Ma quant’è divertente svegliarsi un po’ giudici una mattina d’estate! Ebbene, oggi è arrivato il momento di indossare il monocolo da detective e osservare da più prospettive l’ormai celeberrimo Antony Starr. Questo performante attore può adesso pretendere la sua stella sulla Walk of Fame (qui il sito ufficiale) per il suo strabiliante personaggio in The Boys, ma non è tutto. Sono altre (non troppe), le interpretazioni che hanno conferito all’artista quel quid tale da fallo emergere nel mondo televisivo.
E non è un caso che si parli di piccolo schermo. Infatti, il nostro Antony Starr non è riuscito più di tanto a brillare di luce propria con i suoi esordi al cinema. Nonostante ciò, un attore diventa un’icona quando in ogni caso riesce a trasmettere vibrazioni positive al suo pubblico. Per farlo necessita però di un innato talento, complice dell’interpretazione dei ruoli più disparati. Ma non solo, anche di una duttilità in grado di far calare la persona all’interno di più personaggi rendendoli credibili ed eloquenti in ogni caso. Tornando quindi alla nostra Star(r) neozelandese, proviamo a fare una classifica dei suoi 5 ruoli migliori esaltandone le sue invidiabili doti. Con la promessa di non farci troppo trasportare dalla nostalgia delle sue primordiali e troppo acerbe comparse nella blasonata Xena o in Shortland Street!
5) In My Father’s Den regala un piccolo spazio a Antony Starr
La pellicola è stata diretta e scritta dal neozelandese Brad McGann nel 2004 ed ha riscosso il ben pensare della critica e la fama soprattutto in patria. La storia, tratta dall’omonimo romanzo di Maurice Gee, è abbastanza articolata e si compone di una trama fitta di flashback e plot twist. Questi però sono ancorati ad un flusso piuttosto lento e ad una prevedibile bidimensionalità dei personaggi. Il protagonista interpretato da un magistrale Matthew Chamberlain, è Paul Prior, un ex reporter di guerra che torna nella sua piccola città natale in occasione della morte dell’affezionato padre Jeff.
Legata a quest’ultimo è la famosa tana di cui parla il titolo. Si tratta di una rimessa dove l’uomo era solito sfuggire alle pressioni quotidiane inflitte dalla moglie puritana sorseggiando vino e coltivando la sua passione per la letteratura e la filosofia. Sarà qui che Paul tornerà rimembrando la sua infanzia con il padre. La renderò inoltre un rifugio in cui trascorrerà molto tempo con Celia, la figlia della sua ex fidanzata Jackie e fulcro di tutta la storia.
È proprio il confidenziale rapporto tra Paul e Celia che turba i loro familiari e la gente del posto
Quest’ultima preferiva diffondere infatti malelingue su di lui piuttosto che su Gareth, l’attuale fidanzato sborone di Jackie. Interpretato da un Antony Starr in erba, impersona il tipico partner possessivo dall’approccio territoriale e machista nei confronti della compagnia e in questo caso anche della figliastra. Gareth, con la sua canottiera sgualcita e i capelli lunghi e incolti, è infastidito dal ritorno di Paul in città, che tra le altre cose, rivendica un’implicita paternità nei confronti di Celia.
Sarà però Paul a tirare il primo pugno a Gareth dopo aver saputo che questi aveva picchiato Celia. Una volta per tutte così, vendicherà anche ulteriori episodi in cui lui aveva osato darle attenzioni inappropriate. Per questi e altri motivi, infatti, Celia si rifugiava con Paul nella sua tana. Tuttavia, giunti alla tragica scomparsa di Celia, i sospetti andranno comunque a cadere prima su Paul e poi su suo fratello Andrew, piuttosto che su Gareth. Questo perché il regista voleva far emergere tutti quei torbidi e irrisolti segreti di sangue tipici di una claustrofobica comunità di provincia.
Sembra dunque chiaro come il furbo Antony Starr riesca a cadere in piedi già in prima battuta. Che sia avvolto nella bucolica ma stagnante atmosfera della sua terra natia o plani tra i cieli di una metropoli americana con un mantello il risultano non cambia. Detto ciò, poco altro si può dire su Gareth in quanto il suo dinamismo non era previsto già in fase di scrittura. A questo proposito, di possibilità evolutive mancano anche personaggi principali come Penny, la vera assassina di Celia! Pertanto, non potevamo aspettarci di più da un fidanzato da manuale (qui parliamo delle migliori coppie delle serie tv).
