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10 Serie Tv che hanno raccontato con grande realismo cosa significhi avere 30 anni

Avere trenta anni. Neanche le definizioni più dettagliate – forse – potrebbero riuscire a fornire una descrizione di questo momento così altalenante che, ogni giorno, scandisce le giornate a suon di “è tardi” o “è ancora presto”. La battaglia tra queste due frasi è continua, feroce, inevitabile. Nulla può placarla, se non il tempo che pian piano scorre portandoti in un’altra fase della vita, una presumibilmente più comoda in cui si è fatti e finiti. Una in cui – il più delle volte – ricordi ciò che hai costruito e cerchi di mantenerlo. I trenta anni, invece, sono una corsa contro il tempo con le mani piene di prospettive, ambizioni, confusione. Ci si interroga sulla strada scelta, o quella ancora da scegliere. Ci si siede per riflettere, per comprendere se quello che abbiamo fino a quel momento è valso la pena, o dobbiamo ricominciare da capo. In qualsiasi maniera la si ponga, avere trenta anni non sarà mai una cosa semplice. Non è un caso – infatti – se molte delle Serie Tv che ci ruotano attorno – consapevoli della vasta gamma di materiale a cui attingere – scelgono di raccontare la vita dei ragazzi di trenta anni. Tra queste sono, ovviamente, sempre spiccate How I Met Your Mother e New Girl, ma non sono le sole a essere qualitativamente perfette da questo punto di vista. Insieme a loro, infatti, altre Serie Tv hanno raccontato questo momento di vita con estremo realismo, riuscendo di fatto a descrivere questa età nel più intimo e vero dei modi.

Vediamo insieme di quali serie stiamo parlando!

1) How I Met Your Mother


How I Met Your Mother – come già preannunciato – utilizza i suoi protagonisti con un solo scopo: raccontare i trenta anni nel loro modo più complesso e più reale. Ognuno di loro sta cercando di affermarsi nel proprio lavoro, e sta cercando di comprendere se stesso. Nessuno ha delle certezze sul domani. Tutto quello che sanno è che la corsa verso i quaranta anni è ufficialmente iniziata, e con lei tutte le ambizioni e le prospettive. Sono proprio loro il fulcro centrale, il peso che affanna e stanca i sei ragazzi di New York. Anche se non sanno come, devono arrivare alla fine dei trenta anni con i loro obiettivi raggiunti, con delle certezze che possano salvarli dall’inquietudine, dalla noia, dalla malinconia. In realtà, scopriremo e scopriranno che non c’è alcun modo per salvarsi dalla nostalgia nei confronti di quell’età passata, che quei trenta anni a cui si stanno attaccando ferocemente – nella speranza che non volino – saranno qualcosa di impossibile da non rivolere indietro. Ed è così che How I Met Your Mother, insieme a New Girl, diventa la regina di questo momento di vita con dedizione, attenzione ai particolari, delicatezza. Nessuna emozione viene risparmiata – neanche la più drammatica – e questo lo comprenderemo bene soprattutto con l’inizio della fase conclusiva della serie, dalla settima stagione in poi. Proprio da quel momento – infatti – tutto comincerà a diventare sempre più angosciante, sempre più malinconico, fornendoci così una storia che racconta quanto crescere faccia paura, ma sia inevitabile.

2) New Girl

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New Girl, al contrario di How I Met Your Mother, sceglie di raccontarci i trenta anni in modo decisamente meno drammatico. Chiariamoci: le problematiche, la paura di crescere, le crisi del momento non sono in alcun modo assenti, anzi. In questo caso – però – si sceglie di utilizzare l’assurdo, la comicità e la leggerezza per affrontare le svariate avventure dei protagonisti. Ognuno di loro affronta individualmente delle crisi che riescono a descrivere realisticamente ciò che accade realmente nella nostra vita: Nick non sa chi è, e una parte di lui non vuole saperlo; Jess fa i conti con le sue ambizioni e tutti i problemi che ruotano attorno al realizzarle; Cece sta percorrendo una carriera, ma solo con il tempo capirà che forse non è lei quella che vuole; Winston cerca di comprendere cosa vuole essere e Schmidt dà vita a una vera e propria evoluzione che spiega cosa significhi davvero crescere. Insieme a lui, piano piano, crescono anche tutti gli altri. Lo fanno senza urlare, senza farci caso. New Girl non ha paura del futuro che incombe, del finale che a un certo punto dovrà scrivere per i suoi protagonisti. Sa che li sta addomesticando, sa che quando arriverà il momento saranno pronti. Sa che stupiranno tutti con la loro evoluzione, anche loro stessi.

3) Generazione 56K

Generazione 56K è una delle nuove Serie Tv original Netflix, una delle sorprese che gli utenti hanno più gradito. Perché sì: è semplice riuscire ad amare questo nuovo gioiello, e le ragioni per farlo hanno tutte a che fare con la malinconia di cui si serve.

