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5 Serie Tv rilasciate in blocco che avrebbero avuto bisogno di un rilascio settimanale

Attenzione: L’articolo contiene spoiler su Modern Love, The Crown, Stranger Things, 1899, Dark.

La voracità della nuova era dello streaming non lascia scampo a nessuno. In un mondo in cui l’intrattenimento audiovisivo è più transitorio che mai, ad avere la meglio è chi riesce a primeggiare sui tempi e a cavalcare le temporanee tendenze: chi si accaparra l’autore e/o il regista più in voga, chi ha anticipato il genere narrativo dell’anno, chi si è aggiudicato il player più efficace. Svariate possono essere le ragioni che portano alcune serie tv a esplodere di successo, si pensi ai recentissimi trionfi di Dahmer o Mercoledì, entrambe di casa Netflix. Enormi successi, eppure anch’essi caratterizzati da angosciante volatilità. Tutti le abbiamo viste, ma tutti siamo già anche andati avanti.

Le audience sono difficili da conquistare. Ma sono anche più difficili da mantenere e fidelizzare: invitare lo spettatore a prendersi un respiro e a dedicarsi completamente alla visione è ancora più complesso, soprattutto nell’intento di persuaderlo al punto da spingerlo a non controllare lo smartphone neanche per un secondo. Con una digitalizzazione progressiva e un pubblico sempre più distratto e affamato di narrazioni usa-e-getta, lo streaming cerca di adattare la sua natura per avere la meglio.

Ecco che alcune produzioni si giocano il tutto col rilascio in blocco, tradizionalmente tipico del formato digitale inaugurato da Netflix. Altre, invece, cercano un più romantico contatto con la storica messa in onda settimanale, nel tentativo di non snaturare una narrativa che si rimodella su sé stessa. Infatti, con uno sguardo d’insieme è facile rendersi conto di quanto diversi grandi successi seriali degli ultimi anni siano proprio caratterizzati da un rilascio dal respiro più ampio. Le storie necessitano tempo, non solo per essere narrate, ma anche per esser metabolizzate, capite, vissute. Il ciclo di vita degli show è sempre più breve, comportando una contrazione dello spazio a disposizione della serie tv per raccontarsi ed essere ascoltata. Finestre temporali talmente brevi da non permettere agli spettatori di empatizzare col contenuto, e non consentire neanche a esso di ottenere una giusta dimensione in cui articolarsi. Si pensi al deludente fallimento della nuova comedy Netflix Blockbuster, o alla sconcertante cancellazione di 1899, sempre a opera della stessa Netflix.

In particolare, è proprio il formato distributivo e produttivo di cui Netflix è pioniera a mutare la fruizione e la percezione di moltissime serie tv. Adottata anche da altri player, la strategia gioca spesso a sfavore di molte storie (1899 ne è uno degli esempi eclatanti delle ultime settimane), soprattutto delle più complesse e amate che necessiterebbero di un approfondimento e di una riflessività maggiore, consentite anche attraverso un rilascio settimanale, invece di averle in un’unica soluzione.

1) Modern Love

modern love 1899
Modern Love (640360)

Modern Love è tra le serie tv antologiche meglio riuscite degli ultimi anni. Una collezione di due stagioni da otto episodi ciascuna. Sedici storie diverse per raccontare sedici versioni dell’amore, con personaggi, interpreti e circostanze differenti. Rilasciati a due anni di distanza l’uno dall’altro, i capitoli attualmente disponibili su Amazon Prime Video sono un tuffo viscerale nelle più comuni e folli esperienze umane. Ispirate a storie vere, biografiche, raccontate nell’omonima rubrica del New York Times, le puntate di Modern Love durano all’incirca 30 minuti ciascuna. La natura antologica del formato della serie tv si lega a una più romantica fruizione dilazionata, potendo assaporare il gusto di ogni dinamica prendendo un respiro tra una visione e l’altra. Modern Love è uno show che va nella direzione opposta alla natura vorace dello streaming. Un po’ come le prime stagioni di Black Mirror, lo show di Amazon Prime Video potrebbe essere senza problemi uno dei cavalli di battaglia non solo della piattaforma che lo ospita, ma anche dei più tradizionali broadcaster.

Amazon Prime Video ha già diversi titoli in catalogo rilasciati settimanalmente, perchè non adottare questo formato anche a quello che probabilmente è il suo show originale che meglio si presta a questo tipo di pubblicazione?

2) Stranger Things

stranger things 1899
Stranger Things (640×360)

Il mondo della serialità è stato segnato da alcuni importanti show che ne hanno inesorabilmente mutato la fisionomia, oltre che impattare gli stessi ambienti circostanti. Tra questi, c’è decisamente un prima Stranger Things e un dopo Stranger Things. La serie tv dei fratelli Duffer è uno degli emblemi più evidenti del formato produttivo, distributivo e creativo di Netflix. Al suo interno raccoglie nostalgicamente un flusso di rimandi al passato e alla cultura pop del periodo in cui è ambientata. Un’era fatta di tante grandi narrazioni ed evoluzioni che lo show avrebbe potuto abbracciare ancora di più adottando un formato distributivo più simile a quello del periodo di riferimento. In aggiunta, a oggi l’hype attorno a un titolo di culto come Stranger Things è tale da portare buona parte degli spettatori a bruciare gli episodi inediti in poche ore. A fronte dei lunghi tempi di attesa che ci separano ogni volta dai nuovi capitoli, un rilascio settimanale attiverebbe una fruizione più razionale, permettendo di godere a pieni polmoni di uno dei fenomeni seriali più interessanti degli ultimi anni. La popolarità che circonda Stranger Things è indiscussa, così come la sempre più estesa durata di ciascun episodio. Anche per questo, la pubblicazione dilazionata consentirebbe a ciascuno di dedicare più tempo a ogni segmento/film che compone la nuova stagione, tra l’altro, senza il grande pericolo di incorrere nei temutissimi spoiler.

