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7 attori delle Serie Tv che sono stati sottovalutati ingiustamente per troppi anni

Il giudizio, spesso basato sulla soggettività, può portarci a prendere delle cantonate di proporzioni bibliche. Per esempio: sottovalutare una serie di attori che, pur avendo una carriera più o meno avviata, hanno sempre avuto ruoli marginali in film e serie televisive. O, hanno sempre interpretato un certo ruolo perché, a detta della critica e dei produttori, calzava loro a pennello. Attori che si riconoscono immediatamente perché dotati di un talento capace di bucare lo schermo ma ancora in quel limbo che li tiene lontani dall’essere delle vere e proprie star. Perché quelli bravi, quelli veramente bravi, lo sono anche in una semplice particina a margine. E fanno, sempre, la differenza.
Nel creare questa lista abbiamo constatato che spesso nei confronti di certi attori si crea una sorta di pregiudizio. Magari perché troppo belli e usati per questo soltanto nelle commedie romantiche. O l’esatto opposto e quindi adatti alle commedie demenziali.
Magari perché in passato sono stati protagonisti di sitcom famigliari, come Bryan Cranston. O hanno dedicato gran parte della loro vita a scrivere gag per altri, come Bob Odenkirk.

Poi, un giorno, li vediamo interpretare il ruolo della vita, spesso drammatico (ma non necessariamente drammatico), e ce ne innamoriamo, chiedendoci da dove sbuchino fuori, come sia possibile non averli conosciuti prima. Apriamo la loro pagina IMDb e scopriamo che hanno una lunghissima carriera. In maniera compulsiva cominciamo a recuperare le loro passate interpretazioni per capire come sia possibile che attoroni, con la A maiuscola, siano stati per così tanti anni sottovalutati. Senza trovare la giusta risposta.
L’elenco è incredibilmente vasto: gli attori sottovalutati sono davvero tanti. Per moltissimi il ruolo della vita non arriva mai. Per altri, più fortunati invece, arriva dando loro il successo ma soprattutto ricompensandoli dell’immenso torto subito.

1) Bryan Cranston

Bryan Cranston
Bryan Cranston 640×360

Tre, due, uno. Partiamo subito col botto: Bryan Cranston. Già si sentono le voci della folla risentita: “ma come?!”. Beh, sì, Bryan Cranston. Quello che ha vinto quattro Emmy come miglior attore protagonista per il personaggio di Walter White in Breaking Bad, personaggio che lo ha reso celebre in tutto il mondo e che lo ha visto candidato nove volte agli Screen Actors Guild Awards vincendone quattro. Quel Bryan Cranston che, sempre per Walter White, è stato candidato a cinque Golden Globe vincendone uno. Proprio lui. Esattamente.
Un attore che fino al 2008 è certamente stato sottovalutato seppure avesse nel suo curriculum una paio di ruoli piuttosto importanti come quello di Tim Whatley, tra il 1994 e il 1997, nella serie Seinfeld o come quello di Hal, tra il 2000 e il 2006, in Malcolm in the Middle. Due ruoli che, probabilmente, lo hanno posto in quell’elenco di attori e attrici tenuti poco in considerazione. Ingiustamente, nonostante avesse già mostrato un talento cristallino.

La carriera di Bryan Cranston, nato nel 1956, inizia nel 1982 con una parte nel telefilm CHiPs. Nel corso degli anni i ruoli a lui affidati sono decisamente minori e, spesso, in comedy senza particolare successo. Nel 1998 c’è un evento importante, indubbiamente, per la sua carriera: ha una parte in un episodio di X-Files scritto e diretto da Vince Gilligan. Un segno del destino? Quasi certamente. L’autore e regista, infatti, ha di Bryan Cranston, un ottimo ricordo tanto da consigliarlo per la parte di Walter White al momento opportuno.
La carriera dell’attore, comunque, prosegue senza particolari impennate, anche se, comunque, le sue interpretazioni non passano mai in sordina. Fino ad arrivare al ruolo della vita: quello di Walter White. Successivamente la qualità delle richieste per averlo si moltiplica esponenzialmente e Bryan Cranston ottiene, finalmente, meritato riconoscimento che si traduce in una candidatura all’Oscar per il film Trumbo, diretto da Jay Roach.
Bryan Cranston, oltre a essere l’attore che tutti, oggi, conosciamo, è anche un doppiatore fenomenale e un attore di teatro decisamente notevole avendo vinto due Tony, l’equivalente degli Emmy, come miglior attore protagonista di una commedia con il ruolo del presidente Lyndon B. Johnson in All the Way di Robert Schenkkan.

