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“Non uccidere” puntata extra: Valeria Ferro e l’assassino “seriale”

Valeria resta interdetta, un po’ come i suoi uomini dietro la vetrata dell’interrogatorio: per loro è normale, per lei molto meno. Per un attimo l’aria sembra mancarle, si siede come tante volte l’abbiamo vista negli interrogatori

«Come hai fatto ad uccidermi? Non mi sono accorta di nulla»

La Rai lancia un sorriso sordido, quasi a mezza bocca, sembra più rilassata e comincia a raccontare con l’aria di chi non ha più niente da perdere

«Ti sei mai chiesta perchè, per la post-produzione, ci sono voluti tre volte i tempi del girato? Dovevamo avvelenarti poco a poco, senza fartene rendere conto, portare alla disaffezione colta, fare in modo che tutti i series addicted potessero criticarti, come se tu fossi un prodotto come gli altri»

«BASTARDA!» Grida Valeria irritata come non mai, ma senza urlare… non ci riesce..

«L’hai notato? – ribatte la Rai – un classico di Gagliardi, da noi esasperato: le voci troppo basse! In certe parti potevi mettere anche il volume al massimo, i dialoghi non si sarebbero capiti, mai! Se poi ci aggiungi che nei dialoghi particolarmente bassi facevamo partire la musichetta della sigla a volume altissimo ecco che prendevamo due piccioni con una fava, trasformando due eccellenze in due semplici fastidi. Non male no?

Ma il meglio deve ancora venire… Corbucci aveva portato un poliziotto anticonvenzionale, il punto era semplice: non dovevi far valere la tua bellezza, che in un noir o in un poliziesco ci può stare benissimo. Ma noi l’abbiamo aumentata a dismisura questa cosa

Cavoli, ti abbiamo fatto andare nei locali torinesi vestita come un manichino dell’Upim, e poi sempre lo stesso vestito, chè su Twitter si preoccupavano, “ma questa ce l’ha la lavatrice?” e noi ridevamo come dei pazzi…

E poi, e poi, hai visto la tua squadra? La tua squadra non esisteva, dipendevano tutti da te, non abbiamo fatto emergere una sola personalità che potesse esserti d’aiuto. Sovrastavi il tuo capo, non solo col sesso, e prendevi decisioni al posto suo, friendzonavi il collega, bullizzavi l’ultimo arrivato. In pratica una mezza psicopatica che risolveva a lavoro gli infiniti problemi di casa.

Poi abbiamo pensato alla messa in onda, pianificando tutto: innanzitutto ti abbiamo subito messo su Rai 3, in pratica all’ultimo posto (abbiamo giustificato col fatto che eri un prodotto innovativo, non volevamo rischiare); prima ti abbiamo piazzato il venerdì in prima serata, quando entrambe le reti ammiraglie avevano i programmi di punta, poi, geniale, ti abbiamo interrotto a metà, giustificando tutto in vista di una futura ottica americana, (anche lì fanno gli stacchi invernali, no?) poi  ti abbiamo messo finalmente il sabato, ma alle 21.45, troppo tardi per la prima serata e troppo presto per la seconda. Non ti avrebbe visto nessuno in diretta, facile no? Il pubblico deve ancora capire se ti abbiamo interrotto a metà per bassi ascolti o per uno stacco tra una serie e l’altra, fantastico!

E poi il capolavoro assoluto: ti abbiamo fatto fare tutti i ruoli (medico legale, scientifica, squadra omicidi, criminologa, pm, decifratrice di graffiti in pratica in “Non Uccidere” c’eri solo tu), in maniera tale che tu potessi scientemente dire cazzate ma con una tale sicurezza che tutti quelli che non le sapevano ti hanno creduto ma tanti specialisti sono inorriditi! In pratica, negli interrogatori, tu minacciavi la gente inventandoti procedure a cazzo, tipo un rinvio a giudizio dopo cinque minuti di interrogatorio per uno che non è neanche indagato! Bellissimo, l’ordine degli avvocati mi chiamava schiantandosi dalle risate, pensavano fosse una commedia.

equazioni non uccidere
equazioni non uccidere

Ma mica solo lì: la puntata dell’assassinio della violinista è stata un capolavoro, abbiamo mischiato talmente tanto i termini con quelli delle altre arti che i consulenti di musica classica ci volevano denunciare!»

Ogni spettatore attento non poteva non accorgersene e così sei diventata esattamente quel che volevamo

NON UCCIDERE: LA SERIE TROPPO AVANTI PER LA SERIALITA’ ITALIANA MA TROPPO INDIETRO PER QUELLA AMERICANA. FIGO NO?»

«Ora basta – urla Valeria Ferro, in lacrime, ma sempre sottovoce, chè il volume è di default – te ne andrai in carcere e farò in modo che buttino via la chiave, te l’assicuro!»

«Oh, io non credo proprio, mio caro ispettore ormai morto, ho già chi mi difende e non passerò neanche un giorno in carcere!»

E CHI SAREBBE?

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