Quando pensiamo agli attori che hanno fatto la storia della televisione, non possiamo decisamente escludere Jensen Ackles. Sebbene abbia fatto incursioni sul grande schermo e nel doppiaggio animato, il suo nome sarà per sempre legato a quello di Dean Winchester, l’uno sinonimo imprescindibile dell’altro. Del resto, averlo interpretato per 15 anni in Supernatural non solo gli ha cucito addosso quel ruolo, ma gli ha anche permesso di mostrare tutti gli strati possibili di Dean, un uomo fondamentalmente buono ma con troppi demoni interiori, rendendolo il personaggio più complesso dell’interno show.
Il Dean Winchester di Jensen Ackles rappresenta inizialmente lo stereotipo dell’uomo bianco sicuro di sé, abile con le donne tanto quanto con la pistola. Ma basta immergersi in Supernatural per qualche episodio per capire che questa è solo una facciata.
Una madre uccisa e un padre traumatizzato al punto da staccarsi fisicamente ed emotivamente dai figli non gli hanno fatto vivere un’infanzia serena. Dean si è dovuto assumere delle responsabilità troppo grandi per un bambino e proteggere Sam divenne la sua ragione di vita, oltre all’essere il degno erede del grande John Winchester, sacrificando così le sue passioni e i suoi sogni. Senza contare che la vita del cacciatore di demoni è difficile. Bisogna uccidere ripetutamente a sangue freddo mostri che, in alcune occasioni, non sono così diversi dagli esseri umani, nel corpo e nella mente. Il che rende difficile per i due fratelli capire di chi fidarsi. Dean, infatti, instaura delle relazioni significative solo con altri cacciatori (Ellen e Jo, ad esempio) perché comprendono il suo stile di vita e aprono così un varco nella sua rigida armatura.
Una maschera che svela la sua profonda insicurezza celata da spavalderia, il suo sminuirsi costantemente, il suo essere disposto a sacrificarsi per gli altri perché nella sua testa la sua vita non ha importanza. Per questo vende la sua anima al diavolo per salvare Sam; per questo decide di sobbarcarsi il marchio di Caino in Supernatural. Ciò che subisce e fa in queste due occasioni (e non solo) lo segna profondamente, lo fa sentire terribilmente in colpa e per molto tempo non riesce ad accettare il suo ruolo di Prescelto, come ribadisce lo stesso Castiel:
“Qual è il problema? Tu non pensi di meritare di essere salvato”.
Ma Dean non è un male per la Terra, ne è la salvezza. Ad esempio, lui convince Amara a riconciliarsi con Dio e a non distruggere l’umanità, facendo leva sulla cosa più importante in assoluto: la famiglia. Ecco cosa ci ha conquistato del maggiore dei Winchester: il suo amore incondizionato, lo spirito di sacrificio, l’essere imperfettamente umano e vero, il suo pensar di poter sopportare ogni cosa, il suo altruismo, coraggio ed enorme cuore. Una luce che non si spegnerà mai, nemmeno dopo la fine.
Nessuno avrebbe potuto interpretarlo così intensamente come ha fatto Jensen Ackles, riuscendo, come anticipato in precedenza, a mostrarci ogni minima parte del suo personaggio con la sua ampia recitazione: il playboy, il fratello premuroso, il soldato obbediente, il leader, il demone fuori controllo e via dicendo.
Un uomo totalmente diverso rispetto a quello che Jensen Ackles interpreta in The Boys.
Soldier Boy è sì un grande combattente che è stato utile durante il secondo conflitto mondiale, ma è profondamente instabile a causa dello stress post-traumatico di cui soffre. Sia per la guerra (andando in qualche modo a rappresentarne gli effetti sui soldati), sia per la prigionia forzata in Russia. E la sua pericolosità aumenta quando la sua emotività viene attaccata. Il supereroe è uno degli esseri peggiori che si possono incontrare: ipocrita, amorale, superbo e narcisista all’ennesima potenza, omofobo, razzista, che si nasconde dietro la bandiera per fare quello che vuole, rifiuta ogni tipo di integrazione e non accetta che il mondo sia andato avanti, trasformandosi in coloro che rifuggono da ogni tipo di evoluzione moderna della società. Contrapposto a Homelander in The Boys perché figli di ere diverse, eppure terribilmente simili.