2) Bob Odenkirk

Bob Odenkirk 640×360

Di qualche anno più giovane rispetto a Bryan Cranston, Bob Odenkirk è un altro di quegli attori che è stato troppo lungamente sottovalutato. La sua carriera inizia al Saturday Night Live, come scrittore di sketch fortemente umoristici. Il suo lavoro al SNL è durato tra il 1987 e il 1995. Nel 1992 è scrittore anche per il The Ben Stiller Show e per il Late Night with Conan O’Brien.
Le qualità di scrittore di Odenkirk lo portano a scrivere per altri show televisivi nei quali interpreta anche diversi personaggi da lui inventati. Tra il 1995 e il 1998, in coppia con David Cross, il futuro Saul Goodman ha il suo primo show comico sulla HBO. Uno show che lo vedrà candidato a quattro Emmy senza però vincerne nessuno. Non importa, proprio grazie a questo spettacolo Bob Odenkirk viene preso in considerazione per il ruolo dell’avvocato truffaldino in Breaking Bad. Le sue capacità attoriali hanno obbligato gli autori a sviluppare il personaggio inizialmente previsto per soltanto tre puntate. È diventato, invece, personaggio ricorrente fino a ottenere una serie tutta sua: Better Call Saul, uno spin-off a dir poco monumentale.

Il successo derivato dal personaggio di Saul Goodman ha permesso a Odenkirk di ottenere la stella sulla Walk of Fame di Hollywood accanto a quella dedicata a Bryan Cranston, inaugurata il giorno della messa in onda del primo episodio dell’ultima stagione di Better call Saul.
Nonostante il successo ottenuto come interprete l’attore ha continuato a scrivere producendo un altro show televisivo insieme a David Cross. Inoltre ha fondato una casa di produzione con l’intento di produrre, e magari scrivere, film di una certa rilevanza sociale.

3) Jon Bernthal

Jon Bernthal 640×360

Naso da pugile, con quell’aria perennemente sopra le righe, Jon Bernthal ha dato il volto a Shane, personaggio creato da Robert Kirkman per The Walking Dead. Un ruolo che ha spaccato l’opinione pubblica: da una parte apprezzatissimo, dall’altra odiatissimo. E, dando un’occhiata alla sua carriera post The Walking Dead, ci verrebbe da pensare che troppi facessero parte del secondo gruppo.
Al di là del gusto personale è innegabile che la scelta di Jon Bernthal sia stata azzeccata e la sua interpretazione decisamente intensa.
Nonostante ciò l’attore, nato nel 1976, ha proseguito la sua carriera relegato a ruoli secondari, anche se quasi sempre elogiati dalla critica, come per esempio in Fury accanto a Brad Pitt.

La svolta e il riconoscimento della sua carriera è avvenuto con l’interpretazione di Frank Castle, aka The Punisher in Daredevil. La sua interpretazione del personaggio fumettistico è stata elogiata da critica e pubblico. Persino il fumettista Gerry Conway, co-creatore di The Punisher ha affermato che di tutte le interpretazione viste sul piccolo e grande schermo quella di Jon Bernthal è stata, in assoluto, la più emozionante e convincente, tanto che Netflix ha deciso di ordinare una serie dedicata al personaggio.
Grazie a questo ruolo la carriera di Jon Bernthal ha finalmente svoltato e l’attore ha ricevuto il giusto riconoscimento. Gli sono stati affidati ruoli piuttosto importanti in diverse produzioni come I segreti di Wind River, scritto e diretto da Taylor Sheridan.
Recentemente è stato protagonista in We Own This City, di David Simon (creatore di The Wire) e in American Gigolo di David Hollander (creatore di Ray Donovan).

