestigiosa scuola di tennis di nome Cascadia, ma due dei protagonisti sono stati vittime di un grave incidente: Vadim Schneider e Jaclyn Linetsky durante le riprese della tredicesima puntata della prima stagione della serie sono morti dopo essere stati coinvolti in un frontale automobilistico. Il minivan su cui viaggiavano infatti è stato completamente distrutto: se il primo è morto sul colpo, la seconda è stata estratta viva dalle macerie, ma le sue condizioni erano troppo gravi ed è morta qualche ora dopo. 15/Love è stata comunque mandata in onda e, in seguito a quella prima stagione, ne sono state prodotte altre due. Invece di optare per un recasting, però, gli sceneggiatori motivarono l’immediata assenza dei personaggi facendoli morire a loro volta in un incidente aereo.

8 Semplici Regole (2002-2005)

The Big Bang Theory

John Ritter è stato il protagonista di molte serie tv iconiche della fine degli anni ’90, vincitore di un Golden Globe e un Emmy Award: la sua carriera però fu stroncata durante le riprese della sitcom 8 Semplici Regole.

In questa serie tv comedy interpretava il capofamiglia Paul Hennessy, un giornalista sportivo alle prese con i conflitti interni tra i suoi tre figli adolescenti: durante le riprese della seconda stagione fu però stroncato da un arresto cardiaco provocato da unna dissecazione aortica, una malattia vascolare molto rara. È venuto a mancare a soli 54 anni per una condizione facilmente risolvibile tramite operazione. La serie decise di far morire il suo personaggio, sempre per arresto cardiaco, e pur mantenendo il fondo comico tanto apprezzato dai suoi spettatori 8 Semplici Regole divenne un prodotto più serio: ha il merito di aver lanciato attori come Kaley Cuoco e David Spade.

Sons of Anarchy (2008-2014)

Anche il cast di Sons of Anarchy sembra aver accumulato una serie di sfortune gravi: la prima fu la morte dell’attore Johnny Lewis in circostanze davvero misteriose e inquietanti.

Nel 2012 era appena uscito dal carcere, dopo aver scontato una pena per aver attaccato due persone con una bottiglia di vetro. La sua famiglia aveva già notato comportamenti violenti in seguito a un incidente motociclistico in cui era rimasto gravemente traumatizzato. Fu trovato morto pochi mesi dall’uscita dal carcere, probabilmente suicidatosi in seguito all’omicidio della padrona di casa e del suo gatto, entrambi massacrati di pugni all’interno dell’abitazione. Nel 2018, invece, ben due attori di Sons of Anarchy sono morti per arresto cardiaco: il primo è Alan O’Neill, morto a soli 47 anni, mentre il secondo è Paul John Vasquez, deceduto a 48 anni.

Queste morti, violente e tragiche, potrebbero benissimo appartenere alla narrazione senza peli sulla lingua della serie tv, ma fanno tristemente parte della nostra realtà.

American Gods (2017-2021)

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Non tutte le serie tv presenti in questo articolo, però, sono ritenute sfortunate per le tragiche morti avvenute all’interno del loro cast. Molte sono state invece vittime di cancellazioni improvvise, ripetute e sono state stroncate senza ripensamenti.

È molto travagliata per esempio la storia di American Gods, riadattamento dall’omonimo romanzo fantasy di Neil Gaiman: prodotta da Amazon Prime Video, non è riuscita ad affermarsi come gioiello di punta. Questo per via di una serie di sostituzioni che si sono succedute negli anni: per le sue tre stagioni la serie ha avuto ben quattro showrunner, mentre sono tantissimi gli attori famosi (tra cui Gillian Anderson e Orlando Jones) che hanno abbandonato il proprio ruolo all’interno della serie tv. I problemi creativi hanno gravemente pesato sulla riuscita della serie: due anni sono passati dalla messa in onda della prima e della seconda stagione, mentre nella terza (che abbiamo recensito qui) tutto sembrava essersi risolto per il meglio. Questa impressione però è stata stroncata dalla sua cancellazione definitiva: una quarta stagione non vedrà mai la luce e così la storia di Odino e Shadow Moon rimarrà per sempre senza un vero e proprio finale.

In The Flesh (2013-2014)

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In The Flesh aveva il potenziale di diventare una serie tv iconica e di successo, ma dopo sole due stagioni è stata brutalmente cancellata per motivi ancora poco chiari.

La serie, nata durante il periodo di frenesia per gli zombie dello scorso decennio, è semplicemente arrivata al momento sbagliato: la sua trama, nonostante fosse diversa, portava il prodotto in competizione con un colosso del genere come The Walking Dead. Infatti la storia è ambientata in Gran Bretagna dopo un attacco zombie: l’adolescente Kieren Walker, rianimato dopo il suo suicidio qualche mese prima, viene rimandato a casa propria ritenuto idoneo dopo un lungo periodo di riabilitazione e farmaci e si ritrova a dover affrontare la propria vita ancora una volta. Tra prima e seconda stagione, in più, la BBC aveva tagliato di molto il budget della serie, trasformando la sua produzione in una sfida difficile da mettere in atto. Il suo potenziale era enorme, ma la definitiva trasformazione del canale su cui andata in onda in una web tv ha sancito la prematura fine di In The Flesh che tutt’ora viene ricordata come una grande occasione mancata.

The Killing (2011-2014)

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The Killing è una serie tv che ha dimostrato come il riadattamento sia un’impresa molto difficile da portare a termine con successo. Il prodotto era infatti la versione statunitenste di una famosissimo show danese dal titolo Forbrydelsen (letteralmente “Il Crimine”).

La sua storia però è estremamente travagliata: dopo le prime due stagioni la serie è stata cancellata nel 2012 dal network AMC, ma è stata ripresa e riportata in vita da un accordo con Fox per una terza stagione di ben 12 episodi. Tutto sembrava risolto per il meglio, ma una seconda cancellazione è avvenuta durante la messa in onda nel 2013 per problemi di budget. A salvare la situazione fu Netflix che, tre mesi dopo l’annuncio della cancellazione, acquisì i diritti per una quarta e ultima stagione. Questi continui problemi hanno però colpito gravemente la trama che non è più stata in grado di mantenere il giusto livello di suspance tipica del genere thriller, condannando definitivamente The Killing e portandola così a essere dimenticata dopo poco.

One Day at a Time (2017-2020)

one day at a time

Anche la sitcom One Day at a Time è stata protagonista di una vera e propria odissea.

Reboot di una serie tv iconica degli anni ’70, narra la storia degli Alvarez, una famiglia cubano-americana che deve imparare a navigare gli Stati Uniti di Donald Trump tra episodi di razzismo e clichè duri a morire. Lo show ha conquistato sin da subito un folto numero di fan fedeli, ma non abbastanza da assicurarsi una vita longeva. Dopo tre stagioni, infatti, Netflix nel luglio 2019 ha deciso di cancellare la sua produzione senza dare l’occasione agli sceneggiatori di scrivere un vero finale conclusivo. Cercando di salvare lo show, i fan hanno messo in piedi una serie di campagne social con l’hashtag #SaveODAAT e dopo tre mesi la serie è stata salvata dal canale POP che ha confermato una quarta stagione. Dopo sei episodi nel febbraio 2020 però la produzione della serie è stata sospesa per l’arrivo della pandemia di Covid-19 e, nonostante le rassicurazioni ai fan, nel novembre dello stesso anno One Day at a Time è stata cancellata per la seconda e ultima volta, rimanendo così un grande rimpianto per i suoi fedeli spettatori.

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