4) Clean State ha tradito il suo grande potenziale

Clean State, uscito su Prime Video con Laverne Cox, George Wallace e Norman Lear tra i produttori, è stato accolto con entusiasmo per l’importante valore rappresentativo, ma ha finito per far storcere il naso a molti spettatori già nella prima metà dell’anno. La premessa, tuttavia, era piena di potenziale. Desiree, la protagonista, torna dopo vent’anni nel suo paese d’origine in Alabama e deve confrontarsi con il padre, rivendicando con fierezza la propria identità di donna trans. Eppure, proprio ciò che avrebbe potuto dare spessore alla serie si è rivelato fragile. Sin dall’inizio si è avvertita una scelta narrativa che ha privilegiato la leggerezza e il calore del feel-good, rispetto alla tensione emotiva o all’approfondimento tematico. Quando la visione doveva diventare un’analisi complessa dell’esperienza transgender in un contesto conservatore, è rimasta invece una commedia piacevole, talvolta persino prevedibile, come hanno osservato alcuni recensori.
Nonostante Laverne Cox porti in scena una Desiree affascinante e carismatica, la serie ha dedicato poco spazio alle sfide concrete che le persone trans affrontano nel mondo reale. Tra le altre cose, l’accesso alle cure, la discriminazione istituzionale e le retoriche anti-trans. All’interno del quadro narrativo, questi aspetti si sono lasciati sullo sfondo, trasformandosi in spunti marginali o in antagonisti piuttosto piatti. Anche le storie secondarie, come quella di Mack o di Louis, raccontano potenzialità poco esplorate, concedendo loro cambi di umore generici piuttosto che una crescita autentica .
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Sebbene mantenga un tono empatico e confortevole, quest’ultimo non spinge mai sul confronto, perde mordente e rischia di offuscare quel retrogusto di tensione ideologica che avrebbe potuto trasformarla in qualcosa di potente. La scrittura, pur gestita con delicatezza, ha sofferto di una sinteticità che ha limitato il coinvolgimento del pubblico. La formula a episodi autoconclusivi non ha permesso un vero approfondimento.
Tanto che il personaggio della protagonista resta abbastanza statico, i conflitti si risolvono con velocità e i momenti più edificanti non scaldano davvero il cuore. Questo perché non hanno costruito una progressione emozionale solida. E in un panorama in cui gli spettatori cercano storie autentiche complesse o drammi audaci, questa, tra le serie tv deludenti, si è resa facile da dimenticare. Ciò detto, nonostante gli sprazzi di brillantezza, come l’alchimia tra Cox e Wallace e qualche gag ben costruita, lo show ha fallito nel distinguersi… Lasciando la sensazione che abbia privilegiato la forma sul contenuto.