4) Sam Elliott

Bryan Cranston
Sam Elliott 640×360

Sam Elliott è uno di quegli attori che tutti apprezzano quando lo vedono sul piccolo o grande schermo ma che nessuno ricorda se si deve parlare di grandi interpreti. Eppure, signore e signori, siamo di fronte a un grande.
Con il suo fisico allampanato, i baffoni e la voce bassa e profonda, Sam Elliott è una dei più importanti caratteristi viventi, soprattutto adatto per le parti minori nei film western. E di fatti la sua carriera inizia proprio come giocatore di carte nel classico Bucth Cassidy e Billy the Kid. La sua carriera prosegue interpretando ruoli minori alternandosi tra film e serie televisive fino al 1998 quando interpreta Lo straniero nel capolavoro dei fratelli Cohen Il grande Lebowski.
Nel 2013 prende parte per tre episodi alla sitcom Parks and Recreation e nel 2018 è protagonista de L’uomo che uccise Hitler e poi il Bigfoot, una strana fantavventura scritta e diretta da Robert D. Krzykowski che non ebbe grande successo ma che portò l’attore a essere conosciuto e apprezzato anche dal grande pubblico.

Sam Elliott viene finalmente riconosciuto con l’interpretazione di Beau Roosevelt Bennett nella sitcom The Ranch, insieme ad Ashton Kutcher e Danny Masterson, in onda su Netflix tra il 2016 e il 2020. Ma soprattutto grazie all’interpretazione di Bobby Maine, in A Star is Born, scritto, diretto e interpretato da Bradley Cooper insieme a Lady Gaga. La sua interpretazione gli è valsa la candidatura all’Oscar e quella agli Screen Actors Guild Award come miglior attore non protagonista.
Nel 2021 è parte del cast di 1883, miniserie prequel di Yellowstone, ideata da quella fulgida mente di Taylor Sheridan.

5) Vince Vaughn

Vince Vaughn 640×360

Vince Vaughn non è certamente tra i più conosciuti attori di serie televisive. Ed ha su di sé appiccicata quell’etichetta che lo qualifica come attore comico incapace di valorizzarsi con altri registri. La carriera dell’attore nato nel 1970 lo vede protagonista in ruoli minori di serie televisive minori. Un primo ruolo importante ce l’ha nel sequel The Lost World: Jurassic Park, diretto da Steven Spielberg, insieme a Julianne Moore e Jeff Goldblum, uscito nelle sale nel 1998.
Negli anni Duemila inizia il suo sodalizio con Ben Stiller. I due reciteranno insieme in Dodgeball e in Starsky & Hutch tanto da entrare a far parte del gruppo Frat Pack, ossia quegli attori che tra la fine degli anni Novanta e la prima decade degli anni Duemila hanno recitato, insieme, in diverse commedie (fanno parte del gruppo Jack Black, Luke e Owen Wilson, Will Ferrell e Steve Carell).

Poi, sorprendentemente, Vince Vaughn è stato scelto per la seconda stagione di True Detective insieme a Colin Farrell e Rachel McAdams. La sua interpretazione ha sorpreso sia la critica che il pubblico, quasi increduli delle sue capacità di attore drammatico. Con questo ruolo Vince Vaughn si è aperto una nuova strada che gli permette di ampliare la sua carriera senza però dimenticare le sue origini. L’attore, infatti, dopo l’interpretazione in True Detective ha alternato ruoli drammatici (La battaglia di Hacksaw Ridge) ad altri più leggeri (Curb Your Enthusiasm).
In produzione per Apple+ c’è una serie drammatica dove sarà protagonista nel ruolo di un ex poliziotto, intitolata Bad Monkey.

