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The Crown sarà una serie eterna – La Recensione del finale di una delle migliori serie Netflix di sempre

Le aspettative non erano più quelle di un tempo. Secondo la critica e il pubblico, The Crown le aveva abbassate con le sue ultime stagioni che, neanche per un istante, sembravano ricordare la gloria delle prime. La Serie Tv Netflix sulla Famiglia Reale sembrava inciampare su se stessa, restituendo al pubblico una storia meno incisiva rispetto a quella che era inizialmente stata presentata, e meno emozionante. Con una quinta stagione zoppicante, il finale definitivo era spoglio di grandi aspettative. La prima parte della sesta, consegnata nella prima parte di novembre, aveva fatto storcere qualche naso a causa della sua totale attenzione per Diana Spencer. Nonostante il grandissimo primo atto della 6A, infatti, molti si chiedevano come la storia potesse andare avanti riuscendo a scrivere la parola fine nel migliore dei modi. Erano interrogativi intelligenti, supportati da scivoloni oggettivi. Ma che le cose potessero andare per il meglio era chiaro. La prima parte della sesta stagione era infatti stata capace di restituire di nuovo gloria alla serie nonostante qualche inciampo, consegnandoci un ritratto trasparente di uno dei momenti più difficili mai passati dalla Corona inglese. Il finale definitivo di The Crown ha però superato tutte le aspettative, sancendo a tutti gli effetti la gloria eterna di questa produzione Netflix.

Peter Morgan, attraverso questo ultimo e definitivo atto, ha reso The Crown una Serie Tv immortale, uno spaccato di storia che racconta l’umanità e la vulnerabilità della Corona

The Crown (640×360)

La seconda parte dell’ultima stagione di The Crown comincia la sua narrazione dallo stesso punto in cui l’aveva interrotta. A due settimane dai funerali di Diana, la Famiglia Reale cerca di riassemblare i cocci di quanto accaduto. A fare le vere spese di questo lutto, però, sono i suoi figli Harry e William. Costretti a comportarsi come se questo possa essere un dolore passeggero, i due Principi cercano di assolvere i propri compiti rifugiandosi nel dovere e negli obblighi richiesti: fingere un sorriso per la stampa, ma non troppo ampio, è’ morta la loro madre, ma neanche troppo cupo, per non dare l’impressione di non star bene con chi gli è rimasto. Attraverso due prospettive differenti, scopriamo il senso di solitudine di chi è costretto a simulare di essere più grande di quel che è, e di chi invece viene trattato come l’ultima ruota del carro. William è più grande, ma non è un adulto, anche se il comportarsi da adulto – secondo le condizioni di convenienza – è quel che più gli viene richiesto. Harry, d’altro canto, sembra non contare niente. Le sue parole scivolano addosso a qualsiasi membro della Famiglia Reale. Del suo dolore non sembra importare a nessuno. Mentre quest’ultimo scivola lento nella sofferenza, William riesce a trovare la forza grazie anche alla conoscenza di Kate, quella che sappiamo diventerà la sua futura moglie.

L’incontro tra Harry e Kate è l’unica nota dolente della stagione. La loro storia viene raccontata in modo superficiale tanto da darci l’impressione di essere finiti in un teen drama qualunque. Neanche per un istante la nostra curiosità è sul loro rapporto che, naturalmente, evolve. Tutta la nostra attenzione è focalizzata sui suoi pensieri, sulla sua solitudine esistenziale, sulla sua ricerca di un proprio posto all’interno di una delle più grandi istituzioni della storia. Pian piano, il Principe comincia a riscoprire le gioie della sua vita, trovando nella Famiglia e nella sua nuova fidanzata un bastone grazie al quale sostenersi nonostante l’assenza ormai eterna di sua madre.

In questa sesta stagione The Crown, dopo essersi concentrata sull’aspetto più umano della sua storia, torna a parlare anche della sua parte più politica, del modo con cui la Corona non viene più vista come un tempo. Più che la grandezza, adesso il popolo vede in questa solo sfarzosità. La Regina Elisabetta, non incline al cambiamento, cerca di gestire questa situazione mantenendo il pugno duro e una sola certezza: comincia a essere stanca, comincia a faticare nel suo ruolo da Regina che, per anni, l’ha costretta a mettere da parte quello da donna e madre. Non sa più chi è, non si riconosce neanche nella popolazione da lei guidata che, oramai, non è più la stessa di un tempo. A evolvere non sono state d’altronde solo le loro storie, ma anche il mondo lì fuori. Appartenersi eternamente è difficile, e chiedersi se non sia il momento di scrivere la parola fine appare quasi d’obbligo per la Regina. Confortata dalle sue precedenti versioni, Elisabetta decide di continuare a regnare mantenendo la promessa fatta alla Corona. Nonostante il grande fardello, scrivere la parola fine non è possibile, verrebbe meno al suo unico obiettivo in questo mondo, all’unica ragione per cui – secondo lei – è giunta sulla terra.

