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Le 12 migliori sigle nella storia delle Serie Tv HBO

La sigla è il biglietto di presentazione di una serie. Ci sono tante differenti teorie su come dev’essere una sigla ma tutte hanno un punto in comune: deve coinvolgere lo spettatore fin dal suo primo fotogramma. E questo alla HBO lo sanno perfettamente.
Nel corso della sua vita, la più longeva nella storia delle televisioni via cavo americane essendo nata nel 1972, la Home Box Office (HBO, per gli amici) ha sfornato una quantità di serie considerate dalla critica e dal pubblico veri e propri capolavori. Ora, spesso il termine viene abusato ma è certo, comunque, che le produzioni originali del canale americano hanno una qualità davvero sopra la media. E lo si intuisce fin da subito: dalla sigla.

Nell’era dello streaming, con la funzione salta l’introduzione, investire nelle sigle potrebbe sembrare un paradosso. Chi la guarda ancora? Soprattutto quando è sempre la stessa, nelle immagini e nella musica. Eppure una bella sigla la si guarda e la si ascolta sempre volentieri. Soprattutto la si gusta. Non è un caso, infatti, che esistano premi specifici proprio per l’introduzione agli show televisivi diventati ormai uno spettacolo nello spettacolo.
Le sigle, nel corso della storia della televisione, sono diventate, infatti, vere e proprie forme d’arte caratterizzate da immagini brillanti, musiche coinvolgenti ed effetti accattivanti.

A noi di Hall of Series le sigle piacciono molto. In particolare quelle della HBO. Abbiamo provato a selezionarne sette. Poi otto. Poi dieci. Infine siamo arrivati a un compromesso: dodici e non se ne parla più, altrimenti questo articolo non vedrà mai la luce. Ma è stato un massacro perché abbiamo dovuto scartare gioielli antichi come The Wire o più moderni come The Last of Us. Mettere da parte compositori come Hans Zimmer per The Pacific. Abbiamo dovuto fare scelte dolorose affidandoci al lancio della monetina perché incapaci di decidere.
Dodici, senza un ordine di preferenze (non è una classifica, ripetiamo: non è una classifica). Dodici pescando nell’immenso catalogo della HBO. Dodici e non una di più. E pazienza se scateneremo l’inferno nei commenti. Non potendo soddisfare i gusti di tutti, abbiamo cercato di soddisfare i nostri.

1) Game of Thrones

Game of Thrones 640×360

Davvero c’è bisogno di presentare Game of Thrones? Serie che, nel corso delle sue otto stagioni, ha vinto cinquantanove Emmy? Serie che ha sconvolto il panorama mondiale della serialità con uno dei più discussi finali mai visti? No. E perciò parleremo della sua sigla.

La sigla di Game of Thrones non è considerata semplicemente un capolavoro. La sigla di Game of Thrones è considerata una tra le più belle mai create per una serie televisiva. E non è un caso che faccia parte della scuderia della HBO considerata la qualità dei prodotti che l’emittente via cavo sforna.
La parte grafica è curata dagli stessi studi di design che hanno curato anche le sigle di Westworld e Carnivàle mentre la musica è del compositore tedesco di origine iraniana Ramin Djawadi.
Il connubio tra immagini e musica in questa sigla è particolarmente azzeccato. Mentre le immagini ci mostrano il mondo di Game of Thrones un violoncello traccia, attraverso la sua melodia maestosa, una rotta per un viaggio incredibile. Mano a mano che il viaggio prosegue alla melodia del violoncello si aggiunge un raddoppio fatto dal violino. Infine l’orchestra riempie gli animi degli spettatori ripetendo sempre lo stesso inciso. Tranne in prossimità del muro quando la melodia diventa meno incalzante e sembra avere un momento di quiete. Riprende il ritmo sostenuto dalle percussioni che richiamano la guerra e nel buio della notte si affacciano due nuovi strumenti a corde pizzicate che riprendono l’inciso principale ma lo addolciscono con il loro suono.

2) Westworld

Westworld 640×360

Basata sull’omonimo film del 1973 scritto e diretto da Michael Crichton Westworld è una serie altamente distopica ambientata in un parco dei divertimenti a tema wild west. Creatori di questa serie con protagonista, tra gli altri, Evan Rachel Wood, Jeffrey Wright ed Ed Harris, sono Lisa Joy e Johnatan Nolan, fratello del regista Christopher.