4) Il nuovo sergente Charlie Lewis ha impreziosito la stagione finale di Rush
Ci troviamo sempre in Oceania, questa volta però nella splendida città-giardino Melbourne, in Australia (qui parliamo di serie australiane). Pertanto, ci riferiamo ad una Rush che poco c’entra con la serie con Tom Ellis o con il gruppo musicale canadese degli anni ’60. Al di là dell’opinabile originalità del titolo, dopo tre stagioni di procedural da copione con un andirivieni di poliziotti della Police Tactical Response, nella quarta e ultima stagione qualcosa cambia. Infatti si passerà da indagini su furti d’auto, suicidi e reati a mano armata a quelle sull’omicidio di un poliziotto. A partire da questo cold event proseguirà in un arco narrativo da serial lungo i 13 gli episodi.
Pertanto, per la stagione finale, non si poteva che pensare al più performante attore del luogo! Antony Starr interpreterà infatti in maniera prevedibilmente performante il ruolo da protagonista nei panni del nuovo sergente maggiore della squadra TR. Nonostante il ritiro di alcuni casting come Matthew Le Nevez e Libby Tanner dopo il suo debutto, la serie è ripartita al meglio dopo lo Sciopero degli sceneggiatori del 2007 e dopo il successo di stagioni come la quarta. Per queste ragioni il prodotto mantiene adesso un buon ricordo tra il suo pubblico.
Charlie Lewis fa il suo ingresso come intermediario tra la task force e la squadra TR per un omicidio ministeriale
Nel suo lavoro incontra molta resistenza e una grande mancanza di tatto da parte di colleghi poco diplomatici. Non si fa molti amici e non piace proprio a tutti. Ma magari è proprio questo cambio di rotta che lo ha reso un personaggio strategico da introdurre nello show. La squadra inoltre aveva già esaurito tutte le sue risorse narrative durante le prime stagione, è per questo che nella quarta hanno affidato ad Antony Starr le redini di una temporalità più abbondante e complesso.
Una curiosità rilevante dichiarata dall’attore è quella di non aver visto nessun episodio della serie prima di fare il provino. Un’altra invece, è che prima di questo ne aveva fatto un altro sempre per lo stesso regista John Edwards. In un ambiente professionale un po’ selettivo e ristretto come quello australiano, non è mai garantita di fatto la continuità lavorativa dei professionisti dello spettacolo. Ci si deve dare da fare in autonomia per trovare il prossimo ingaggio già il giorno successivo al trascorso incarico senza perdere troppo tempo!
Inoltre, nel contesto sono molto legati alla cultura locale. Per questo un attore neozelandese come Antony Starr avrà avuto non poche difficoltà a sembrare quanto più australiano possibile. Beh, dal suo contemporaneo successo che ci ha permesso di conoscerlo meglio, possiamo affermare che non è uno sprovveduto e che ci avrà messo tutto l’impegno necessario. Vederlo con la divisa fa inoltre un certo effetto visto che raramente lo vediamo dalla parte dei buoni. Tuttavia possiamo asserire che non è poi tanto uscito dalla sua comfort zone, in saccoccia infatti tiene comunque una pistola carica!
3) Outrageous Fortune ha segnato la prima grande “fortuna” di Antony Starr
Anche stavolta parliamo di una serie tv neozelandese del 2005 che in Italia è stata anche trasmessa in chiaro Cielo dal 2010. Al centro di questo mix perfetto tra commedia e dramma troviamo la nota famiglia di criminali West. Questa viveva da anni nel lusso perpetrando azioni illecite. La intenzioni erano però quelle di non superare il limite della violenza, tenersi fuori dal traffico di droga e non rubare in ville abitate. Non sono delle grandi attenuanti, direte voi! Non per niente il capofamiglia Walf verrà arrestato per l’ennesima volta. Questa volta però la moglie e matriarca Cheryl (Robyn Malcolm) cercherà in tutti i modi di prendere in mano la gestione della famiglia e immetterla sulla retta via.
Aprirà infatti un negozio di lingerie chiamato Hoochie Mama con cui cercherà di mantenere al meglio i suoi figli e ripulire così il nome dei West. A metterle i bastoni tra le ruote saranno però proprio i suoi stessi cari. A partire dal marito che dalla prigione si oppone al suo nuovo modus operandi a finire con il padre Ted che, seppur anziano e malato di Alzheimer, è sempre alla ricerca di amori impossibili. In tutto questo non dimentichiamo quanto può essere dura per una madre gestire dei figli ribelli e viziati. Il quartetto è composto da una due figlie adolescenti e pretenziose e due gemelli agli antipodi, Jethro e Van, interpretati entrambi da un brillante Antony Starr.
Jethro viene presentato come “l’unico West di successo”
Questi di fatto è il primo membro della famiglia West a laurearsi e voler diventare avvocato. Non per niente Cheryl nutriva grandi speranze per lui e desiderava che più di tutti tradisse l’educazione criminale ereditata dal padre. Tuttavia, anche lui si è macchiato nel tempo di qualche peccato. Ha infatti intrattenuto una relazione con la sua insegnante quando aveva solo 15 anni e il suo attuale lavoro lo aveva ottenuto solo per aver fatto credere ai suoi datori di lavoro di essere un Māori. Per molti anni inoltre Jethro ha subito i ricatti di Loretta che possedeva una foto a testimonianza della sua tresca con l’insegnante.
