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7 personaggi delle Serie Tv che amiamo per il loro sfrontato egoismo

Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di alcuni personaggi delle Serie Tv come Frank Underwood, Jim Moriarty, Frank Gallagher, Klaus Michaelson, Villanelle, BoJack Horseman, Billy Butcher

Perché il male ci attira così tanto? Come finiamo ad amare sempre i personaggi più maligni ed egoriferiti delle serie tv? Ci vorrebbe uno psicologo. Insomma, sappiamo che i cosiddetti villain hanno un fascino spesso irresistibile, nonostante le azioni discutibili e la brama di potere che spesso tendono ad avere. Da sempre il villain è colui che lotta contro l’eroe, che di solito è il protagonista (pensiamo a Moriarty o a Villanelle). Eppure, molto spesso ci ritroviamo a tifare per l’antieroe, quello che dovrebbe attirare la nostra ira e che invece ci affascina e ci interessa. Il motivo potrebbe essere semplice: spesso i cattivi sono scritti meglio, hanno un background più specifico e un carattere perfettamente delineato, che ci porta a comprenderli e ad empatizzare con loro. L’egoismo che si portano dietro, laddove non sia egoismo volto ad un bene superiore, ci fa storcere il naso all’inizio, ma ci convince alla fine. Per quanto riusciamo a comprendere che una determinata azione del personaggio sia deprecabile ed egocentrica, riusciamo anche a considerare tutte le implicazioni che ci sono dietro portando, così, il cattivo dalla nostra parte e viceversa. Insomma, riconosciamo l’egoismo ma ci piace comprenderlo. E i villain scritti bene (ce ne sono moltissimi nel panorama della serialità televisiva) ci conquistano davvero, con la loro unicità e con la loro spudoratezza che li rende assolutamente molto più interessanti delle loro nemesi buone.

1. Frank Underwood – House of Cards

House of Cards

Il protagonista di House of Cards è l’egoismo fatto persona. Assieme a sua moglie, ovviamente. Ma è anche il protagonista e in quanto tale riesce a portarci sempre dalla sua parte, complice la grandissima scrittura intorno al personaggio che lo rende davvero unico nel suo genere, maligno e manipolatorio. Ma anche interessante e complesso. E il segreto del successo di Frank Underwood sta proprio nella sua arte di saper ammaliare, i suoi nemici e noi spettatori. Facendo parte di un processo creativo molto più grande, infatti, Frank Underwood incarna perfettamente quell’ideale di politico razionale e spietato che la serie porta avanti, nel perseguire il suo scopo di far luce sul mondo politico negli Stati Uniti e non solo. Frank Underwood non è solo egoista: arriva a diventare uno squilibrato, senza remore e senza rimorsi, pronto a fare di tutto pur di arrivare al vertice. Il suo egoismo spudorato lo fa divenire una sorta di serial killer dei valori, suoi quali passa sopra senza pensarci due volte. Come si fa, allora, ad amarlo tanto? C’è un tipo di malignità che affascina e rende Underwood interessante e seducente, inevitabilmente.

2. Jim Moriarty – Sherlock

Moriarty

Moriarty è forse il villain per eccellenza ed ha sicuramente un fascino difficile da descrivere. Per questo, infatti, Moriarty è un personaggio molto amato nella sua complessità nonostante il suo egoismo spudorato e la sua brama di potere. Ciò che lo definisce è la sua cattiveria innata e un egocentrismo spiccato che fanno sì che risulti una figura totalmente enigmatica. La sua ironia, il suo sarcasmo oscuro e la sua scaltrezza nelle situazioni più impensabili lo rendono forse il personaggio più interessante della sua serie ( in questo caso stiamo pensando a Sherlock) e, in generale, della sua storia. Moriarty è uno dei casi in cui il villain, per poter essere tale, ha bisogno di scontrarsi con il suo eroe e ha bisogno di divenire quell’antieroe di cui lo spettatore necessita. Jim Moriarty porta a casa il suo compito in maniera completamente lucida e totalmente egoista, senza alcuna remora nei confronti di nessuno. Ed è forse proprio quella lucidità che spaventa e che contribuisce a rendere Moriarty uno dei villain più temibili della storia. Il fatto che sappia sempre, esattamente, dove e come colpire lo rende quasi infallibile e il suo eroe, Sherlock Holmes, cede quasi sempre ai suoi trucchetti mentali. Moriarty è in grado di utilizzare l’egoismo come un’arma, che intacca il suo avversario e rende lui inviolabile.

3. Frank Gallagher – Shameless

Frank Gallagher Moriarty

È il primo nome che ci viene in mente quando pensiamo ad un personaggio egoista. Il papà degenere della famiglia Gallagher di Shameless ha degli evidenti problemi di autocontrollo e di menefreghismo nei confronti dei suoi figli e della sua famiglia, ma nonostante questo è uno dei personaggi meglio strutturati di Shameless e anche uno dei più amati, anche se in modo piuttosto controverso. Il motivo è probabilmente la sua ironia e la sua noncuranza nei confronti del mondo, che lo rendono umano e quindi anche imperfetto; chi ama Frank Gallagher ama un modo di fare nei confronti della vita che è totalmente disilluso e spensierato e soprattutto privo di qualsiasi prese di coscienza. Frank Gallagher non sa cosa voglia dire assumersi una responsabilità e, anche quando ci prova, fallisce miseramente in ogni cosa che prova a fare per il prossimo. L’egoismo di Frank Gallagher è un tipo di egoismo completamente distaccato dal mondo reale, che rende il personaggio quasi indifeso di fronte alla vita. Ovviamente, sappiamo che indifeso non lo è mai e che ogni sua azione deriva da una sua consapevole decisione. Ma sappiamo anche che quella decisione, solitamente, sarà quella sbagliata e allora in suo egoismo lo proteggerà dal prendersi le sua responsabilità, in un circolo vizioso da cui non riuscirà mai ad uscire.

