2) Sheldon Cooper – The Big Bang Theory

Non importa quanto tu sappia nascondere i tuoi sentimenti a tutti i costi: alla fine chi ti ha intorno, se vorrà, capirà comunque chi sei davvero. Ed è questa la storia di Sheldon Cooper, il secondo classificato secondo Hall of Series – Comunità di Recupero. I suoi amici, nonostante tutto, lo hanno sempre saputo. Amy, nonostante tutto, lo ha sempre saputo. E lo sapevamo anche noi durante la prima stagione, quando ancora non conoscevamo nulla riguardo al futuro. Ma ci sono cose che sai anche quando non sai. E probabilmente chi lo osservava sapeva di Sheldon più di quanto lui stesso sapesse di sé.
Su alcune cose era meglio non indagare, non interrogarsi. I sentimenti fluiscono da soli, non c’è bisogno di stargli dietro, farsi domande o modellarli. Questo più o meno è quel che Sheldon si è sempre raccontato, scegliendo di porsi delle domande soltanto su tutto quel che può essere scientificamente dimostrato. E per un po’ ha funzionato. Ma a un certo punto arrivano dei momenti in cui tutto questo non basta più e devi cominciare a guardarti dentro, e per farlo Sheldon darà vita a uno dei percorsi di evoluzione più graduali, intensi e rassicuranti della televisione. Rassicurante, sì: perché sapeva che, mentre cambiava senza farci troppo caso, nel frattempo non sarebbe rimasto da solo. Accanto aveva i suoi amici, nonostante tutto quel che avrebbe combinato nel corso della giornata.
1) Chandler Bing – Friends

Il primo posto non può essere presentato in nessun modo se non in questo. Chandler Bing è al primo posto perché ci siamo sempre sentiti come Joey. Perché Chandler è il nostro migliore amico da trent’anni. Con la sua ordinarietà, Bing ci ha portati nella sua vita e ci ha mostrato il valore della normalità. Non dovevamo necessariamente essere misteriosi come Mr. Big in Sex and the City, non dovevamo obbligatoriamente salvare il mondo come Clark Kent: potevamo anche essere ‘solo’ come Chandler. E che fortuna.
Perché Chandler Bing sbaglia, cade, fallisce, cambia lavoro e si scopre avvolto dalla mediocrità, e fa qualcosa per cambiare tutto questo. Ma non va su Marte per stravolgere la sua vita, non si finge il nuovo Batman. Prosegue normalmente, cercando di capire e di capirsi dando vita a un percorso in continua evoluzione, probabilmente il più maturo dell’intera comedy. Il Chandler della prima stagione è un ragazzo che vive quel momento sapendo di essere ancora in tempo per sbagliare, il Chandler dell’ultima sa che non c’è un tempo giusto per sbagliare. La differenza è tutta lì. E tra le tante cose che ci ha insegnato, forse questa è una di quelle che dovremmo ricordare più spesso.