Generazione 56K parla di ragazzi di trenta anni che cercano di gestire tutto quello che sono diventati, tutto quello che vorrebbero essere e tutto quello in cui non sono capaci. Non sono soddisfatti, non sono felici. La loro isola felice è la malinconia di cui si servono per ricordare quel tempo in cui erano piccoli, e pieni di pagine da scrivere. Proprio questo è, infatti, l’obiettivo narrativo della serie: spiegarci quanto sapere che ci siano infinite pagine da scrivere sia rivitalizzante, ci faccia sentire vivi. Di contro – spesso – averle già scritte ci fa sentire vuoti, spogli. Il peggio o il meglio è già stato scritto. Se abbiamo ottenuto quello che volevamo, abbiamo paura di perderlo. Se non l’abbiamo ottenuto facciamo di tutto per averlo con noi, portandoci ogni giorno a superare il limite, a cercare di essere all’altezza. A volte – spiega la serie – lo siamo, altre volte no. Può capitare, va bene. Avere trenta anni significa anche questo d’altronde: perdere.

4) It’s Always Sunny in Philadelphia

It’s Always Sunny in Philadelphia è una delle Serie Tv comedy che più ha subito l’influenza di Seinfeld. Infatti, i protagonisti della serie raccontano uno spaccato di vita decisamente diverso rispetto a quello raccontato in New Girl e negli altri prodotti citati. In questo caso siamo di fronte a dei trentenni che affrontano la vita senza darle dei significati estremamente profondi, prendendo quel che accade per quello che è. Nonostante ciò It’s Always Sunny in Philadelphia riesce a sembrare reale nel suo racconto perché non mette in mezzo alcuno sfondo teatrale, ma solamente dei protagonisti che accettano quello che succede senza drammatizzarlo. Forse non ci facciamo caso, ma questo è davvero quello che accade. Se qualcuno a cui teniamo parte, non lo raggiungiamo in aeroporto. Lo lasciamo andare, fine dei giochi. Questo è sostanzialmente il distacco emotivo che It’s Always Sunny in Philadelphia sceglie di adattare evitando così tutto quello che potrebbe essere drastico per dar vita – finalmente – a qualcosa di tiepido che racconta un’altra parte della vita dei trentenni, e non solo.

5) Please Like Me

Please Like Me sta finalmente ricevendo il successo che meritava già da diverso tempo. La serie racconta uno spezzone di vita semplice e immediato che vede come protagonista Josh, un ragazzo di vent’anni che sta per cambiare la sua vita. Non sarà da solo in questo percorso, insieme a lui ci sarà anche la sua disfunzionale famiglia, che altro non è che uno dei motivi per cui questa è in assoluto una serie tv che non ha nulla da invidiare a New Girl o alle altre serie citate. Infatti, Please Like Me riesce perfettamente nel suo obiettivo narrativo raccontando in maniera inclusiva tutte le peculiarità, i dubbi, le angosce e le gioie di avere non solo vent’anni, ma anche trenta. Tutti siamo rappresentati al suo interno e questo grazie a ogni membro della famiglia che si prende il compito di raccontare un dilemma, di dar vita a una nuova evoluzione, a una nuova storia che non risparmia nessuna tematica sociale o individuale diventando – a tutti gli effetti – una serie sociale.

6) Master Of None

Master Of None non ha mai avuto la stessa risonanza mediatica di New Girl o How I Met Your Mother, e questo è un grande, grandissimo peccato. Perché se parliamo di racconti che focalizzano la loro attenzione sui trenta anni, questo non può essere dimenticato o non conosciuto. Al proprio interno ha tutto: normalità, vita quotidiana, ambizioni, successi e fallimenti. Ognuna di queste argomentazioni ha un bagaglio emotivo importantissimo, ma mai surreale. Infatti, nonostante la profondità di cui Master Of None si veste, la serie non cade mai nella teatralizzazione, ma solo nella voglia di raccontarsi e raccontare. Ogni cosa viene vissuta in modo maturo, quasi perfetto, capace di trasportarci all’interno di un mondo per niente distante da noi che si pone l’obiettivo di donare tutta la sua attenzione a quel momento di vita in cui – in questo caso – sai cosa vuoi essere, ma tutto quello che hai attorno fa di tutto per non fartici diventare. E in quel caso che si fa? In quel caso improvvisi. Parole di Master Of None.