Soldier Boy dà il meglio di sé quando è al minimo e non esagera, e il suo interprete non ha problemi a ritrarlo come tale. In più, l’attore gli dona quel determinato carisma e atteggiamento che aiuta a capire perché i supereroi di The Boys sono così amati, nonostante siano delle terribili persone. Infatti, pur essendo Soldier Boy depravato moralmente, odiare lui e, sopratutto, Jensen Ackles è difficilissimo.
C’è da dire che The Boys non è la prima serie tv supereroistica a cui l’attore partecipa.
In Smallville è Jason Teague, l’interesse amoroso di Lana Lang nella quarta stagione. I due si incontrano a Parigi e il ragazzo decide di seguirla a Smallville per continuare la loro relazione. In realtà si scopre che i fini di Jason sono ben altri: infatti, sebbene all’inizio cerchi le pietre kryptoniane della conoscenza per aiutare Lana con il problema Isobel, successivamente ne diviene talmente ossessionato, assieme e come sua madre, da fare di tutto per recuperarle in Smallville, anche uccidere. Appoggiandosi alle sue grandi doti drammatiche e al solito fascino sviluppato in ruoli precedenti, Jensen Ackles brilla in un personaggio che incarna la dicotomia bravo ragazzo della porta accanto/assassino violento; ruolo che gli aprirà la strada per la sua prima parte da protagonista in Supernatural. Dovendo però abbandonare Smallville e Jason che, altrimenti, sarebbe durato più di una stagione.
Prima di vestire i panni del fidanzato di Jen nella sesta stagione di Dawson’s Creek (CJ, un personaggio troppo poco presente per essere approfondito), dimostrò la sua versatilità nella serie sci-fi del 2000 ideata da James Cameron e con protagonista Jessica Alba.
In Dark Angel, che segue le difficili condizioni degli umani geneticamente modificati e allevati per diventare dei supersoldati, l’attore interpreta due di questi superuomini. Il primo compare solo per un episodio, ma tanto bastò per essere riconfermato: Ben è uno degli amici di Max (la protagonista), che l’aiuta a scappare dal laboratorio in cui sono stati creati, venendo però ucciso. Nella seconda stagione arriva un suo clone: Alec è sfrontato, egoista, il classico e attraente bad boy, un combinaguai dagli occhi magnetici. Sembrava una sorta di finto-villain, colui che rovina i piani per raggiungere più in fretta il lieto fine e in barba alle conseguenze. E invece è molto di più, essendo il personaggio maggiormente sviluppato e che sarebbe ulteriormente migliorato se solo lo show non fosse stato cancellato.
Il ruolo in Dark Angel l’ha consolidato come attore di serie tv, piuttosto che di soap opera. Perché la carriera di Jensen Ackles è iniziata proprio in quel genere, quando venne scelto per il ruolo di Eric Brady in Days of Our Lives (per intenderci, quella in cui recita Joey in Friends), personaggio che gli fece guadagnare tre nomination consecutive ai Daytime Emmy Award. Una piccola curiosità: il suo tempo in Days of Our Lives viene citato nell’episodio della sesta stagione di Supernatural “The French Mistake”.
Possiamo affermare con forza che non servono ulteriori prove che dimostrino quanto Jensen Ackles riesca a calarsi facilmente in molteplici ruoli, sia eroi che villain, spaziando tra generi televisivi e modi di recitare diversi, imparando dalle sue esperienze pregresse e continuando a migliorarsi. Ecco perché l’attore può interpretare quello che vuole: ne è estremamente capace. Non siete d’accordo?