Van è invece il più scapestrato dei due. Vive infatti nell’ombra del padre che stima tanto e di cui in futuro vorrebbe farne le veci ostacolando la madre. Esplicativi sono gli aneddoti relativi già ai primi suoi anni di vita. Il più incredibile racconta quado rimase incastrato in un freezer da piccolo mentre giocava a nascondino. E fu proprio questo, probabilmente, a causargli i danni cerebrali collegati al suo scarso acume e al deficit dell’attenzione. Infine, ricordiamo quando a 15 anni venne espulso da scuola perché aveva defecato sotto il palco prima dell’assemblea ed era stato sorpreso con i pantaloni abbassati.
Si sarà dunque divertito Antony Starr nei panni di queste due macchiette
Entrambi sognavano un grande futuro, ma possedevano gli strumenti sbagliati per raggiungerlo. Lo show è durato sei stagioni ed è dunque diventata la serie drammatica più lunga nella storia del New England. Antony Starr ha infatti vinto l’Air New Zealand Screen Award 2007 per la sua interpretazione dei gemelli West. Era giovane e pieno di aspettative per la sua carriera, sicuramente spaventato dall’idea di non poter ottenere successo su una scala più ampia. Ciò non toglie che si sentisse comunque grato alla terra che, oltre a dargli i natali, gli aveva aperto le porte dello spettacolo. Tuttavia si sa che una persona ambiziosa è giusto che pensi sempre in grande e conservi nel cuore il progetto di superare tutti i propri limiti.
2) Banshee – La città del male è il primo successo mondiale di Starr
Ci spostiamo in territorio USA e da protagonista di una sola stagione Antony Starr è passato a essere la vera star di un’intero prodotto. Si tratta di uno show creato da David Schickler e Jonathan Tropper e trasmesso in Italia su Sky Atlantic dal 2014 al 2016. Il racconto inizia con l’uscita da prigione di un criminale senza identità che dopo aver passato quindici anni al fresco per il furto di alcuni diamanti, decide di andare alla ricerca di una certa Anastasia. La donna era la sua ex fiamma e complice del furto, nonché l’attuale detentrice della loro refurtiva.
La sua ricerca lo porterà così a Banshee (qui un articolo sulla serie). Si tratta di un’immaginaria cittadina della Pennsylvania dove troverà la Anastasia sotto le mentite spoglie di Carrie Hopewel. Qui si era fatta una nuova vita sposandosi con Gordon, con il quale aveva avuto anche i figli Deva e Max. L’uomo dunque, per poter rimanere più tempo in questa graziosa comunità abitata principalmente dalla popolazione Amish, decide di assumere l’identità del nuovo sceriffo Lucas Hood. Questi infatti era rimasto ucciso durante una sparatoria in un bar a carico degli uomini di Proctor, l’efferato criminale del luogo camuffato da rispettabile uomo d’affari.
È stata indubbiamente un’astuta trovata la sua
Infatti, nonostante Lucas compirà sempre dei furti dopo aver scoperto che i suoi diamanti erano falsi, diventerà comunque un bravo sceriffo pronto a proteggere la sua città. Non mancherà dunque un’approfondimento del profilo di questo singolare protagonista dai grandi valori umani. Prima di essere un truffaldino, infatti, era stato un soldato e aveva lavorato pure per un’unità dei servizi segreti. Tuttavia si vide costretto ad abbandonarla quando il capo dell’unità, Dalton, decise di ucciderlo. Nel corso delle stagioni avrà inoltre diverse relazioni temporanee con diverse donne come Rebecca, nipote e erede designata di Proctor, Nola e Veronica. Mentre invece si innamorerà ardentemente della collega Siobhan.
Non dimentichiamo però che le arti da gangstar non le ha mai messe da parte questo Antony Starr pre-Homelander! Nel finale della seconda stagione infatti lui e i suoi amici uccideranno gli uomini di Mr.Rabbit, il pericoloso padre di Carrie che, togliendosi la vita, renderà Lucas nuovamente libero. Siobhan, invece, morirà per mano di Chayton, che Lucas ucciderà vendicandola. Insieme a Carrie, Sugar e Job inoltre, tornerà sul campo rubando il denaro della base militare di Camp Genoa. Oltre questi appena citati, sono molti altri i momenti ad alta tensione in una tale action un po’ thriller e un po’ poliziesca sui generis.