7) Silicon Valley

New Girl

Silicon Valley sta zitta zitta dentro una scatola, ben lontana dal mondo dei riflettori, eppure chiunque l’abbia vista non l’ha mai dimenticata. Perché quello che abbiamo di fronte è un prodotto reale, concreto, che utilizza un gruppo di trentenni innamorato dell’informatica per scavare a fondo delle loro personalità. Per lei sarebbero disposti a fare di tutto, anche non ammettere mai di essere amici. Il motivo alla base di questa scelta è semplice: se lo ammettono, non potranno più sabotare l’altro nei suoi progetti. Tutti, infatti, cercano di realizzare i loro obiettivi professionali e per riuscire nell’intento non guardano in faccia nessuno. Fin dall’inizio sappiamo chi siano i cattivi e chi i buoni nella serie, ma nonostante ciò spesso saranno anche i buoni a cadere nelle trappole della cattiveria con l’obiettivo di riuscire nel proprio intento. Proprio su questa base Silicon Valley dimostra di essere uno spaccato di vita reale su un gruppo di trentenni che cerca di ritagliarsi un proprio posto professionale nel mondo. Questa ambizione comporta ovviamente delle difficoltà, e queste saranno poi il motivo per cui tutti i protagonisti scopriranno di essere prima di tutto umani, e poi informatici. Questo significherà quasi una tragedia per loro, soprattutto perché implicherà che sono anche fragili, e non imbattibili come le loro macchine.

8) Tell Me You Love Me

New Girl

Se fino ad adesso abbiamo parlato di storie corali come New Girl e individuali come Master Of None, adesso parliamo di qualcosa di totalmente diverso. Avere trenta anni non significa solo affermarsi professionalmente o capire chi siamo davvero, ma anche dimostrare tutta la nostra maturità all’interno dei rapporti, metterci in gioco con il bagaglio emotivo che abbiamo accumulato fino a quel momento. Proprio per questo motivo Tell Me You Love Me si rivela una serie originale e fondamentale: spiega – attraverso tre coppie in crisi che cercano aiuto da una terapeuta – le difficoltà dei rapporti, della sintonia e della complicità. Racconta tutto quello che diamo per scontato con una chiave diversa e snatura tutti i cliché sentimentali. Anche se spesso dimenticata, Tell Me You Love Me dovrebbe essere considerata una serie fondamentale grazie alla sua volontà di sdoganare le verità scomode mettendo in campo solo la verità. Con i suoi 10 episodi la serie riesce a dar vita a delle storie che crescono ed evolvono insieme ai loro personaggi, fornendoci un dettagliato racconto reale sulla vita sentimentale dopo i vent’anni, quando oramai le cose acquisiscono più razionalità. Ma è vero che una volta arrivata la fiamma si spegne? Secondo Tell Me You Love Me no. Curiosi?

9) Friends From College, niente a che vedere con New Girl, Friends e HIMYM. Però è sincera

New Girl

Friends From College è una Serie Tv su sui spesso sono ricadute alcune delle peggiori recensioni. Il motivo per questo insuccesso è riconducibile – probabilmente – alla volontà di questo prodotto di essere all’altezza di gioielli come New Girl, How I Met Your Mother, Friends. Il pubblico, percependo una copia fatta male dei grandi must seriali, ha subito sentito la necessità di palesare le differenze, affossando così la serie. Su questo, sia chiaro, non possiamo dire il contrario, e neanche lo show stesso – in verità – cerca di nascondere in qualche modo questa cosa. Eppure, nonostante gli ovvi difetti, Friends From College racconta davvero in modo reale la vita dei trentenni. Non stiamo dicendo lo faccia bene, ma che lo faccia in modo vero, sincero. Analizza un gruppo di persone che si tradisce a vicenda e che poi – nella seconda stagione – fa i conti con le conseguenze di questi gesti. Non parla di un gruppo chissà quanto affiatato, ma di un gruppo normale che si costringe quasi all’amicizia. Non sempre abbiamo la fortuna di avere accanto legami come quelli che vengono raccontati in Friends, New Girl o How I Met Your Mother, a volte incrociamo delle persone che ci fanno sentire meno a casa di quanto pensiamo, e in qualche modo Friends From College parla proprio di questo, a modo suo, come meglio può.

10) Friends, prima di HIMYM e New Girl c’era lei: la madre delle comedy

New Girl

Concludere questa lista con Friends suona quasi doveroso. Prima di lei pochissimi prodotti avevano raccontato l’evoluzione che si palesa tra i venti e i trenta anni. Le difficoltà che intercorrono tra queste due età non erano praticamente mai state oggetto di una storia in questo modo così individuale, reale. Perché Friends – togliendo tutte le sue follie – racconta la vita di un gruppo di ragazzi che cresce, matura, evolve e lo fa in tutti gli aspetti della propria vita. Professionalmente c’è già chi è riuscito a fare un grande passo come Ross, ma c’è anche chi non riesce a compierlo come vorrebbe come Joey. C’è chi non sa ancora cosa vuole diventare e lo scopre con il tempo come Rachel, e c’è chi non ha paura di rimettersi in gioco o reinventarsi come Chandler, Monica e Phoebe. Ognuno dei protagonisti, così, inizia un percorso che li porterà all’epilogo finale con tante consapevolezze frutto di delusioni che Friends ha utilizzate per formare le personalità di questi sei trentenni dandoci così un racconto reale, leggero ma mai superficiale, di un momento di vita delicatissimo. Non è semplice riuscire a far sembrare così semplice qualcosa di estremamente impegnativo, eppure questo è stato uno dei miracoli di Friends, forse il motivo chiave per cui è diventata a tutti gli effetti la madre delle comedy.

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