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10 attori del cinema che hanno dovuto rispondere a una domanda davvero inopportuna

Se è vero che ogni attore sa che diventare famoso comporterà necessariamente la perdita di una buona parte della propria privacy, è anche innegabile che molto spesso le invasioni costanti nella propria vita privata a cui sono sottoposte le star del cinema sono inopportune e inaccettabili, al punto da rendere davvero complicata la loro esistenza di tutti i giorni. La perdita della privacy non riguarda solo una limitazione nei movimenti o nella relazioni private, ma anche una strana legge non scritta per la quale, una volta raggiunta la fama, il mondo intero si senta in diritto di porsi qualsiasi tipo di domanda alle celebrità, superando ogni confine dettato dal buon senso. Ne sanno qualcosa Anne Hathaway, Tom Hardy, Ashley e Mary-Kate Olsen e gli altri attori del cinema presenti in questa lista, che in più di un’occasione si sono trovati davanti a reporter o conduttori televisivi che hanno posto loro domande davvero inopportune, se non proprio offensive perché contenenti elementi sessisti, transfobici, grassofobici o addirittura velatamente razzisti.

1) Scarlett Johansson

Anne Hathaway
Scarlett Johansson (640×360)

Se vi fosse un premio assegnato alla persona che si è trovata più volte a dover rispondere a domande inappropriate, molto probabilmente sarebbe proprio Scarlett Johansson ad aggiudicarselo. Infatti, durante i tour promozionali dei primi film sugli Avengers, l’attrice statunitense si è trovata spesso a rispondere a una serie di domande sessiste e di cattivo gusto che le venivano rivolte in quanto unica donna all’interno del sestetto di supereroi della Marvel protagonisti della saga. Tra le cose più inopportune che sono state chieste a Johansson vi sono informazioni circa la sua biancheria sul set (“Riesce a indossare mutande e reggiseno sotto quella tutina attillata?”) o sulla dieta seguita per raggiungere lo stato di forma di Black Widow, tutte domande che risultavano ancora più inappropriate se confrontate con quelle rivolte ai suoi colleghi maschi, incentrate sui loro personaggi e non sul loro aspetto fisico o abbigliamento. In ognuno di questi casi, Scarlett Johansson ha sempre risposto per le rime agli intervistatori, sottolineando il sessismo presente nelle domande e la loro natura non solo futile, ma soprattutto profondamente inappropriata.

2) Robert Downey Jr.

Robert Downey Jr. (640×360)

Durante i primi tour promozionali dei film degli Avengers non è stata solo Scarlett Johansson a dover rispondere a domande del tutto inopportune, ma anche il suo collega Robert Downey Jr., il cui passato difficile non è mai stato un mistero e di cui tuttavia notoriamente l’attore non ama parlare nelle interviste.

Infatti, sebbene ormai Downey Jr. sia una delle star più affermate di Hollywood e abbia partecipato a decine di produzioni (e abbia quasi recitato in questi 6 film), nella seconda metà degli anni Novanta ha sofferto di problemi di dipendenza che lo hanno portato a essere arrestato più volte, vivendo un periodo di grande sofferenza da cui è riuscito a uscire grazie a un lungo cammino di riabilitazione. Siccome all’epoca era piuttosto noto, molti dei dettagli riguardanti le vicende giudiziarie che lo avevano coinvolto erano di pubblico dominio, tuttavia pur scegliendo di parlare dei suoi problemi in alcune occasioni Robert Downey Jr. ha sempre cercato di farlo in momenti e tempi in cui si sentiva a suo agio nel farlo. Una decisione personale e incontestabile, che non tutti hanno scelto di rispettare: in occasione di un’intervista per promuovere un capitolo della saga degli Avengers, all’attore è stato più volte chiesto di raccontare della sua esperienza con la droga, dell’impatto che suo padre ha avuto sulla sua dipendenza e se fosse pulito o meno nel presente. Visibilmente a disagio, Downey Jr. ha resistito un paio di minuti prima di alzarsi e abbandonare l’intervista.

