3 – The Quarterback (Glee)

Mi sembra quasi di barare inserendo Glee in questa lista perché qui non si tratta di scene commoventi delle serie tv, ma di un intero episodio in cui ho pianto per quaranta minuti di fila. Sto parlando ovviamente di The Quarterback, la 5×03. Sono una fan di Glee e lo ero anche nel 2013: la coincidenza tra i miei anni di liceo e gli anni in cui la serie è andata in onda mi faceva sentire davvero parte del glee club della McKinley High e i suoi componenti erano per me facce familiari. Ma in una serie che con le sue esibizioni canore ci ricorda in continuazione di essere tale, The Quarterback segna il momento in cui serialità e realtà si sovrappongono prepotentemente. Con la morte di Cory Monteith, Finn Hudson non può che morire con lui, e l’episodio in questione non serve solo a dipingere un quadro in cui Finn non c’è più, ma soprattutto a salutare chi lo ha interpretato. Da Seasons of Love alla chiusura con “The show must go… all over the place… or something”, la puntata è un concentrato delle emozioni vere del cast di Glee che ha appena perso uno dei suoi pezzi. Molte scene sono state girate un’unica volta e con un bel po’ di improvvisazioni, le lacrime degli attori sono vere e, indovinate un po’, anche le mie. Le esibizioni spezzano il cuore, soprattutto quelle di Lea Michele e di Naya Rivera, ma se proprio dovessi scegliere il momento più commovente sarebbe di sicuro quello in camera di Finn, quando la famiglia impacchetta le sue cose. È un momento da cui non si torna indietro, uno di quelli che ti fanno rendere davvero conto che chi è andato via non tornerà. E il pianto di Carole rappresenta tutta la sofferenza di una donna che non smette di essere madre solo perché ha perso suo figlio.
4 – Biella (Strappare lungo i bordi)

Strappare lungo i bordi è una miniserie di un’intensità disarmante, davanti alla quale mi sono sentita in diverse occasioni quasi nuda. La naturalezza con cui Zerocalcare racconta una storia che non è solo la sua, ma di un’intera generazione, porta gli spettatori a immedesimarsi in una serie animata che riesce a far sentire meno soli. Le ansie, le paranoie, i blocchi di cui parla sono condivisi e le storie di Zero e dei suoi amici sono un po’ quelle di molti di noi. Durante la serie si parla spesso di Alice, eterno interesse amoroso del protagonista con il quale però non si raggiunge mai niente di concreto, e si parla spesso anche del viaggio a Biella che Zero e gli altri stanno intraprendendo. È solo alla fine della penultima puntata però che si scopre il motivo della partenza: Alice è morta e i protagonisti di Strappare lungo i bordi si mettono in viaggio per partecipare alla sua veglia funebre. Ad ospitarli sono gli anziani genitori di Alice, cosa che mette in non poca difficoltà Zero e il suo fare all’apparenza distaccato. È proprio in questo contesto che si sviluppa la scena per me più commovente di una serie che in generale tocca più di una corda scoperta. Prima ancora di scoprire di più sulla morte di Alice, e di vivere le scene più intense e riflessive della serie, Zero va in bagno cercando di non farsi vedere da quelli che chiama i vecchi. La madre di Alice però si alza e lo abbraccia, pronunciando per la prima volta da quando i ragazzi sono lì il nome di sua figlia. L’abbraccio fa bene a lei e, nel profondo, anche a Zero. Ma in realtà fa bene anche a noi che lo vediamo, soprattutto a chi come me fatica a condividere i momenti tristi. E fa piangere un bel po’.
5 – La furia di Piper (Streghe)

Il primo pianto causato da scene commoventi delle serie tv di cui ho memoria risale sicuramente a Streghe. Chi mi conosce sa il significato che questa serie ha per me e sa quanto io l’abbia vissuta in maniera viscerale. Amare una serie vuol dire anche soffrirne, e io non mi tiro indietro. Chiunque abbia pianto per Streghe lo ha fatto sicuramente in un momento legato alla morte di Prue: il suo funerale, il vano tentativo di Piper di riportarla in vita, lo sfogo di Phoebe che prende coscienza di aver perso sua sorella, sono tutti momenti estremamente emotivi per i fan della serie. Ma tra tutte le scene emotivamente sconvolgenti del passaggio dal trio con Prue a quello con Paige, quello che più di tutti mi ha fatto star male risale alla 4×03, alla furia di Piper. Per la nuova sorella maggiore quella di combattere i demoni diventa una vera e propria ossessione, e tra un incontro ravvicinato con loro e l’altro viene trasformata in una Furia. La tristezza, la frustrazione, il dolore per aver perso sua sorella e la rabbia nei confronti di lei per averla abbandonata escono fuori con prepotenza e rendono Piper un demone perfetto. C’è bisogno di portarla proprio davanti alla tomba di Prue per farle vivere pienamente il suo dolore e consentirle di sfogarsi, nel tentativo di sciogliere il nodo che le si è creato dentro. Da questo momento in poi Piper comincia ad affrontare il suo lutto in modo diverso, ma questa scena lascia in lei e in noi un vuoto che nemmeno Paige riuscirà mai a colmare.