3) The Crown

the crown
The Crown (640×360)

Se alcune serie tv si prestano adeguatamente alla comoda e invitante pratica del binge watching, per altri show la fruizione fugace è deleteria. The Crown è tra gli affreschi che più hanno mantenuta salda negli anni la narrativa di Netflix. Ricostruendo la storia moderna della Corona britannica, il period drama si è distinto per la capacità di conquistare sempre di più un pubblico trasversale. Però, la grandezza di un capolavoro contemporaneo come The Crown non si presta in maniera efficace alle maratone permesse da una piattaforma come Netflix. Si tratta di una serie tv corale che si caratterizza per una inscindibile verticalità che attraversa ciascun episodio. E’ proprio la tematizzazione identitaria attribuita a ogni segmento a rendere The Crown una storia di cui fruire con calma, prendendosi il tempo di assimilare e metabolizzare le dinamiche intervenute. Ogni capitolo è talmente indipendente dalla stessa narrazione orizzontale, da essere l’ideale esempio di un titolo dei tradizionali broadcaster. Gli archi narrativi di un racconto tanto sfaccettato e costruito nel dettaglio devono essere affrontati in una maniera che dia giustizia a uno dei veri capolavori del player globale. Al netto di cinque stagioni, il rilascio in blocco, e il conseguente binge watching, non giocano a favore di The Crown: una serie tv che va vissuta con gradualità, gustata nella sua essenza. È necessario ritagliarsi una finestra per cogliere l’episodio corrente nella sua individualità, prima di passare di corsa a quello successivo e considerare esclusivamente ogni stagione nella sua totale orizzontalità.

4) 1899

1899
1899 (640×354)

E’ da poco giunta la notizia del mancato rinnovo di 1899. La vita della serie tv dei creatori del precedente successo di Netflix, Dark (Jantje Friese e Baran bo Odar), è stata molto più breve di quanto atteso. Con grande probabilità, alla cancellazione e “insuccesso” dello show ha contribuito in buona parte anche il rilascio in blocco. 1899 non è una serie tv semplice, così come non lo è la vicina Dark. Si tratta di una storia che necessita di molto più tempo rispetto a molti altri racconti. 1899 va metabolizzata, va vista e vissuta poco alla volta, dedicandosi ai disagi dei propri protagonisti a mente lucida, facendoli propri. Non è una serie tv da poter fruire mentre si fa altro, non intende essere un sottofondo. Lo show Netflix vuole impegnare lo spettatore in una visione razionale che necessita di respiri e pause. Con un rilascio settimanale, 1899 avrebbe avuto un successo ben diverso. Le finestre temporali che Netflix concede a molti suoi titoli sono troppo brevi. Quella di Baran bo Odar è una storia che ha bisogno di più tempo per ritagliarsi una fetta consistente di spettatori, una porzione di utenti che spesso non si gettano a capofitto in una narrazione del genere. Si tratta di un pubblico, e di un racconto, che necessitano si una visione capillare consentita solo ed esclusivamente da un rilascio settimanale, che in passato ha già permesso il trionfo delle grandi cattedrali narrative che ancora oggi ricordiamo.

1899 non ha vinto la sfida del rinnovo, e il rilascio in blocco è stato uno dei limiti che l’ha penalizzata in partenza. Una serie annunciata nel 2020, al momento della chiusura del ciclo di Dark, attorno la quale si è generato progressivamente un hype sempre più grande, complici i nomi che a essa hanno contribuito. Eppure, è stata bocciata dopo neanche due mesi dal suo rilascio.

5) Dark

dark 1899
Dark (640×360)

Contrariamente alle sventurate vicende di 1899, la vicina Dark è riuscita a concludere il proprio ciclo vitale. Ciò nonostante, una storia fitta, complessa e oscura come quella della serie tv di Netflix Germania avrebbe goduto decisamente di un rilascio settimanale dei suoi episodi. Si tratta di un discorso applicabile trasversalmente a ognuno dei titoli citati, e non solo: le storie hanno bisogno di essere metabolizzate. La necessità di dare il giusto peso alle sequenze e a ciascun episodio è essenziale. Soprattutto in un contesto sempre più digitalizzato come quello contemporaneo. Rispetto a 1899, Dark ha avuto la fortuna di esser prodotta e distribuita qualche anno prima. Se rilasciata oggi, visto il destino della successiva produzione di Baran bo Odar, Dark sarebbe stata in grado di concludersi con la terza stagione? O, quanto meno, avrebbe avuto il medesimo successo? Il rilascio settimanale per titoli che sfidano l’attenzione e la razionalità degli spettatori è ancora possibile e Apple Tv+ e HBO sono alcuni dei player che lo dimostrano con show come Scissione e The White Lotus.

Dark è davvero così difficile da capire?