The Crown
The Crown (640×360)

Tra le ultime puntate di questo finale di stagione, spicca quella dedicata all’addio della Principessa Margaret, la pecora nera della Famiglia Reale, lo spirito libero che, in barba ai doveri, ha sempre vissuto la propria vita secondo le sue regole per cercare di riprendersi quel che ha perso. In questo episodio, la Principessa dice addio alla Regina Elisabetta ricordando l’unica notte in cui le due sono potute essere solo due semplici donne felici per la fine della guerra. Pensando a quel giorno, Margaret restituisce al pubblico una versione inedita della Regina facedola vedere nella sua parte più libera e sconsiderata, quella parte che dopo quella sera è dovuta finire all’interno di un cassetto che non è mai più stato riaperto. Salutandola, Margaret si spegne per sempre mettendo fine alle sue disgrazie e alle sue glorie più feroci, alla Famiglia Reale, alla Corona.

L’ultima puntata di The Crown si chiude con quello che può essere considerato come un chiaro tributo alla Regina Elisabetta, deceduta proprio nel bel mezzo delle riprese dell’ultima stagione. La sua dipartita non ha solo chiuso un’era, ma ha anche cambiato le sorti del finale di The Crown. Peter Morgan, attraverso l’ultimo episodio, ha voluto salutare a modo proprio la sua Regina, la musa che ha ispirato la sua grande opera. Filippo, il suo fedele compagno e sostenitore di una vita, la saluta dicendole che andrà via prima lui, dando vita a una metafora poetica e delicata che ricorda il destino dei due coniugi. Lasciata da sola all’interno della Cattedrale, Elisabetta guarda la sé adolescente, la sé adulta e la sé più matura. Insieme a loro attraversa la navata giungendo fino alla fine, fino alla porta d’ingresso. Tra quel che era e tra quel che è, smette per un attimo di essere Sua Altezza Reale e, semplicemente, diventa Elisabetta, una donna comune che non può sottrarsi alle leggi della natura, e dunque alla morte. Pensando al suo funerale, si sente inquieta come non si era mai sentita. L’inquietudine sembra mangiarle lo stomaco, ma Filippo, come fa da anni a questa parte, riesce a tranquillizzarla ricordandole che, quando non ci sarà più, lei non se ne accorgerà neanche. Non sarà lì presente a vivere il dolore della sua scomparsa, sarà con lui a 6 metri da terra, lì dove niente più potrà toccarli.

The Crown mette così fine alla sua storia trattando, ancora una volta, la tematica della morte. Se con Diana lo aveva fatto in modo più teatrale, con la Regina Elisabetta lo fa in modo più delicato. Lo fa intuire riportando il telespettatore alla realtà. Avvicinandosi al presente, la Serie Tv Netflix sa bene di non poter più contare sul suo valore mistico e quasi fiabesco. Siamo nei primi anni del 2000, e la Corona è già quel che ora è. Per questa ragione, Peter Morgan decide di far calare il sipario attraverso il realismo e la trasparenza, attraverso l’onesta narrazione della fine e del principio, dello sviluppo che questa storia, cominciata nel 1953, ha avuto negli anni. In modo poetico, The Crown giunge così alla fine nello stesso modo con cui poco più di una anno fa è finita un’era: con i passi lenti della Regina Elisabetta che, varcando la porta, saluta tutti senza voltarsi. Il suo lavoro qui è finito, esattamente come quello di Peter Morgan e di The Crown. Parallelamente alla realtà, questa storia finisce per sempre, ma rimanendo comunque eterna. Perché The Crown non è stata solo una Serie Tv: è stato l’album dei ricordi, dei mostri e dei fantasmi di una delle istituzioni più potenti al mondo, una Famiglia diversa da tutte le altre, ma vulnerabile allo stesso modo. Perché non esiste differenza nelle fragilità, neanche se portiamo addosso una Corona.

Annalisa Gabriele