3) Michael B. Jordan e Kate Mara

Anne Hathaway
Michael B. Jordan e Kate Mara (640×360)

A quanto pare a Hollywood vi è una legge non scritta per la quale, quando si intervistano attori protagonisti di film sui supereroi, è consentito fare domande non soltanto davvero stupide, ma anche del tutto inopportune. E così, sempre rimanendo all’interno dell’universo dei fumetti Marvel, ecco che anche i protagonisti di Fantastic 4 – I Fantastici Quattro (reboot del più noto franchise cinematografico) si sono trovati in profondo imbarazzo durante la promozione del film, quando un intervistatore ha avanzato con tono polemico una domanda con implicazioni razziste a Kate Mara e Michael B. Jordan.

Mara, che è bianca, e Jordan, che invece è nero, interpretano nel film rispettivamente Sue Storm/Donna Invisibile e Johnny Storm/Torcia Umana, due supereroi che nel fumetto sono fratelli biologici, mentre nella versione cinematografica diventano fratelli adottivi, una soluzione che a livello narrativo non modifica nulla e che spiega facilmente la diversa etnia dei due personaggi. Nonostante la scelta di rendere i personaggi interpretati da Mara e Jordan parenti ma non di sangue fosse stata ampiamente anticipata al pubblico già mentre il film era in fase di progettazione, i due attori si sono trovati davanti a un intervistatore che, visibilmente contrariato dalla scelta di un interprete nero per la Torcia Umana, ha chiesto loro: “Com’è possibile che una bianca e un nero siano fratelli?”. La domanda è risultata particolarmente inopportuna perché la questione era stata più volte chiarita già in precedenza ed era chiaro che l’intenzione nel chiedere fosse polemica.

4) Tom Hardy

Tom Hardy (640×360)

Anche Tom Hardy, poliedrico interprete che abbiamo decine di motivi per amare, si è trovato a dover rispondere a una domanda che lui stesso non ha avuto problemi a definire eccessivamente personale nonché del tutto superflua in relazione al suo lavoro di attore. In occasione di una conferenza stampa per il film Legend al Toronto International Film Festival, un reporter della rivista LGBTQ+ Daily Xtra ha infatti chiesto a Hardy se potesse definire pubblicamente la sua sessualità. Colto alla sprovvista, dopo qualche secondo l’attore ha dichiarato che la domanda, così diretta e posta in una stanza piena di persone, era del tutto inopportuna e che chiunque ha diritto a mantenere una certa privacy sulla sua vita privata, indipendentemente dalla fama.

Qualche giorno dopo, Tom Hardy ha scelto di tornare sull’argomento per chiarire ancora una volta perché la domanda fosse così inopportuna. “De-stigmatizzare temi come la sessualità e le disuguaglianze di genere sul posto di lavoro è fondamentale, ma mettere una persona nella posizione di dover definire il proprio orientamento sessuale in una stanza piena di gente solo per ottenere una risposta salace, se posso essere sincero, è da veri maleducati.”

5) Ashley e Mary-Kate Olsen

Anne Hathaway
Ashley e Mary-Kate Olsen (640×360)

La vita delle baby star, cresciute davanti alle telecamere e agli occhi curiosi del pubblico, è spesso molto più dura di quanto non si possa immaginare. Quando poi si è tra le attrici più famose del globo già da bambine, come nel caso di Ashley e Mary-Kate Olsen o di Lindsay Lohan, la quantità di pressione e attenzione ricevuta dalla stampa sono tali da avere un impatto inimmaginabile sulla vita di tutti i giorni e non stupisce allora né che si sviluppino problemi fisici e psicologici né che l’opinione pubblica non veda l’ora di commentare questi ultimi.

Raggiunta la fama planetaria ben prima dell’adolescenza, una volta superata la pubertà si diffuse a Hollywood la voce che le gemelle più note del globo Ashley e Mary-Kate Olsen avessero sviluppato un disturbo alimentare. Nel 2004, quando avevano soltanto 17 anni, le due star si sono trovate a dover rispondere a una domanda legata proprio a questo presunto disturbo, posta loro niente di meno che dalla regina della televisione americana Oprah Winfrey. Durante il suo talk show, Winfrey non soltanto ha chiesto a Ashley e Mary-Kate Olsen se le voci sul loro disturbo alimentare le disturbassero, ma subito dopo ci ha tenuto a chiedere loro quanto pesassero e quale taglia indossassero, domande che già di per sé risulterebbero inopportune, ma in questo contesto hanno scatenato una vera e propria protesta dell’opinione pubblica nei confronti di Oprah Winfrey. Estremamente a disagio, le gemelle hanno cercato di dare risposte vaghe e cambiare argomento, nonostante l’insistenza dell’intervistatrice.