6) Steve Carell

Bryan Cranston
Steve Carell 640×360

Oggi chi non conosce Steve Carell? Eppure fino a un certo punto la carriera dell’attore nato nel 1962, forse anche per colpa dei suoi ruoli esclusivamente comici, era certamente sottovalutata.
La sua carriera, comunque, inizia piuttosto tardi. Fino alla fine degli anni Novanta per lo più ha recitato in show televisivi e in spettacoli teatrali. Poi nel 2005 il successo con il ruolo di Michael Scott in The Office. Contemporaneamente diverse pellicole cinematografiche sono stata trasmesse con lui protagonista: 40 anni vergine, Vita da strega, Un’impresa da Dio, Agente Smart – Casino totale, tra le tante.
Nel 2006 però ha il suo primo ruolo drammatico in Little Miss Sunshine, un ruolo per il quale pubblico e critica sembrano accorgersi che l’attore non sia soltanto capace di far ridere ma anche emozionare.
Terminata l’avventura in The Office Carell farà tre puntate in Web Therapy con Lisa Kudrow (con la quale recitare anche in Space Force) per poi affrontare quello che probabilmente è il ruolo che lo renderà un attore a 360° dandogli finalmente il giusto posto nell’Olimpo degli attori: John du Pont in Foxcatcher: Una storia americana, ruolo per il quale sarà candidato agli Oscar come migliore attore protagonista.
Tra il 2015 e il 2018 sarà protagonista di diversi, interessanti, film come La grande scommessa, La guerra dei sessi, Vice, e Benvenuti a Marwen.

Per quanto riguarda la televisione, Steve Carell è stato ancora un grandissimo interprete in The Morning Show accanto a una splendida Jennifer Aniston. Per Carell il ruolo di Mitch Kessler gli è valsa la candidatura agli Emmy e agli Screen Actors Guild Awards. Quest’ultima candidatura è stata anche presentata per il suo ruolo in The Patient dove interpreta uno psicoterapeuta tenuto in ostaggio da un serial killer che sta cercando aiuto per frenare i suoi istinti omicidi.

7) Matthew McConaughey

Bryan Cranston
Matthew McConaughey 640×360

Per un lunghissimo periodo della sua carriera Matthew McConaughey è stato considerato un sex symbol. Eppure la sua carriera aveva preso inizio con una serie di film drammatici piuttosto importanti come Il momento di uccidere, Amistad, Contact e U-571.
Poi, tra il 2001 e il 2011 l’attore ha interpretato una sfilza di commedie romantiche come Prima o poi mi sposo o Come farsi lasciare in 10 giorni o ancora La rivolta delle ex. Ma non solo poiché è stato coprotagonista con Al Pacino di Rischio a due o nel film comico Tropic Thunder insieme a Robert Downey Jr, Tom Cruise e Jack Black.

Tra il 2011 e il 2014 l’attore ha sentito la necessità di cambiare qualcosa nella sua vita “perché“, dice lui stesso, “venivo sempre scelto per ruoli in commedie romantiche ma sentivo il bisogno di qualcosa di più intenso”. Non che abbia rinnegato se stesso: semplicemente ha scelto di ampliare il suo repertorio di attore affrontando altri temi e altri ruoli.
Come per esempio, nel 2013, quello di Ron Woodroof in Dallas Buyers Club, ruolo che lo ha visto vincere uno Screen Actors Guild Award, il Golden Globe e l’ Oscar come migliore attore protagonista. E l’anno successivo la mastodontica, seppur brevissima, interpretazione di Mark Hanno in The Wolf of Wall Street, diretto da Martin Scorsese.

Sono probabilmente questi due ruoli che lo hanno portato a interpretare la prima stagione di True Detective, insieme a Woody Harrelson, un ruolo, l’unico finora per la televisione escludendo qualche parte qua e là, che la critica ha ampiamente apprezzato e che lo ha portato alla candidatura di un Emmy e di un Golden Globe.