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5 personaggi delle Serie Tv che sarebbero stati interpretati alla grande da Anya Taylor-Joy

Anya Taylor-Joy ha visto la sua fama crescere esponenzialmente: se state leggendo questo articolo, molto probabilmente, siete tra quei milioni di follower che conta solo su Instagram. La carriera dell’attrice anglo-argentina classe ’96, con La Regina degli Scacchi (2020) ha spiccato repentinamente il volo, scalando le classifiche internazionali e arrivando ad aggiudicarsi anche il Golden Globe come miglior attrice protagonista di una miniserie. Il debutto nel mondo dello spettacolo di Anya, in realtà, era avvenuto già da qualche anno: l’avevamo vista in film come The Witch (2015) e Split (2016). Le sorprese non sono ancora finite: ben presto, saremo lieti di vederla vestire i panni di personaggi in film inediti, tra i quali: L’ultima Notte a Soho (2021) e The Northman (2022).

Anya Taylor-Joy è un’attrice poliedrica e si contraddistingue sicuramente per la forza espressiva carica di fascino gotico, dato che con uno solo sguardo l’attrice ha la forza di concentrare l’attenzione dello spettatore su di sé, mandandolo letteralmente in estasi: tramite questa connessione visiva, egli evade dalla sua fisicità per immergersi in un turbine emotivo in cui realtà e finzione seriale si incontrano e scontrano.
L’innocenza, che apparentemente l’estetica dell’attrice trasmette, ha un retrogusto ambiguo ed è proprio questa sua qualità intrinseca, tra tante altre, a renderla un attrice peculiare. Senza dubbio, anche la discrezione nella quale vive contribuisce nell’accrescere l’aura di mistero che manda i suoi fan in visibilio, poiché non è possibile prevedere quale parte di sé, quale sfumatura del suo Io, farà emergere e vivere attraverso un personaggio.

In questa sede, ci permettiamo di fantasticare: Anya Taylor-Joy quali ruoli avrebbe potuto interpretare magnificamente? Vi mostro 5 personaggi seriali papabili.

1) Daphne Bridgerton (Bridgerton)

Anya Taylor-Joy come Daphne

Bridgerton si sarà aggiudicata anche il titolo di serie più vista del duemilaventi, ma non si può dire che abbia rappresentato un prodotto nuovo: il copione è semplice e reiterato (esplicitiamo skills e abilità dei personaggi proprio qui) e in sé non è niente di impegnativo. La protagonista, Daphne, è un personaggio che pecca di credibilità e rasenta il banale; l’unica cosa che può forse contraddistinguerla è la capacità di sospirare di fronte al Duca di Hastings.
Se vogliamo trovare un attenuante a questo insieme di cliché, possiamo individuarla nel tentativo – attuato dalla serie – di alleggerire la tensione creatasi dal susseguirsi degli eventi della precedente annata.

Calvino affermava che leggerezza non è sinonimo di superficialità: perché non impegnarsi un po’ di più per definire questo personaggio? Anya Taylor-Joy avrebbe potuto soddisfare quest’ultimo desiderio. L’attrice, infatti, già in Emma (2020) ci ha dimostrato sia di saper vestire divinamente gli abiti di primo Ottocento, sia di poter conferire una certa freschezza all’atmosfera romantica. In Bridgerton la figura femminile emancipata è la sorella Eloise, ciò non toglie che, nei limiti della credibilità storica, anche Daphne avrebbe potuto mostrare un po’ di autonomia dai dettami sociali: come ha rappresentato ad esempio Anya nel film citato precedentemente, con un pizzico di ingenuità maliziosa e una attualizzazione di doti cognitivo-intellettuali maggiori – che implicassero una reciprocità più accattivante con il Duca – la personalità di Daphne sarebbe risultata meno edulcorata.

2) Marianne Sheridan (Normal People)

Normal People ci racconta la quotidianità e l’ordinario chiarendo che sotto la definizione di “normalità”, non è costruibile un modello preciso. Connell e Marianne ce lo dimostrano: la loro normalità è una costellazione di stati d’animo, pensieri e atteggiamenti annessi, tanto simili quanto diversi, simbiotici ma al contempo conflittuali. Marianne non è un personaggio di semplice interpretazione: nonostante le ottime condizioni economiche, la ragazza vive in una famiglia tossica che diviene fonte delle sue insicurezze. Marianne, di fatto, si sente inappropriata e strana nella piccola realtà socio-familiare in cui vive, perciò matura una tagliente ironia da usare sporadicamente come scudo di protezione verso un mondo nel quale non si sente né a suo agio né al sicuro.

Se, come recita l’aforisma gli occhi sono lo specchio dell’anima, Anya Taylor-Joy riuscirebbe benissimo a restituirci tramite i suoi, l’infinità di dettagli che riflettono l’interiorità di questo personaggio che cerca, nonostante le circostanze, di riconoscere il proprio valore e non dare niente per scontato, neppure l’ordinarietà. Crescendo le dinamiche cambiano, ma le insicurezze restano. La conflittualità personale si riflette su quella interpersonale provocando notevoli quantità di sofferenza, dalla quale Marianne non riesce a sbarazzarsi.
Anya, come dimostrano le varie dichiarazioni che ha rilasciato nelle interviste, ha provato innumerevoli volte simili sensazioni – come il costante senso di inadeguatezza rispetto ai vari ambiti della sua vita – perciò non fallirebbe in questo ruolo.