La narrazione è qui un pretesto per l’azione
Nel flusso di fatto, il pathos estetico raggiunge vette pulp e di violenza estremizzata, non mancando allo stesso tempo di grottesco e black humor. Poco spazio si lascia all’introspezione psicologica in quanto tutto è volutamente superficiale a patinato, celebrato da scenografie e costumi d’effetto e determinanti per la storia. Banshee rappresenta dunque il paradosso secondo cui dietro una bella facciata si nascondono tutti diversi volti del male. E lo sceriffo Hood si troverà invorticato in questo turbinio senza fine, apparendo integerrimo, temerario, imparziale e combattivo come pochi. Quando si dice “l’uomo giusto al momento giusto!”.
Da comune aspirante al sogno americano di ricchezza e famiglia, Lucas si è ritrovato a fare i conti con una realtà ben diversa che nessuno come Antony Starr avrebbe potuto meglio rappresentare. È qui che inizia a sfruttare il potere dei suoi sguardi penetranti e gelidi e la perenne ambizione di averla vinta ad ogni costo. Beh, in questo caso non si tratta di arroganza assoluta! Si tratta di un intrinseco senso di giustizia e di una bramosia mossa non solo dai diamanti ma dal desiderio di ritrovare quell’amore perduto.
1) Il Patriota sfonda la classifica e asfalta l’Antony Starr del passato
Quasi tutto si è già espresso sulla figura del capo supremo dei Supes, figli prediletti della Vought e schiavi del Comp-V. Erede del famigerato e invincibile Soldatino, Patriota appare come il suo degno rappresentante. Tuttavia lo emulerà dal punto di vista di un estetica smagliante, di un approccio entusiasta alla vita e una serie di bei discorsi imbastiti per dire tutto e il suo contrario. Il populismo, volto a nascondere le tendenze conservatrici per non dire antiprogressiste e suprematiste, è infatti la sua arma principale e la più odiata dai temerari Boys.
Questo titanico scontro tra le due fazioni sembra avere un arco temporale e narrativo ben definito sin dall’inizio e orientato a una fine ultima non così distopico-mitologica come si pensa. Evidente è infatti in questo cult l’eterna diatriba tra male e bene. E mentre la prima cerca di camuffarsi e confondere le sue atroci azioni, la seconda appare trasparente e pronta a mostrare il marcio senza nascondersi. Patriota diventa dunque portavoce di una realtà americana fatta di pubblicità sempre sul pezzo, di fama, potere, nonché di integralismo e superiorità etnica. Il suo obiettivo resta però quello mostrarsi come l’uomo della porta accanto, che confida nei sani valori umani come la famiglia e il rispetto reciproco.
Egli mostrerà a tutti con fierezza il suo ricongiungimento con il figlio Ryan
Ed è in questo caso che segnerà un’ennesimo punto ai danni di un Butcher sofferente e sempre più esausto. Da qui emerge in pieno l’egoismo nonché l’assenza totale di empatia. Anche lui alla fine arriverà privo di forze, avrà bisogno del supporto di nuovi colleghi, in quanto capirà che quelli di sempre non avevano mai davvero brillato di intelligenza. A differenza di Billy, però, provato dal cancro e dall’overdose di Comp V, non mostrerà quasi mai lo smalto un po’ opaco di fine carriera. È come se avesse fatto un patto con se stesso affinché non dovesse mai stare, nemmeno per un istante, un passo indietro a qualcun altro. Dimostrando così ai genitori che non ha mai avuto come fosse riuscito a vincere la vita anche se abbandonato a se stesso.
Evidentemente è proprio questa condizione a essere congeniale alla natura interpretativa di Antony Starr
La nostra stella ha infatti trovato nel Patriota la sua scarpetta di cristallo. E a questo proposito, a differenza della povera Cenerentola, non ha nessuna intenzione di perderla, anche a costo di dover fare a pugni con la fata madrina! Sarà molto dura a questo punto rivederlo con altre vesti e senza superpoteri, poiché per chi l’ha conosciuto adesso lui resterà inevitabilmente il Patriota per parecchio tempo. Ne sa qualcosa Emma Watson, per dirne una, che in Marylin o in Noi siamo infinito sarà stata citata da tutti con il nome di Hermione nonostante fosse lontana da Grifondoro da un po’.
Al di là di cosa accadrà in futuro alla sua carriera, l’australiano Antony Starr ha sicuramente realizzato con The Boys (qui trovi tutte le curiosità su Karen Fukuhara) il sogno di cavalcare l’onda del successo. Non per niente ha vinto nel 2021 e nel 2023 il Critics’ Choice Super Awards come miglior attore in una serie sui supereroi e miglior cattivo in una serie per ben due volte. Il suo sogno americano dunque, tanto agognato in silenzio, si è finalmente realizzato, seppur attraverso una subliminale guerra intestina al suo stesso sistema. Tuttavia noi ci auguriamo che questo diventi per lui un trampolino di lancio dal quale possa sempre restare ad alta quota, ma in un cielo nuovo.