4) House of Cards

Come per Due Uomini e Mezzo, anche in questo caso il caos dietro le quinte ha influenzato il finale. Ad anticipare il podio troviamo infatti House of Cards, una delle Serie Tv più intriganti, affascinanti, controverse e geniali incentrate sul mondo della politica. House of Cards era una scheggia. Un veleno e un antidoto che strisciavano tra le strade di Washington D.C e la Stanza Ovale curando e indebolendo gli esponenti di una delle più grandi istituzioni del mondo. E a capo di tutto c’era lui: Frank Underwood, un politico spietato dal carisma smisurato che non sarebbe mai stato facile sostituire. E House of Cards non è stata abile nel ‘mascherare’ la sua mancanza, dando vita a una stagione finale che non è riuscita a soddisfare le aspettative.
Robin Wright è stata come sempre un’attrice mastodontica, ma la trama cucita su di lei non è stata abbastanza per oscurare un’assenza così ingombrante. La figura di Claire nelle precedenti stagioni si era dimostrata all’altezza, ma quando è arrivato il momento di prendersi tutta la scena le cose non hanno funzionato. La trama si è mostrata infatti debole, frettolosa di arrivare al dunque, e anche i villain di questa stagione non sono riusciti a catturare l’attenzione.
Adesso Presidente degli Stati Uniti, Claire è pronta per affrontare un nuovo capitolo della sua vita finalmente con tutto il potere tra le mani. Eppure, House of Cards non spiega in che modo la donna lo utilizzerà, se sarà all’altezza, e lascia in sospeso un importante aspetto della sua vita personale. Il finale di House of Cards è pieno di domande e pochissime risposte, e quelle che ci sono sono insoddisfacenti. Decisamente troppo poco per una Serie Tv di questo calibro che, nei suoi momenti migliori, ha scritto una delle pagine del genere più geniali e intense di sempre.
3) Lost, uno dei peggiori finali delle Serie Tv a detta di molti (ma è davvero così?)

Sapevate che questo titolo sarebbe arrivato. Probabilmente, sapevate anche di non doverlo cercare nelle ultime posizioni. Perché il finale di Lost non ha mai messo d’accordo nessuno, ha sempre fatto rumore. Non poteva dunque finire tra gli ultimi posti della classifica dei peggiori finali delle Serie Tv. Doveva necessariamente essere in alto in linea con il rumore che quell’ultima puntata fa da vent’anni. A prescindere da come la si veda, è certo che ciò che ha combinato Lost in quel giorno rappresenti ancora oggi una delle pagine più importanti delle Serie Tv. Per la prima volta Lost aveva messo in crisi i telespettatori lasciandoli con dubbi e domande, senza le canoniche certezze che fino a quel momento la maggior parte delle Serie Tv garantivano.
Lost, nonostante tutto quel che si possa dire a riguardo, ha secondo noi scritto il finale più giusto e coerente. Non ha barattato la sua natura per compiacere, ma ha scelto la via più difficile da percorrere ricordando a tutti quale fosse l’obiettivo della serie. Non era la ricerca della verità, ma il percorso. Ha scelto di andare oltre quel che è tangibile, razionale e decifrabile per abbracciare una realtà sospesa che ha permesso alla Serie Tv di dar vita a una conclusione spirituale. D’altronde Lost è questo: sacrificio, redenzione, fede. É tutto quel che vediamo e non vediamo, ma che esiste al di là della nostra percezione visiva. Forse non ha accontentato tutti, probabilmente c’è chi avrebbe voluto qualcosa di più, ma Lost non ha nulla da rimproverarsi. Perché a volte alcune domande non esigono alcuna risposta, anche se spesso tendiamo a credere il contrario.