3) Angela Moss (Mr. Robot)

Anya Taylor-Joy come Angela

Rimanendo in tema “persone normali”, dobbiamo citare Angela di Mr. Robot. Portia Doubleday ci ha restituito la figura di una persona che si è creata a immagine e somiglianza del dolore: la morte della madre durante l’infanzia la segnerà per sempre, giacché sarà proprio questa assenza, sia fisica che metaforica, a determinarne i comportamenti. Inizialmente Angela sembra ricoprire un ruolo marginale: sminuita sul lavoro, tradita dal fidanzato e dagli amici, vittima di vari raggiri, la vediamo preferire la passività e il silenzio rispetto all’autodeterminazione – le poche volte che prova a far sentire la sua voce i risultati che ottiene sono tutto fuorché lusinghieri – quindi, la prima emozione che è lecito provare è la compassione. Non occorre procedere in commiserazioni dato che, il personaggio di Angela è uno tra quelli che, nel mondo seriale, compie un percorso di formazione ed evoluzione lodevole. Lodevole non significa né che sia eclatante né tantomeno sempre moralmente valido: considerando sia il contesto in cui si viene a trovare di volta in volta, sia i vari personaggi – con opportune “maschere”- con cui si trova a interagire, non siamo tenuti a giudicare.

Anya Taylor-Joy ha un certo talento nell’impersonare individui intenti a fronteggiarsi continuamente con se stessi. Trovare in sé un ostacolo, piuttosto che un alleato, implica dover indagare la propria personalità al fine di raggiungere un equilibrio. Crescere significa proprio questo: Anya interpretando Beth Harmon ci ha restituito la genesi e lo sviluppo di una ragazza con innumerevoli problemi e mancanze alle spalle, per questo il ruolo di Angela le calzerebbe perfettamente. Inoltre, ricordiamo che l’attrice ha familiarità anche con trame drammatiche e ansiogene come ad esempio quella di Split, quindi nel contesto di Mr. Robot non stonerebbe sicuramente

4) Serena Joy (The Handmaid’s Tale)

Yvonne Strahovski è stata talmente brava a recitare questo personaggio tanto da farcela odiare: chiunque abbia guardato The Handmaid’s Tale, leggendo il nome Serena Joy proverà un particolare ribrezzo, oltre a un certo timore. Alla compostezza e all’eleganza esteriore, nel definire questo soggetto, si aggiungono crudeltà, violenza e frustrazione. Parliamo di una donna che ha contribuito a creare una dittatura fondata sulla sottomissione autoritaria di tutto il genere femminile, riducendo la sua stessa esistenza sotto l’etichetta di moglie di un Comandante di Gilead.

Anya Taylor-Joy avrebbe potuto interpretare questa parte? Io credo di sì. Prima di gridare allo scandalo per questa affermazione, vi accompagno nella mia riflessione. The Handmaid’s Tale è una serie che innalza la fotografia a protagonista, ogni elemento inquadrato non è casuale e il rimando simbolico è quasi una costante. Pensate ai numerosissimi primi piani: per poter fronteggiare la macchina da presa è necessario avere la capacità di dominare – con il proprio volto, il proprio sguardo, la propria mimica – l’obiettivo, in modo tale da ipnotizzare lo spettatore e coinvolgerlo emotivamente. La forza maggiore di Anya è proprio questa. Inoltre, immaginiamoci la resa del conflitto silente (alle volte meno) con Elisabeth Moss: entrambe padroneggiano eccellentemente le proprie caratteristiche comunicative sia verbali che non verbali. Dunque, non negherei la possibilità ad Anya di provare a interpretare questo ruolo: potrebbe dar forma a una spietatezza dalla quale potremmo rimaner positivamente stupiti.

5) Jane Margolis (Breaking Bad)

Anya Taylor-Joy come Jane

Jane Margolis fa la sua prima comparsa nella seconda stagione di Breaking Bad, all’interno della quale è anche l’ultima volta che la vediamo. Questo volto e questo nome si legano indissolubilmente a una delle scene più atroci della storia mediale, della quale tutti hanno memoria: la sua è una vera e propria morte indimenticabile (la morte segna il corso degli eventi tanto in Breaking Bad quanto in The Handmaid’s Tale).
Jane è una sognatrice e amante dell’arte, purtroppo ha alle spalle una tossicodipendenza dalla quale, grazie al sostegno paterno, sta cercando di uscire; sotto questo aspetto, l’incontro con Jessie è fatale: i due si riflettono l’uno nell’altro, vivono le sostanze stupefacenti come un punto in comune. Vanificano entrambi le “rinunce” fatte, riprendendo le vecchie abitudini che condurranno Jane verso il punto di non ritorno: quell’ultima volta, lo sarà per forza maggiore.

Benché fragile e vulnerabile, Jane dimostra una sorta di lato oscuro quando con freddezza ricatta Walter. Questa seconda versione di Jane concorda con la sintassi attoriale di Anya Taylor-Joy. Quest’ultima, esteriormente, appare candida e innocua, ma può dar sembianze alle tendenze umane più estreme e discutibili per vestire verosimilmente i panni di un personaggio preciso e, nei film in cui ha recitato, ce lo ha dimostrato. La protagonista della Regina degli Scacchi, ad esempio, cerca di anestetizzarsi e atrofizzare i sensi tramite le utilizzo di droghe. Per fortuna, almeno in quel ruolo, la fine prospettatale è più saliente.

Queste sono cinque possibili personaggi seriali che Anya Taylor-Joy avrebbe potuto interpretare stupendamente. Voi cosa ne pensate, avete altre opinioni? Lasciatecelo sapere!

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