La sigla di Westworld racconta veramente una storia. Prodotta tutta digitalmente mostra in chiave artificiale la creazione di una civiltà diversa e lontana dall’essere umano. Ad accompagnare questo momento catartico c’è la musica del compositore Ramin Djawadi, il quale è riuscito a creare una melodia intensa, carica di pathos il cui momento culminante combacia certamente con le mani scheletriche che suonano al pianoforte un inciso musicale all’unisono con gli archi, molto sostenuti.

3) The White Lotus – Stagione II

HBO
The White Lotus 640×360

Siamo soltanto alla seconda stagione di The White Lotus ma questa serie antologica creata, scritta e diretta da Mike White per la HBO ha davvero già detto tanto. Dieci sono soltanto gli Emmy che ha vinto finora ma il palmares sembra destinato a crescere di anno in anno.

Due degli Emmy del 2022 sono andati a Cristobal Tapia de Veer, compositore della colonna sonora e della meravigliosa Renaissance! la musica che accompagna le meravigliose immagini della sigla iniziale.
ll lavoro creativo dietro la sigla iniziale è stupendo. Le immagini, recuperate dalle stanze di una Villa, ora albergo, a Palermo, raccontano una storia, forse addirittura un’opera teatrale in tre atti. Inizialmente quiete, quasi bucoliche, le immagini evidenziano dettagli che via via diventano più scabrosi. Sesso e morte, più rimandi alla mitologia greca, il tutto condito con un vocalizzo che poi si trasforma in una sorta di jodel. Le voci si accumulano e crescono fino a esplodere in un trascinante e coinvolgente finale.
Non è un caso che questa musica sia stata più volte remixata da importantissimi dj e suonata nelle discoteche di tutto il mondo!

4) True Blood

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Andata in onda tra il 2008 e il 2014 True Blood è una serie horror targata HBO dedicata principalmente ai vampiri e al posto che occupano all’interno del mondo dopo che è stato scoperto un prodotto sintetico simile al sangue. Ideata e scritta da Alan Ball, già showrunner di Six Feet Under, sempre per la HBO, la serie vede come protagonisti, tra gli altri, Anna Paquin e Stephen Moyer nei panni di Sookie Stackhouse, telepate umana, e Bill Compton vampiro di lei innamorato, e ricambiato.

La sigla iniziale utilizza una canzone di Jace Everett, cantautore e musicista americano: Bad Things. La canzone accompagna una intensa carrellata di immagini che raccontano il sud degli Stati Uniti ambientando immediatamente il telespettatore. Le immagini mischiano luoghi paludosi e situazioni estreme, tra il sacro e il profano, sfruttando un po’ quelli che sono gli stereotipi della Louisiana, stato nel quale è ambientata la serie. Una scelta voluta da Alan Ball che si è affidato alla Digital Kitchen la quale ha saputo accontentarlo accostando temi razziali, religiosi e sessuali. La sigla, un POV intorbidito, copre l’arco temporale di una giornata e si conclude con un battesimo nell’acqua, come a voler simbolicamente purificare nuovamente l’essere umano.

5) Six Feet Under

HBO
Six Feet Under 640×360

Altro grande successo di Alan Ball, altro successo per la HBO, Six Feet Under è una serie corale che racconta la vita dei membri di una famiglia che gestisce un’impresa di pompe funebri a Los Angeles. La serie è considerata una delle prime ad affrontare con una certa profondità l’argomento della morte e ha riscosso, tra il 2001 e il 2005, un grandissimo successo internazionale.

Su uno sfondo azzurro come il cielo la sigla inizia con un accordo fortissimo nel registro acuto del pianoforte. Un richiamo, quasi uno squillo. Un colpo che attira su di sé l’attenzione. L’accordo si ripete due volte mentre la camera scende inquadrando la chioma di un albero e poi un prato e due mani, una maschile e l’altra femminile, che si lasciano andare. La musica poi introduce un pizzicato di archi, un motivo allegro, ben distante dalla tragedia della morte. Le immagini proseguono e mentre un cadavere viene spinto verso la luce un oboe compie degli ammiccanti melismi. Gli elementi sonori, composti da Thomas Newman (15 candidature agli Oscar, un vero record!), danno leggerezza alle immagini che invece raccontano la dipartita. Questo contrasto è perfetto perché riassume magnificamente il senso della vita che scorre senza sosta, senza guardare in faccia nessuno.