6) Jonah Hill

Jonah HIll (640×360)

A quanto pare la regola d’oro del “non fare domande sul peso” non è particolarmente amata dei reporter hollywoodiani, che non perdono mai occasione di commentare anche le più minime variazioni di peso di qualsiasi celebrità. E se nel caso di Ashley e Mary-Kate Olsen l’opinione pubblica ha prontamente sottolineato la loro perdita di peso diagnosticando loro mai confermati disturbi alimentari, nel caso di Jonah Hill le domande sulla sua forma fisica sono una costante, soprattutto visto il suo dimagrimento in tempi recenti.

Tra i diversi quesiti a sfondo grassofobico a cui l’attore ha dovuto rispondere, ve n’è uno del 2017 che è diventato virale proprio grazie alla risposta di Hill. Infatti, alla domanda “Ora che sei dimagrito, alle feste sei ancora considerato il ragazzo grasso?”, l’attore candidato all’Oscar per L’arte di vincere e The Wolf of Wall Street ha risposto semplicemente “Non hai da farmi altre domande che siano… non so, intelligenti?”.

7) Anne Hathaway

Anne Hathaway
Anne Hathaway (640×360)

Nemmeno l’essere la favorita per la corsa all’Oscar ha impedito ad Anne Hathaway di dover rispondere a una domanda ridicola e inopportuna in occasione del press tour di Les Misérables.

Nel 2012, durante un’intervista con Matt Lauer in un importante programma del mattino di NBC, Anne Hathaway si è trovata a rispondere a quella che potremmo definire una delle peggiori domande mai fatte. E se fortunatamente l’intervistatore fu licenziato dal network per comportamenti sessisti e inappropriati a seguito della vicenda, rimane tuttavia inaccettabile che si sia trovato nella posizione di fare una domanda simile con tanta naturalezza, mettendo in imbarazzo Anne Hathaway dopo un evento traumatico.

Infatti, la settimana precidente all’intervista incriminata, l’attrice si trovava in giro per New York indossando una gonna quando un fotografo decise di scattarle una fotografia da sotto, vendendo quindi a peso d’oro le foto di alcune parti intime della famosa star. Matt Lauer, piuttosto che parlare di Anne Hathaway della sua performance in Les Misérables (che qualche mese dopo le sarebbe valsa l’Oscar alla migliore attrice non protagonista), iniziò la propria intervista con l’attrice in questo modo: “Buongiorno Anne, che bello vederti. Ho visto molto di te di recente. A proposito, che lezione hai imparato dal tuo problema con la gonna dell’altro giorno?”. Non soltanto Lauer ha deciso di portare l’attenzione su un evento traumatico come l’invasione delle privacy scioccante vissuta da Anne Hathaway pochi giorni prima, ma ci ha anche tenuto a ribadire che la colpa dell’incidente non fosse del paparazzo che aveva scattato le foto incriminate, bensì della stessa Hathaway “colpevole” di avere indossato una gonna. L’attrice, visibilmente contrariata, ha ricordato quanto l’intera vicenda sia stata per lei motivo di grande stress e ha cercato di spostare l’attenzione sulla promozione del film.

8) Lindsay Lohan

Lindsay Lohan (640×360)

Se pensate che i commenti sul peso delle gemelle Olsen o quelli sulla molestia subita da Anne Hathaway fossero di cattivo gusto, o le domande sulla sessualità di Tom Hardy invadenti, aspettate di sentire a cosa ha dovuto rispondere la povera Lindsay Lohan.

La vita di Lindsay Lohan, costantemente sotto l’occhio della stampa e del pubblico fin dalla più tenera età, presenta diverse analogie con quella delle gemelle Olsen, perché proprio come nel loro caso il mondo sembrava avere opinioni forti su qualsiasi aspetto dell’esistenza dell’attrice. E così, quando diventata adolescente e poi ventenne Lindsay Lohan è precipitata in una profonda spirale di dipendenza da sostanze stupefacenti che l’ha portata anche ad avere diversi guai con la legge, i giornali e le televisioni di tutto l’Occidente non si sono trattenuti con i commenti acidi e le polemiche riguardo alla vita dell’ex baby star, esaminando pubblicamente ognuna delle sue ricadute.

