Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » Sandman » Cosa non ha funzionato nella Prima Stagione di The Sandman

Cosa non ha funzionato nella Prima Stagione di The Sandman

The Sandman è una serie televisiva americana creata da Neil Gaiman, Davis Goyer e Allan Heinberg, ispirata all’omonimo fumetto DC Comics scritto da Neil Gaiman stesso. L’adattamento televisivo è stato chiesto a gran voce dai fan, e la prima stagione è diventata ben presto uno dei titoli più visti dagli abbonati Netflix, grazie anche a una trama intrigante e a un cast niente male, con nomi quali Gwendoline Christie, David Thewlis, Charles Dance, Stephen Fry e Tom Sturridge nei panni del protagonista Morfeo. Potete leggere la nostra recensione di The Sandman qui.

The Sandman ha un po’ diviso il pubblico in chi l’ha amata e chi non è neanche riuscito a finirla.

The Sandman
The Sandman

Indubbiamente si tratta di una serie che si fa vedere con piacere, ma non nascondo di aver notato qualche problemino qui e lì. Insomma, se rinnovassero The Sandman per una seconda stagione la vedrei subito, però senza aspettarmi più di tanto.

Un primo aspetto che mi ha profondamente delusa, e che non mi aspettavo di trovare carente è stato il make-up e i costumi. Da una produzione Netflix di questo livello mi aspettavo molto di più, invece alcuni make-up erano visibilmente finti e alcuni costumi mi sembravano un po’ forzati. Immagino che l’intenzione fosse quella di dare una vena pop ed evidenziare i richiami fumettistici della Serie, ma siamo ben lontani dai risultati ottenuti (sotto questo punto di vista) da altre serie tratte da fumetti (mi riferisco, ad esempio, a The Umbrella Academy che, come abbiamo scritto nella nostra recensione, ha tantissimi problemi ma è ancora squisitamente pop). Nel complesso, non riusciamo a calarci pienamente nel mondo della serie, ma la guardiamo con la conscia consapevolezza che si tratti di pura fantasia.

Ma il problema più importante, a mio avviso, riguarda l’articolarsi della trama di The Sandman

Comprendo che abbiano cercato di mantenersi quanto più fedeli al fumetto originale, ma hanno dimenticato che non abbiamo dei volumi da sfogliare, ma degli episodi da guardare (magari uno dopo l’altro). L’intersezione tra la trama orizzontale e quelle verticali è stata gestita piuttosto male, dando un generico senso di confusione e privandoci del gusto di affezionarci ai personaggi e alle vicende. Anche perché molte persone che vedono la serie non hanno mai preso in mano uno dei fumetti di Gaiman.

In più, il protagonista non brilla per particolare carisma. Nulla togliere a Tom Sturridge, ma il Morfeo di The Sandman è un personaggio apatico, dalla lamentela facile e con la stessa identica espressione sul viso dall’inizio alla fine di questa prima stagione di The Sandman. Il fascino del bello e dannato non emerge affatto, di onirico non c’è assolutamente nulla, se non il ricordo dei tempi in cui il dissidio tra emo e truzzi era la tematica principale tra gli adolescenti di qualche anno fa.

Avrei preferito ci fosse un po’ più di introspezione su Morfeo, anche in relazione agli altri presonaggi, invece gli eventi nascono e finiscono lì. Dalla prigionia affrontata con indolente nullafacenza, alla ricerca degli oggetti perduti, sino ad arrivare al vortex che avrebbe dovuto distruggere tutto l’universo, proprio quando il tutto sembrava iniziare ad appassionarci ecco che cadeva nel dimenticatoio.

Non c’è niente in questa prima stagione che ci faccia sinceramente sperare in una continuazione. Sì, le puntate in sè sono anche molto belle, ma volevano davvero proporci una serie antologica o hanno semplicemente sbagliato ad armonizzare il tutto?

Una mancanza di armonia che impatta anche l’evoluzione dei personaggi, i quali cercano di mantenersi fedeli ai fumetti, ma non ci si rende conto che il mezzo di fruizione della storia è completamente diverso. Sogno, ad esempio, agisce in maniera completamente lunatica, ritornando sui suoi passi da un momento all’altro, aspetto che ci fa pensare più a uno sbalzo d’umore che a una vera e propria maturazione del personaggio.

Così, anche momenti caratterizzati da notevole epicità vengono assorbiti dal piattume generale.

the sandman
The Sandman – Lucifer

Un esempio è il duello tra Lucifer (Gwendoline Christie) e Sogno: una sfida basata sull’intelletto e sul pathos. A mio avviso il momento più alto dell’intera stagione, ma tende a scomparire pensando all’intera stagione nel suo complesso.

Sulla scia di questa considerazione, è anche interessante sottolineare quanto la vera forza di The Sandman risulti essere proprio i villain. Dall’affascinante Corinto interpretato da Boyd Holbrook (che si trasforma completamente e ci regala un’incredibile performance) al pazzoide John Dee, che è senza dubbio alcuno la mia storyline preferita, anche per il livello di action che ci tiene incollati allo schermo.

Per concludere, The Sandman non è un diastro e non è neanche una brutta serie, ma di certo ci sono un bel po’ di aspetti da rivedere, soprattutto perché non rende giustizia a un capolavoro immenso come quello scritto da Neil Gaiman.

Neil Gaiman spiega perché l’adattamento del fumetto potesse funzionare solo su Netflix