6) Band of Brothers

Band of Brothers 640×360

La miniserie della HBO composta da dieci episodi che racconta le gesta di una unità dell’esercito americano durante la Seconda Guerra Mondiale, dallo sbarco in Normandia alla presa del castello dov’era solito trascorre le vacanze Hitler, è un piccolo capolavoro. Del resto i produttori esecutivi sono niente meno che Tom Hanks e Steven Spielberg.

La sigla di Band of Brothers rasenta la perfezione soprattutto grazie alla musica composta da Michael Kamen, candidato a due premi Oscar per Robin Hood – Principe dei ladri (1992) e Don Juan DeMarco – Maestro d’amore (1996). Il compositore americano utilizza elementi sonori che rimandano fin da subito a qualcosa di epico e immortale, al sacrificio, a qualcosa che se non si è vissuto non si può comprendere. Mentre scorrono le immagini delle imprese della Compagnia Easy, dal campo di addestramento a quelli dell’Europa, la musica si impreziosisce di voci femminili e si lancia una progressione ascendente che culmina in un intenso momento di sospensione per poi chiudere sull’immagine della banda dei fratelli.

7) The Leftlovers – Stagione 1

HBO
The Leftlovers 640×360

Creata da Damon Lindelof su un romanzo di Tom Perrotta Leftlovers è una serie che riunisce in sé elementi del giallo poliziesco con quelli soprannaturali e fantastici. La serie è andata in onda per tre stagioni tra il 2014 e il 2017 e ha come protagonisti Justin Theroux, Carrie Coon e Christopher Eccleston.

Per la sigla di apertura della prima stagione la produzione ha chiesto al compositore britannico Max Richter di comporre la musica che accompagnasse le immagini di apertura. Il tema musicale è affidato a uno strumento ad arco solista che ripete senza interruzione la stessa melodia composta da due frasi musicali. L’irrequieta melodia viene poi rinforzata da un pieno orchestrale che la porta, in crescendo, verso la fine dove resta soltanto un’unica, acuta nota, paragonabile al grido di un bambino.
Mentre la musica ci trasporta attraverso i suoi intervalli le immagini raccontano la disperazione del distacco, di chi parte e chi resta, attonito.

8) Succession

Succession 640×360

Creata da Jesse Armstrong, Succession è una dramedy dagli intensi risvolti satirici che ha debuttato sulla HBO nel 2018 e si è conclusa proprio poche settimane fa.

La serie è incentrata sulla famiglia Roy, proprietaria di un importante e potente conglomerato di media, e sulle difficoltà che ha per cercare di mantenere il controllo dell’azienda di famiglia considerata la salute del fondatore.

La sigla di Succession mostra un mélange di immagini del passato e del presente. Nelle prime è presente una sorta di narrazione famigliare, ripresa attraverso una cinepresa Super8, che racconta potere e ricchezza. Nelle secondo, invece, vediamo l’espressione di questo potere e di questa ricchezza attraverso imponenti grattacieli e immagini di media.
Ad accompagnare questo racconto c’è la musica di Nicholas Britell, candidato a tre premi Oscar e vincitore di un Emmy proprio per questa sigla.
Britell ha creato un piccolo gioiello mischiando melodie classiche a ritmi hip hop. Questo miscuglio, perfettamente funzionante, non permette allo spettatore di avere un’idea chiara di quello che lo aspetta oltre i titolo di testa. La melodia principale inizialmente è affidata al registro acuto del pianoforte. Poi agli strumenti ad arco e agli ottoni. Apparentemente semplice la sigla è caratterizzata da dissonanze e ritmi in levare che danno l’impressione di stare per mettere un piede in fallo mentre il destino incombe.

9) True Detective – Stagione 1

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True Detective 640×360

La prima stagione della serie antologica ideata e scritta da Nic Pizzolatto per la HBO è andata in onda nel 2014 ottenendo un successo strepitoso sia di pubblico che di critica. È considerata un esempio di come le serie devono essere scritte, dirette e interpretato.

