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“Non uccidere” puntata extra: Valeria Ferro e l’assassino “seriale”

La Rai riprende il respiro a fatica, gli occhi tornano lentamente nelle orbite, Valeria Ferro ha dovuto contenersi al massimo per non uccidere ….«Lasciami…. lasciami spiegare….. Forse capirai anche tu, ora ti racconto i fatti dall’inizio…»

«Sul versante fiction e serie tv, ci stava prendendo per il culo chiunque, eravamo la TV di stato del solecuoreaMmmore #terencehill e #BEPPEFIORELLO INTERCAMBIABILI E W LA FAMIGLIA TRADIZIONALE. DOVEVAMO PROVARE A CAMBIARE»

«Quindi ci siamo rivolti al meglio che c’era: Giuseppe Gagliardi alla regia e Claudio Corbucci come Showrunner e abbiamo lasciato tutto in mano a loroQuello che ci hanno portato è stato semplicemente devastante…» . I capelli si rizzano all’improvviso, tutti, la Rai beve un bicchier d’acqua prima di continuare, parte una musica strepitosa ma inopportuna, sempre la stessa, sempre troppo alta

«Era tutto tropo bello per essere vero: una musica di qualità come da anni non se ne sentivano, solo strumenti e maestrie raffinatissime, una Torino clamorosa, le inquadrature e le foto che erano uno spettacolo, il montaggio e le luci da fine del mondo per gli amanti del genere. Eravamo riusciti a parlare di temi difficilissimi, l’omosessualità, la monacazione forzata, la prostituzione adolescenziale, l’incesto, la pedofilia, le comunità musulmane in maniera convenzionale ma appassionata. Il pubblico non ci avrebbe più permesso di tornare indietro… Ma porca miseria! Ti hanno fatto masturbare in prima serata!!! Ma perchè non si sono limitati, eppure tu dovevi nascere già… monca!»

«Che cosa intendi dire???»

«Vedi, avevamo stabilito per questa serie tutti i caratteri per non farla amare; non è stato complicato, è bastato vedere quello che in genere producevamo in chiaro, tutto quello che funzionava nelle altre parti del mondo e fare l’esatto opposto. Nel paese dove la famiglia è l’unica salvezza, abbiamo presentato 12 famiglie distrutte e senza speranza. Nel paese dove c’è una battuta di spirito per tutti, abbiamo presentato un noir cupo, teso e incalzante dove non si ride mai. In un genere dove uno dei must è la lenta confessione dell’assassino, noi lo facciamo confessare subito, appena viene acchiappato, due domande e via, confessione piena e fanculo agli avvocati di difesa… Noi dovevamo semplicemente dire al pubblico

Va beh, ci abbiamo provato, non v’è piaciuto e tenetevi don Matteo in saecula saeculorum amen»

E invece no, sei uscita troppo bella, dovevo ucciderti! ANZI, DOVEVO CONVINCERE LA MAGGIOR PARTE DELLA GENTE CHE ERA GIUSTO CHE TU MORISSI! »

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