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Uno dei motivi per cui le separazioni temporanee fanno così paura è il timore di non ritrovare le cose come le abbiamo lasciate. Andare via perché costretti e, una volta tornati, scoprire che non riavremo mai più quel che ci è mancato nel frattempo. Che la vita cambi senza chiederci il permesso, rendendo le uniche certezze che abbiamo sempre avuto labili. Come succede a Carol in The Walking Dead: Daryl Dixon 2 in queste nuove puntate.
Dopo tanta fatica, dopo essere andata dall’altra parte del mondo scopre che le cose non sono più come le aveva lasciate. Che Daryl, seppur ancora suo fratello, ha costruito qualcosa in sua assenza. Che ha amato, come forse non faceva da anni, anche senza lei intorno. Che ha saputo resistere nonostante la sua assenza. Lo capisce timidamente, rispettando questa nuova fase. Non c’è nulla di sbagliato in questo: è una condizione che fa parte della natura umana scoprirsi vulnerabili di fronte alle cose che si trasformano con il tempo.
Ma il bello, a volte, è scoprire che non bisogna scegliere. Che si possa fare spazio per tutto, per accogliere il vecchio e il nuovo. Come era pronto a fare Daryl quando ha scoperto di poter continuare la sua missione insieme a Laurent, Isabelle e adesso anche la sua vecchia migliore amica Carol. Ma il destino sa essere crudele, sa privarti delle cose e delle persone proprio quando finalmente sei pronto a fare pace con i tuoi sentimenti. E così, in questi due nuovi episodi (come sempre disponibili su Sky e NOW) riusciamo a tornare a casa simbolicamente grazie al ricongiungimento di Carol e Daryl, ma perdendo Isabelle.
Quelle appena andate in onda sono senza dubbio le due puntate più strazianti di The Walking Dead: Daryl Dixon 2. Il dolore si intreccia con il cuore che finalmente trova la via di casa, ma che allo stesso tempo si scopre impreparato davanti all’ennesimo addio. Uno dei più ingiusti che potessimo immaginare, tanto per Daryl quanto per l’intera serie
Dopo tanta fatica, Carol torna da Daryl. I vecchi amici di lunga data possono di nuovo abbracciarsi in un luogo sconosciuto che diventa presto casa non appena i due si rivedono. D’altronde, è la solita vecchia storia di sempre: i luoghi sono persone, e le casa portano gli occhi e i capelli di chi amiamo. Carol, prima di quel momento, vedeva la Francia come una nemica che aveva risucchiato Dixon impedendogli di andar via. Non aveva mai lontanamente immaginato che cosa potesse essere successo durante il viaggio di Daryl. Lo conosce, lo conosce più di chiunque altro. È consapevole della sua diffidenza e della sua ostilità.
Non c’è da stupirsi, dunque, se in un primo momento si sia sentita spaesata nel constatare quanto la vita del suo migliore amico fosse andata avanti in sua assenza. Questo è ciò che succede quando andiamo via dalla vita degli altri: tutto muta, evolve, va avanti anche senza di noi. Un duro colpo per un essere umano che, in cuor suo, spera sempre di essere insostituibile.
Ma una delle cose peggiori è che Carol non ha fatto neanche in tempo a scoprire che cosa Daryl avesse costruito in sua assenza. E che Daryl, da tempo diviso tra la voglia di tornare e il desiderio di restare, non abbia avuto l’opportunità di vivere la coincidenza delle due cose. Isabelle e Carol si sono alternate nella sua vita. L’una è esistita sempre e solo senza l’altra. Esattamente come la parabola della sua esistenza. Come l’incostanza della felicità. Le cose migliori che Daryl abbia mai vissuto le ha viste soltanto quando il mondo, paradossalmente, è andato nel caos. Quanto tutto era in ordine, Daryl non aveva idea di che cosa fosse la felicità o, banalmente, la più misera serenità.
Le cose sembrano fatte per alternarsi senza mai incontrarsi, in questa vita. Quando trovi qualcosa ne perdi un’altra. Quando prendi una decisione sacrifichi tutto il resto delle alternative. Forse è proprio questo il fascino dell’indecisione: avere ancora a portata di mano delle opzioni. Perché finché non scegli, tutto è ancora possibile.
Ma questa alternanza così beffarda ha fatto sì che, proprio quando la sua famiglia arrivava, Isabelle andasse via. La fine dei giochi è arrivata nel più spietato dei modi, in quel di The Walking Dead: Daryl Dixon 2. Proprio alla fine, quando Dixon prendeva atto di quei sentimenti che aveva cercato di allontanare. Proprio quando, su quella sedia al tramonto tra le strade americane, immaginava insieme a lui qualcuno che non era destinato ad andare. Ma lo hanno immaginato, lo hanno fatto insieme. Si sono agganciati a quella speranza in un momento in cui sopravvivere non era l’unica cosa che contava. Quel che contava, per accertarsi di restare vivi, era fingere che tutto potesse diventare reale un giorno.
Il personaggio di Isabelle è uscito di scena. Che questo potesse essere il suo destino era più o meno evidente, ma dispiace il modo. Perché, come abbiamo detto fin dalla prima recensione, era destinata a essere molto di più di questo. Il problema è che The Walking Dead: Daryl Dixon 2 ha deciso di fare a meno di tutto quel che la protagonista potesse dare, consegnando ai telespettatori soltanto un quarto della sua essenza. Sarebbe stato bello scoprire che cosa si celasse dietro quei silenzi, che cosa nascondesse in quegli occhi spesso persi nel vuoto. E sarebbe stato interessante scoprire di più sulla guerra interiore tra scienza e fede, argomento che – purtroppo – è stato soltanto introdotto ma mai sviluppato a dovere.
The Walking Dead: Daryl Dixon 2 sta per giungere alla fine della sua seconda stagione. Daryl e Carol sono insieme, in viaggio verso Laurent, l’unica persona che rimarrà a Dixon di questo viaggio. Tutto si è frantumato, in queste ultime puntate. Tutto è andato a schiantarsi inesorabilmente. Isabelle non c’è più, e Laurent non è con lui. Dixon osserva le macerie, le ennesime della sua vita, confondersi con l’asfalto. Ma proprio quando tutto cade a pezzi, Carol arriva. Perché la famiglia che ti scegli non ti lascia mai. Neanche se sei dall’altra parte del mondo.
