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Howard Hamlin e Chuck McGill: quando la cieca devozione arriva a ucciderti

Vince Gilligan ci ha insegnato a non limitarci mai a valutare a primo impatto nessuno dei suoi personaggi, stesso identico discorso sia per Breaking Bad che per Better Call Saul. Soprattutto in quest’ultimo caso, l’ambiguità morale del suo protagonista si riversa addosso a una lunga sfilza di persone, le quali spesso e volentieri appaiono odiose per colpa del rapporto che hanno con Jimmy, un uomo totalmente incapace di rispettare alcun tipo di limite, la cui vicinanza porta solo ed esclusivamente problemi, come provato proprio dalle figure di Howard Hamlin e Chuck McGill, il suo nemico giurato e suo fratello maggiore.

Jimmy casus belli

Better call Saul
Better Call Saul (640×427)

Howard e Chuck sono accomunati da quello che, a prima vista, può sembrare un senso di odio incondizionato nei confronti di Jimmy, seppur in modo totalmente diverso. Chuck farebbe bene eccome a odiare suo fratello. Il temperamento immorale e ribelle del protagonista di Better Call Saul ha portato il sangue del suo stesso sangue e fare qualsiasi cosa pur di vederlo cadere, stremato e avvelenato dalle angherie subite per tutta la vita. Stesso discorso vale per Howard, seppur in modo diverso. L’avvocato platinato non ha fatto altro che difendere la propria immagine, la sua inscalfibile sicurezza apparente, che dopo la morte di Chuck, un po’ per senso di rivalsa personale, un po’ per banale invidia, è diventata l’obiettivo numero uno di Jimmy. Questi due personaggi rappresentano più di chiunque altro, nella propria consequenzialità, il forte senso di insoddisfazione personale che muove e che ha sempre mosso Saul Goodman non soltanto per quel che si vede in Better Call Saul, ma in tutta la sua vita. Chuck era il fratello più grande, integerrimo e inarrivabile, talvolta protetto da Jimmy, che gli era quasi devoto, in un certo senso, seppur rigorosamente al di fuori dell’ambito lavorativo, dove infatti non esita nemmeno un istante a infangarlo utilizzando i metodi più meschini, arrivando perfino a utilizzare la sua stessa malattia (l’ipersensibilità elettromagnetica) contro di lui. Howard, invece, è colpevole di essere la rappresentazione di ciò che Jimmy sarebbe dovuto e potuto essere, ma non è mai stato. La tragica morte di Chuck ha accelerato il processo di distruzione di Howard, un processo che col tempo diventa l’unico scopo di vita di Saul, anche più di qualsiasi sporco quattrino guadagnato o guadagnabile, per pura rivalsa personale. La mente di Jimmy è sempre stata quella di un genio assoluto, e non ha faticato troppo per smontare pezzo dopo pezzo, senza che Howard se ne rendesse conto, l’intero castello di carte che questi si era costruito attorno (in questo articolo vi avevamo parlato di ossessione).

Morire con dignità

Chuck McGill (640×360)

Ciò che accomuna questi due straordinari personaggi va ben oltre il rapporto che avevano con il protagonista di Better Call Saul. Howard e Chuck sono due “finti” villain, odiati per via delle circostanze, ma soprattutto per quell’insostenibile condizione per cui, nell’universo disegnato da Gilligan, non c’è alcun posto: la moralità. Perché per quanto fastidiosi nei modi, Howard e Chuck erano accomunati dall’ardente passione per la propria disciplina, erano due onesti e rigidi avvocati, in grado di costruire un impero sfavillante e di gestire al meglio la propria fortuna, almeno fino alla malattia di Chuck. Jimmy, per quelli della HHM, non era e non poteva essere un problema, eppure è riuscito a distruggerla lentamente, in un modo o nell’altro. Chuck ha trascinato i problemi con suo fratello in ambito lavorativo, ed è stata quella la mossa più costosa che potesse fare. Ma questi non l’ha fatto con il reale obiettivo di distruggere una volta per tutte il fastidioso e pericoloso fratello minore, quanto più è stato mosso da un senso di speranza e protezione per cui, nella sua mente, far rendere conto a Jimmy di quanto fosse meschino e arrivista, lo avrebbe portato a cambiare. Ma ormai, come ben sappiamo, quella ferita era impossibile da rimarginare, perché Jimmy, per Chuck, è sempre stato il volto del suo stesso fallimento, come figlio, come fratello, e dalla malattia in poi anche come compagno e come avvocato. La sua morte doveva avvenire in quel modo, perché per un’ultima volta Chuck aveva il diritto di fare rumore, di essere ascoltato da qualcuno, puntando il dito contro suo fratello che, effettivamente, da quell’incidente, non è stato mai più lo stesso.

Howard Hamlin (640×360)

Howard, per sua sfortuna, è stato soltanto una valvola di sfogo. Il primo scoglio cui aggrapparsi mentre un torrente di sensi di colpa investiva e travolgeva il fu Jimmy, ormai Saul.

Howard è sempre stato l’uomo giusto ma nel posto sbagliato, per tutta la durata di Better Call Saul.

Ed infatti, mentre Jimmy si dilettava a realizzare assurdi e strampalati quanto geniali piani per distruggerlo, Howard non poteva minimamente immaginare che cosa avesse in serbo il destino per lui, tutto per colpa di un uomo che per soldi aveva accettato di aiutare materialmente un narcotrafficante, aprendosi la strada verso una vita a tu per tu con il crimine, come se fosse una droga della quale non si riesce a fare a meno. Howard, in un certo senso, è morto con dignità. Non apparentemente, perché per anni, secondo tutti, è stato un tossicodipendente con il cervello letteralmente bruciato dalla cocaina, un marito infedele e un viscido imbroglione, quando invece è sempre stato niente più che un uomo profondamente insicuro e sensibile, con un matrimonio che crollava sulla sua testa e una carriera da mandare avanti, costi quel che costi. La morte di Howard verrà ricordata come una delle più atroci di tutto Better Call Saul, perché improvvisa e ingiusta, da spezzare il fiato. Ma anche qui entra in gioco la devozione, perché Howard è morto con dignità, cercando di difendere con le unghie e con i denti ciò che aveva costruito e protetto per tutta la vita, ovvero sé stesso, la sua immagine, tutto ciò che gli era rimasto.

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