5. When They See Us (8.9)
Che dicevamo a proposito di miniserie Netflix? Se si scorrono i titoli rilasciati dalla piattaforma, si scopre che effettivamente il campo delle miniserie è uno di quelli su cui Netflix ha sbagliato pochissimo. Prodotti come Unorthodox, Unbelieveable e la già citata La regina degli scacchi sono piccole gemme televisive che hanno trovato posto sulla piattaforma. Tra queste, non si può non menzionare When They See Us, una di quelle storie che hanno sconvolto il pubblico. Le quattro puntate della serie andarono in onda nel 2019 e fecero balzare subito in alto l’apprezzamento per il titolo. When They See Us si basa su un fatto di cronaca reale, l’aggressione e la violenza della jogger Trisha Meili a Central Park. La vittima era una donna bianca aggredita da un branco di uomini in una zona abbastanza centrale di New York.
Il caso ebbe un’eco molto forte sull’opinione pubblica. Il tema della sicurezza venne cavalcato dagli opposti schieramenti politici per lucrare consensi e i media erano a caccia di nomi con cui additare i colpevoli. When They See Us racconta le ore immediatamente successive all’aggressione, quando vennero fermati dei ragazzi che si trovavano in zona quella sera e vennero trattenuti dalla polizia suscitando immediatamente una reazione rabbiosa nell’opinione pubblica. La miniserie è un grosso pugno allo stomaco per chiunque guardi lo show, al di là di quanto possa conoscere i dettagli della vicenda. La regia di When They See Us è strepitosa: ci porta nel cuore degli eventi con fare concitato, quasi rabbioso.
Come i personaggi della serie, anche noi siamo sballottati da una parte all’altra, in preda agli eventi.
Ogni puntata approfondisce delle sfumature che rendono più comprensibile il quadro generale. Lo spettatore vive quel dramma e se lo porta dietro con dolore, quasi ne avesse condiviso realmente una parte. Ma è l’interpretazione dei personaggi il più straordinario punto di forza della miniserie. Non a caso, Jharrel Jerome si è portato a casa un Emmy per la migliore interpretazione in una serie tv drammatica. Gli attori scelti per interpretare i Cinque di Central Park sono tutti straordinari e riescono a rendere perfettamente lo sconcerto derivante da quelle terribili vicende.
4. The Last Dance (9.0)
È sempre targata Netflix (ed ESPN) anche la quarta miniserie con la valutazione più alta secondo IMDb. Si tratta di un prodotto che ha avuto un successo clamoroso al momento del suo debutto sulla piattaforma. Parliamo probabilmente di quella che è la migliore miniserie sportiva di tutti i tempi, quella che ha notevolmente alzato l’asticella delle aspettative degli appassionati di serie tv e sport. The Last Dance è il racconto dell’ultima stagione (per l’appunto, l’ultima danza) dei Chicago Bulls guidati da Michael Jordan. È una serie documentaristica, con materiali d’archivio e inediti mai visti in tv. Oltre a interviste, materiale d’archivio e riprese dei retroscena di quella che resta una delle più grandi stagioni sportive della storia del basket e non solo
The Last Dance vide la luce nel 2020. Il lancio era stato programmato per qualche mese più tardi, ma Netflix decise di anticipare i tempi considerando che si andava incontro ad un lungo lockdown e gli utenti avrebbero passato molto più tempo davanti alla tv. Il suo grande successo è probabilmente dovuto anche a questa scelta. La miniserie schizzò letteralmente tra i titoli più visti di quel periodo. La risonanza mediatica avuta da The Last Dance ebbe un’eco che andò oltre i confini della piattaforma. Tutti parlavano della nuova docuserie rilasciata da Netflix, tutti stavano guardando il documentario su Michael Jordan e i suoi Chicago Bulls. Ma al di là delle contingenze e del periodo favorevole (che Netflix è riuscito a sfruttare), The Last Dance è obiettivamente un prodotto di altissima qualità. È dettagliato, puntuale, senza sbavature. Ma anche commovente, emozionante ed estremamente coinvolgente.
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Non è solo l’interesse per i retroscena della stagione dei Chicago Bulls a spingere lo spettatore ad andare avanti nella visione. È anche l’impatto emotivo che quei filmati e quelle testimonianze hanno su chi guarda, indipendentemente dalla conoscenza della pallacanestro.
Migliaia di utenti completamente a digiuno delle regole del basket si sono ritrovati a guardare una miniserie che parlava principalmente di basket. Si può dire che, anche su questo, Michael Jordan si è rivelato un vincente. La serie è incentrata sulla sua ultima danza ed è stata un successo clamoroso. Guardando la proposta di titoli dello stesso genere, ogni paragone appare inutile. Per scelte stilistiche, per materiale a disposizione, per impatto emotivo e per la storia da raccontare, The Last Dance non ha al momento rivali che possano insidiarne il primato tra le migliori miniserie sportive della storia.
Lo show ripercorre il percorso fatto dai Chicago Bulls dal 1991 al 1998: meno di un decennio che ha fruttato loro ben sei titoli NBA vinti. Il focus è poi sull’ultima stagione, quella del 1997/98, che è stata anche l’ultima di Michael Jordan. Grazie alle riprese di una troupe della NBA Entertainment, la regia è riuscita a ricostruire i tasselli più importanti di quello straordinario percorso sportivo. Ne viene fuori tutta la grandezza di Michael Jordan, tutto il suo talento sportivo e il carisma di leader. Gli appassionati di pallacanestro e NBA erano comprensibilmente al settimo cielo. Ma, come abbiamo detto, The Last Dance è stato un prodotto adatto a tutti, trasversale e in grado di catturare l’attenzione di ogni tipo di spettatore.