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Come si decide di iniziare una Serie Tv

Bulbasaur, Charmander o Squirtle? Da piccoli vivevamo i nostri momenti di relax a tu per tu con uno schermo buio e piccolissimo, e il massimo dell’indecisione all’epoca consisteva nel dover scartare uno tra questi tre esserini in 8-bit per poter cominciare il gioco che tutti avrete intuito. Era questa la scelta delle scelte, la domanda da un milione di dollari. La questione più importante tra le meno importanti. Ora che di acqua sotto i ponti ne è passata e che il Game Boy è stato soppiantato da cellulari e tablet, c’è una scelta altrettanto difficile che ci attanaglia nei nostri momenti di svago. Una questione che si ripresenta periodicamente e che accomuna stuoli di persone senza distinzioni di sesso o di età, accomunati dalla passione per la settima arte e i suoi derivati. Parliamo della scelta della nuova Serie Tv da iniziare.

Noi divoratori seriali conosciamo bene lo stress che ciò comporta, tanto da rimpiangere i tempi della scelta per il primo Pokemon. Anche perché poi, a essere del tutto onesti, per chi vi scrive era sempre Charmander, tutta la vita.

Come ci comportiamo in questi casi? Innanzitutto partiamo dal principio, ossia dagli istanti successivi alla fine dell’ultima Serie consumata.

Al termine della visione di uno show si vivono sensazioni contrastanti. Quando la Serie è stata buona (e se l’abbiamo portata a termine un motivo ci sarà) si fa largo un senso di appagamento accompagnato da n naturale velo di tristezza. Quando l’episodio fisso diventa routine, quando entra nelle nostre vite a tal punto da divenire un appuntamento al quale mal si rinuncia, la parola fine è un boccone amaro da mandare giù. Ci si ritrova di colpo con un vuoto da colmare prima che sopraggiunga la noia a saturarlo per bene.

La domanda più ricorrente diventa: “E ora? La prossima sarà all’altezza?”. Si fa presto dunque a precipitare in una situazione di impasse dalla durata variabile, perché se è innegabile che le Serie di livello abbondano, a maggior ragione diventa complicato barcamenarsi in quel marasma. L’imbarazzo della scelta rischia di prendere il sopravvento, finendo per lasciarci sprofondare nelle sabbie mobili della sfogliatura compulsiva del catalogo. In attesa che qualcuno lanci una fune e ci recuperi prima di soffocare.

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Molti potrebbero obiettare di aver sempre un piano B. Ossia di avere sempre due o tre Serie in lista d’attesa che li attendono a braccia aperte. Il che è sacrosantamente vero, se non fosse che alla lunga la lista si accorcia, si assottiglia sempre di più fino a esaurirsi. Oppure, nel peggiore dei casi, l’elenco si allunga inesorabilmente, divenendo talmente vasto da far ripiombare nell’incertezza più totale. La questione da non sottovalutare è che quando mettiamo una Serie Tv in naftalina non necessariamente è a causa dalla mancanza di tempo materiale per seguirla. Spesso è così, altre volte mentiamo a noi stessi. La dura verità è che inconsciamente l’idea di iniziarla non ci manda in solluchero.

Nonostante i consigli degli amici, i commenti entusiasti di tutti o le lodi della critica. Semplicemente non ci attira, non ci prende. Quasi sempre invero, quando c’è da iniziare una Serie Tv, ognuno di noi agisce di pancia. D’istinto.

Quante volte sarà capitato di mettere in stand-by uno Show a favore di un altro appena uscito perché reputato stuzzicante a tal punto da non poter attendere oltre per vederlo? Il bello è che non per forza si tratta dell’ultima stagione di Game of Thrones  o di un qualsiasi capolavoro in questi casi, anzi. Ognuno di noi ha i propri guilty pleasures, ossia quelle Serie che hanno la precedenza su tutte le altre ma non in virtù del loro tasso tecnico. Non saranno acclamate dalla critica, ma toccano le corde giuste e sembrano conoscere meglio di altre il nostro palato. Capita a tutti di preferire un’abbuffata al fast food piuttosto che una cena di qualità al ristorante. È una semplice questione di appetito, nessuno vi può giudicare.

Anche nella scelta delle Serie è questione di voglie del momento e la decisione è condizionata dallo stato d’animo più che da ogni altra cosa. Una Serie non si limitata solo a intrattenere o a riempire qualche nostra ora di buco. A volte svolge una funzione terapeutica, disinfetta le ferite subite nell’arco di una giornata o di un periodo no. Quando la migliore medicina è ridere, ci affidiamo alle cure di una nuova comedy. Se invece abbiamo bisogno di iniziare un nuovo viaggio, di riflettere, di vivere una nuova esperienza, ci tuffiamo a bomba in un drama o in una Serie di avventura. Il punto è che quando qualcuno ci rimprovera per non aver ancora iniziato una Serie celeberrima, il motivo è che per noi deve ancora arrivare il momento giusto per viverla come si deve. Ogni cosa a suo tempo, non c’è fretta, lo capiremo da noi.

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I consigli degli amici o delle pagine inoltre fanno breccia solamente se compatibili coi nostri gusti pregressi.

Difficilmente li accettiamo a scatola chiusa senza aver prima effettuato scrupolose verifiche. Di solito ognuno di noi è alla ricerca di un punto di riferimento in una Serie Tv. Una boa, un porto sicuro dove gettare l’ancora prima di potersi fidare del tutto. Fateci caso, si è sempre diffidenti quando ci viene consigliato un qualcosa di nicchia, del quale ignoriamo cast, regia o il dove si voglia andare a parare. Siamo generalmente filo-americani ormai per predisposizione naturale, tendiamo a snobbare prodotti italiani e tutto ciò con cui non abbiamo familiarità. È sempre più facile dare per buono un parere positivo quando riguarda di riflesso un attore noto o uno tra i nostri registi prediletti. Il che ovviamente non sarebbe il giusto criterio di scelta, ma per i più è così. È un fatto, sarebbe ipocrita negarlo.

A ogni modo non esiste un foglietto illustrativo, un metodo consigliabile di sicura efficacia per cominciare una Serie Tv. Spesso è tutta questione di fortuna. Seguiamo un consiglio, leggiamo una recensione intrigante, becchiamo al primo colpo una locandina affascinante sul catalogo che stiamo consultando. Altre volte impieghiamo giorni se non addirittura settimane. L’episodio pilota è l’unica chance che concediamo alle scelte più sofferte, quelle dove spetta alla prima puntata sciogliere i dubbi e le riserve che ci portiamo dietro. La pazienza è una virtù che difficilmente appartiene a noi divoratori seriali. Considerato il ben di Dio nel quale abbiamo la fortuna di navigare, nessuno almeno potrà mai farcene una colpa.

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