Them

Vi è mai capitato di sentirvi impotenti di fronte ad una serie tv? Vi è capitato di sentirvi come un pugile che incassa solo colpi senza sferrarli? Them mi ha fatto questo effetto. La serie targata Prime Video ha una forza disarmante contro cui non possiamo combattere. L’orrore, in Them, è come un virus che si annida nei nostri corpi, indebolendoci. Ambientata durante gli anni della Grande Migrazione, la serie racconta il modo in cui la popolazione afroamericana lasciava i paesi del Sud per sfuggire al razzismo che tanto divampava in quegli anni. L’incipit di Them sembra un viaggio di speranza e rinascita, ma la serie finisce per diventare un viaggio di terrore e paura. Al centro delle vicende c’è la famiglia Emory , pronta a lasciare il Sud per trasferisci nella lucente California. Il tanto desiderato sogno americano si trasforma in uno degli incubi più cocenti e disturbanti. I nuovi vicini si dimostrano dal primo momento ostili verso la famiglia Emory. In un paese dominato dai bianchi e da antiche tradizioni, i nostri protagonisti sembrano essere il capro espiatorio a cui dare la caccia.
Disagiati, tristi e abbattuti, gli Emory non mollano e lottano contro una società che li vuole morti, annientati. È la guerra tra un intero popolo e una piccola famiglia ancorata ai sogni, alla libertà e alla dignità. Loro ci fa conoscere un horror diverso, un terrore chiuso nella mente, una paura che lascia spazio ai fantasmi del passato. La guerra è appena iniziata e nonostante i protagonisti sono stati privati del sonno, della libertà e persino del nome, sono pronti a combattere. Gli autori sono bravissimi a usare metafore paranormali per intimorirci. In questo senso, l’uomo bianco assomiglia ad un animale feroce e crudele pronto a mangiare la famiglia Emory. Le case sembrano vecchie scatole da buttare in cui regnano silenzio e angoscia. Them è una serie riuscita in tutti i sensi.
10 Serie Tv che sono “un vero 10” sia per la critica che per il pubblico
Castle Rock
Stephen King riesce a parlare di orrore e paura come se fossero gli unici argomenti del mondo. E questo è assolutamente un pregio. Ci sono autori che sembrano essere stati forgiati da quegli stessi temi con cui hanno fatto successo attraverso gli anni. Il Re dell’orrore ha scritto tantissimo ma è come se ogni romanzo avesse nuova vita, nuovi slanci, nuovi colori. Castle Rock è un luogo ricorrente nei suoi libri, un luogo che dovrebbe tornarci familiare, ma è come se fosse diverso ogni qual volta appare. La serie Castle Rock è prodotta da J. J. Abrams e dallo stesso King e ha fatto il suo esordio sulla piattaforma Hulu nel 2018. Non è mai facile fare la trasposizione di qualcosa che ha trovato già nei romanzi enorme successo, ma Castle Rock accetta la sfida sfidando pericoli e senso di subordinazione.
La serie piace proprio perché in qualche modo si emancipa dall’universo dei libri, creando nuovi volti, nuove storie e molti misteri di cui non eravamo a conoscenza. Le citazioni alle pagine dei romanzi, ai luoghi oscuri di King, non risultano mai banali e vengono ben incastonate nella storia. La cittadina dell’opera è sconvolta da una serie di eventi quasi come se fosse in balia di forze maligne e sconosciute. La serie riesce a restituire al pubblico il meraviglioso senso di apocalisse che permane nelle pagine di King sfruttando il peso del Male. Dove si nasconde e come si combatte? Dal passato di Henry Deaver, l’avvocato scomparso nel 1991, al ritrovamento di un ragazzo in una gabbia nelle profondità del carcere di Shawshank, Castle Rock gioca con i nostri dubbi fino alla fine del racconto. Tra un passato oscuro e un futuro da decifrare, il presente da vivere risulta angosciante e pieno di insidie.