Essendo una serie antologica che rinnova il suo cast e l’ambientazione ogni stagione i ‘produttori e gli autori hanno deciso di fare altrettanto per la sigla. Per la stagione d’esordio è stata scelta come musica la canzone Far From Any Road degli The Handsome Family. Si tratta di una canzone country alternative che alterna la voce maschile a quella femminile mentre scorrono le immagini della Louisiana.

10) I Soprano

I Soprano 640×360

Considerata tra le più grandi e influenti serie televisive di inizio millennio, i Soprano è una serie televisiva che ha fatto veramente la storia tanto da essere reputata la capostipite della seconda Golden Age della televisione. Creata da David Chase, vincitore di sette Emmy, i Soprano racconta la complicata vita di Tony, boss della mafia, alle prese con le crisi di panico.

La sigla iniziale mostra proprio Tony, seduto in macchina intento a fumare il caratteristico sigaro, alle prese con un viaggio tra il New Jersey e New York. Le immagini raccontano la periferia della Grande Mela. Commovente la presenza delle Torri Gemelle non ancora abbattute dagli attentati dell’11 settembre. Ad accompagnare il viaggio c’è Woke Up This Morning degli Alabama3, un gruppo inglese con un sound che spazia dal country al acid house passando per il blues. La canzone, tratta dall’album Exile on Coldharbour Lane del 1997 è perfetta per catapultare lo spettatore immediatamente nel giusto mood.

11) Boardwalk Empire

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Boardwalk Empire 640×360

La serie con protagonista Steve Buscemi è andata in onda tra il 2010 e il 2014 sulla HBO. Creata da Terence Winter la serie racconta l’epopea di Nucky Thompson, re di Atlantic City, durante l’epoca del Proibizionismo.

Probabilmente, di questo lungo elenco, la sigla di Boardwalk Empire è quella più semplice ed esplicativa. Non ci sono simbolismi né immagini oniriche. Anche se una peculiarità, rispetto a tutto lo show ce l’ha: quella di utilizzare una musica contemporanea anziché una degli anni Venti come invece sono le musiche della colonna sonora.
Mentre Steve Buscemi osserva l’orizzonte di fronte all’oceano che lentamente trasforma l’acqua in bottiglie di alcol di contrabbando (una versione proibizionista del miracolo della trasformazione dell’acqua in vino?) come accompagnamento c’è la versione strumentale di Straight Up and Down dei The Brian Jonestown Massacre band nata in California negli anni Novanta e ancora oggi attiva.
La canzone rock potrebbe stridere con gli eleganti abiti indossati da Steve Buscemi, a cominciare dalle meravigliose scarpe Oxford marroni. In realtà la scelta di Terence Winter è perfetta perché la musica è una scarica di adrenalina potente che dà la giusta carica per affrontare il mondo gangsteristico di quegli anni.

12) Carnivàle

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Carnivàle 640×360

Andata in onda per due stagioni, tra il 2003 e il 2005, Carnivàle è un’affascinante serie ambientata negli anni della Depressione americana creata e scritta da Daniel Knauf, con protagonisti, tra gli altri Michael J. Anderson e Adrienne Barbeau. La serie, nel raccontare le vita di un gruppo di persone appartenenti a un luna park itinerante, combina elementi surreali, mitologici e religiosi in un’atmosfera cupa e inquietante.

La sigla iniziale, curata da uno studio di arti grafiche e design di Los Angeles, l’A52, il quale ha utilizzato una musica composta da Wendy Melvoin e Lisa Coleman (compositrici della colonna sonora di Heroes), ha vinto l’Emmy nel 2004.
Le immagini alternano le carte dei tarocchi e spezzoni di filmati d’epoca che raccontano un mondo inquietante. Si vede povertà assoluta, terreni incolti e polverosi. Dittatori feroci e incappucciati razzisti ma anche momenti di speranza e di distrazione concludendosi con le simboliche carte dell’eterna lotta tra il Bene e il Male. Proprio questo dualismo è bene evidenziato nella scelta strumentale e negli effetti sonori. Un ritmo incalzante eseguito da percussioni sembra portare avanti la vita senza sosta mentre il tema principale, attraverso un interessante uso del semitono, lascia tutto molto sospeso.