A questa pubblico scrutinio e umiliazione costante a cui è stata sottoposta per anni Lindsay Lohan si è aggiunto anche il popolare conduttore statunitense David Letterman, che durante un’intervista all’interno del suo show ha deciso di deviare dalla lista di argomenti pre-approvati concordati con l’attrice per farle alcune domande invadenti e di cattivo gusto circa la sua dipendenza da sostanze stupefacenti. Letterman infatti non si è limitato a chiedere Lindsay Lohan quante volte era già stata in rehab, ma si è spinto fino a suggerire che la sua decisione di provare nuovamente a disintossicarsi fosse di fatto inutile (“E dimmi, perché credi che questa volta sarà diverso?”). L’ex baby star, in visibile imbarazzo, si è limitata a ricordare al conduttore che l’argomento rehab non era presente in quelli concordati per l’intervista e che quindi non era tenuta a rispondere.

9) Jane Fonda

Anne Hathaway
Jane Fonda (640×360)

Avere la possibilità di intervistare una star come Jane Fonda, la cui carriera attoriale parla da sé e il cui impegno politico ha attraversato oltre mezzo secolo di lotte, dovrebbe essere un onore per qualsiasi giornalista o conduttore televisivo, nonché un’occasione imperdibile per parlare con una delle voci più potenti non solo dello star-system hollywoodiano, ma del mondo intero. Ecco perché, se porre domande futili o inopportune è sempre sintomo di una cattiva intervista, nel caso di Jane Fonda è quasi un insulto alla sua persona.

In occasione dell’uscita del film Le nostre anime di notte, Fonda è stata ospite del talk show Meyn Kelly Today, durante il quale la conduttrice ha volontariamente scelto di rivolgere all’attrice una domanda che sapeva l’avrebbe messa a disagio. Infatti, deviando dagli argomenti legati al film, Kelly ha sottoposto a Jane Fonda la seguente domanda: “Hai ammesso di esserti sottoposta a interventi di chirurgia plastica, il che va a tuo favore, e non posso negare che tu sia splendida. Eppure, so che hai dichiarato di non andare fiera di questi ritocchi. Perché?”. Consapevole dunque di stare toccando un tasto dolente per l’attrice, la conduttrice non si è trattenuta, risultando del tutto inopportuna, come Fonda non ha mancato di farle notare rispondendo con un perentorio “Vogliamo davvero parlare di questo adesso?”.

10) Laverne Cox

Laverne Cox (640×360)

Se finora abbiamo potuto osservare star del cinema essere importunate con domande sessiste, invadenti, inopportune e spesso legate a una curiosità morbosa, nessuna di queste si avvicina alle domande del tutto inappropriate poste alle persone appartenenti alla comunità transgender, alle quali capita di dover rispondere a intervistatori che pretendono di conoscere ogni più minimo dettaglio intimo della loro esistenza. E in quanto esponente più in vista della comunità transgender statunitense, la povera Laverne Cox si è vista rivolgere quesiti che nessuno dovrebbe mai porre, in nessuna occasione.

In occasione di un’intervista con Wendy Williams al suo show, la conduttrice statunitense – tristemente nota per mettere a disagio i suoi ospiti con domande a dir poco invadenti – ha scelto di sottoporre a Cox, tra gli altri, i seguenti quesiti carichi di linguaggio transfobico: “Cos’è un transgender?”, “Le tue tette sono rifatte?”, “Ti ricordi in che momento hai deciso di trasformarti da uomo a donna?”. Queste domande, che toccano temi così personali e spesso male interpretati, sono state poste con il chiaro obiettivo di conoscere i dettagli intimi dell’esperienza di Laverne Cox in quanto donna transgender, alimentate da una curiosità morbosa di cui spesso le persone che hanno intrapreso un percorso di transizione diventano oggetto loro malgrado. All’ignoranza di Williams l’attrice ha risposto con grazia, cercando di educare la conduttrice e il suo pubblico sul linguaggio e le domande appropriate quando si conversa con persone transgender.

Anne Hathaway non accetta più di essere chiamata col suo nome