4. Klaus Michaelson – The Vampire Diares

Klaus Michaelson Moriarty

La storia di Klaus Michaelson, come tutte le storie dei membri della famiglia Michaelson, è una storia di dolore che inevitabilmente si tramuta in egoismo. Proprio per questo è sicuramente uno dei personaggi più interessanti della serie The Vampire Diares, e sicuramente uno di quelli con un background emotivo più sviluppato e una storia remota più complessa. Klaus Michelson, nonostante il risentimento e l’egoismo che lo rendono quello che è, prova a redimersi più volte senza mai, però, riuscire a migliorarsi davvero. E anche per questo è un personaggio molto amato dagli spettatori, poiché risulta molto umano ma allo stesso tempo molto autoreferenziale; il vampiro membro della famiglia degli Originali è, infatti, il più egoriferito tra tutti i suoi fratelli ed è quello che, più di tutti, antepone sempre il suo benessere e il suo potere a qualsiasi altra cosa o a qualsiasi altra persona. Avrà dei punti deboli, come è normale che sia, e avrà i suoi momenti di insana dolcezza (pensiamo al rapporto col personaggio di Caroline, che ci ha tenuto incollati allo schermo come mai era successo prima) ma più che altro Klaus Michaelson è un villain spietato ed egoista, con un passato doloroso e malsano che lo ha reso tale.

5. Villanelle

Killing Eve Moriarty

La brama di sangue e l’ironia si fondono in una donna letale e pericolosa che fa dell’egoismo una forma di gioco, una sorta di passatempo. Villanelle, co protagonista dell’originalissima serie Killing Eve, funziona meglio con la sua nemesi, Eve, ma allo stesso tempo ha una sua identità molto delineata e molto egoriferita. Questi suoi tratti caratteriali la rendono intrigante e interessante agli occhi degli spettatori che la amano. Ma il vero motivo per cui la amano così tanto è, probabilmente, da ricercarsi nel suo temperamento. Nonostante sia una serial killer che non si fa scrupoli ad uccidere a sangue freddo, in vari modi e senza alcun tipo di rimorso, il pubblico apprezza una forza innata che in Villanelle si palesa attraverso la sua freddezza. È vista molto come una donna capace di fare di tutto, di provvedere da sola alle situazioni più complicate e di inseguire in solitaria la sua persecutrice. Per molti spettatori, e magari per la maggior parte delle spettatrici, Villanelle non è solo un’assassina ma piuttosto una mente sagace capace di fare tutto ciò che vuole, una donna egoista ma con un fine, una fuggitiva spietata ma capace di amare, a suo modo. Insomma, nuovamente il villain conquista il suo pubblico attraverso le mille sfaccettature della sua personalità.

6. BoJack Horseman – BoJack Horseman

BoJack Horseman

BoJack porta avanti un egoismo piuttosto problematico e anche unico nel suo genere: è dato, infatti, soprattutto da mancanze affettive e problemi di socialità, che non ha peraltro nessuna intenzione di risolvere (almeno non come vorrebbe lui). È il protagonista della sua serie e per questo gli spettatori riescono ad empatizzare molto con lui, nonostante sia spesso difficile farlo. BoJack Horseman è orientato su se stesso in una spirale egoistica fatta principalmente di dolore e di fallimento, che pochissime volte contempla gli altri e, quando lo fa, lo fa in modo disastroso. BoJack Horseman è egoista in un modo tutto suo, un modo in cui la sua persona non è solo al centro ma è anche la causa di tutti i suoi problemi. È come se fosse l’eroe e allo stesso tempo l’antieroe della sua stessa storia, senza mai lasciare spazio a nessun altro. I personaggi che gli gravitano attorno sono, infatti, una semplice cornice nella quale BoJack Horseman cerca di far rientrare la sua vita anche se in maniera forzata e maldestra. Il suo è un tipo di egoismo che non prevede guarigione e dal quale lui stesso non riesce a scappare; in questo senso, è una sorta di dipendenza.

7. Billy Butcher – The Boys

The boys Billy Butcher

Dalla prima all’ultima puntata Butcher persegue il suo scopo che è quello di eliminare tutti i Super e di vendicare la moglie, e in un secondo momento di aiutare Ryan. Il suo unico obiettivo, inizialmente, è distruggere Homelander, carnefice del torto subito dalla moglie e per farlo non si fa scrupoli. Non svia mai dal suo scopo e il suo egoismo lo porta anche ad azioni violente di fronte alle quali non si tira indietro neanche per un momento. Si potrebbe pensare che agisca per un bene più grande, per salvare il mondo dalla minaccia dei Super ed evitare che i superpoteri danneggino la popolazione mondiale. Ma il primissimo fine di Butcher non è mai stato questo: diciamoci la verità, a Butcher non frega quasi mai nulla degli altri, né tantomeno di salvarli. I suoi Boys non sono altro che uno strumento, utile al fine che si è preposto. Non vuole altro che avere la sua vendetta personale, prima ancora che salvare il mondo. Poi se ci scappa la salvaguardia delle persone, tanto meglio. Ma Butcher è l’egoista più amato dal pubblico perché il suo fine, seppur egocentrico e individualistico, è un fine che si può comprendere. Ne riusciamo a capire i motivi, le implicazioni emotive e i significati più nascosti.