9) Castlevania: Nocturne

Quando è uscito Castlevania: Nocturne, l’aspettativa era alta. Fare un seguito spirituale della serie Castlevania originale – che aveva chiuso in bellezza – era rischioso. Era già stato detto tutto? C’era bisogno di altro? Nocturne non riprende i personaggi della serie madre, ma la sua ombra c’è. Qui seguiamo Richter Belmont, l’ennesimo discendente della famiglia maledetta, anche se nel suo caso non siamo di fronte a un guerriero saldo come Trevor. È un ragazzo ancora spezzato, insicuro, in fuga da un dolore mai davvero elaborato.
La storia si sposta nella Francia della Rivoluzione, quando le folle si sollevano contro i nobili, ma i veri padroni si nascondono nell’ombra. Vampiri aristocratici, creature antiche che hanno fatto accordi con il potere, con la Chiesa corrotta, con tutto ciò che poteva garantirgli sangue e dominio. E in mezzo, un culto oscuro, un nuovo “Messia” vampirico che porta promesse di salvezza ma anche fame e devastazione.
L’anima fantasy di Nocturne è meno gotica rispetto alla serie tv fantasy originale, ma più mistica. Stavolta la magia è antica, rituale, intrecciata alla fede e alla disperazione. C’è Annette, una giovane haitiana con il potere di evocare golem di pietra e metallo fuso, e dietro i suoi poteri c’è la schiavitù, la rabbia, l’esilio. C’è Edouard, tenore e amante, che viene trasformato in vampiro e resta incastrato in un’esistenza tra arte e dannazione. Ogni personaggio sembra portarsi addosso una storia più grande di quella che racconta. Come se tutti fossero sopravvissuti a qualcosa che il mondo ha scelto di dimenticare.