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The Boys presents: Diabolical! – La recensione della folle serie animata di Amazon Prime Video

Lo ammettiamo: quando abbiamo sentito per la prima volta parlare di questo peculiare e folle spin-off animato non siamo per nulla rimasti sorpresi. Perché Amazon Prime Video si sarebbe infatti dovuta accontentare del successo della serie tv The Boys, quando avrebbe potuto costruirci sopra un intero franchise? Data la vasta mole di materiale derivante dall’opera fumettistica di Garth Ennis e il grande entusiasmo nei confronti del mondo in essi raccontato, la piattaforma streaming ha giustamente scelto di creare un grande contenitore in cui narrare trame che difficilmente sarebbero potute essere raccontate nella storyline principale in live action. Ecco dunque nuove storie, nuovi personaggi e nuovi stili, ma con la stessa dose di violenza e scorrettezza.

The Boys

Senza ulteriori indugi vi lasciamo alla nostra recensione della serie: buona lettura!

La prima stagione di The Boys presenta: Diabolico!, uscita su Amazon Prime Video il 4 marzo, è costituita da una raccolta di otto corti animati di circa quindici minuti l’uno che sperimenta vari generi stilistici e narrativi. Su esempio della serie animata di Disney+ Star Wars: Visions infatti, ogni episodio della serie presenta uno stile d’animazione diverso, che omaggia di volta in volta grandi classici della serialità e che oscilla di volta in volta su diversi registri, dal demenziale al drammatico, così da costituire una serie antologica tanto variegata al suo interno da rendere allo spettatore davvero complicato fornire un giudizio complessivo.

The Boys presents: Diabolical! permette al pubblico di immergersi appieno nel mondo di The Boys, soprattutto dal momento che al centro delle storie narrate ci sono, spesso e volentieri (ma non sempre), quelli che normalmente sarebbero solo personaggi marginali o di terza categoria: bambini, vecchi, scienziati. Individui che volenti o nolenti si trovano coinvolti nei loschi malaffari o nelle smodate violenze dei tanto detestati Super e della Vought. Sono storie di contorno che, salvo rare eccezioni, non aggiungono o tolgono nulla alla trama di base, ma che si rivelano piacevoli momenti di intrattenimento che approfondiscono la mitologia dietro alla serie madre e che in alcuni casi aiutano a comprendere e conoscere meglio alcuni dei protagonisti dello show.

The Boys

Come era stato nelle prime due stagioni di The Boys, al centro della narrazione vi è l’idea che, al di là di fantasiosi scenari in cui i supereroi fossero votati al bene, nella vita vera chiunque fosse dotato di superpoteri, finirebbe per abusarne e darsi ai vizi più che rispondere alla chiamata del popolo e salvare vite umane. Tornano dunque il caos e la depravazione, il vizio e il desiderio di potere, così come la critica all’industria cinematografica e alla superficialità della nostra epoca, in cui a contare di più sono l’approvazione della folla e la ricerca smodata di popolarità.

Al di là di queste considerazioni, risulta dunque davvero difficile capire quale ruolo la serie animata possa svolgere nell’economia del franchise, anche perché ancora non ci è chiaro se le vicende raccontate debbano essere considerate canoniche. Oltre al mutato character design di alcuni personaggi, anche alcuni dei doppiatori presentati non corrispondono al cast della serie. Se infatti il personaggio di patriota è doppiato da Anthony Starr, la stessa cosa non può dirsi del personaggio di Butcher o di Hughie. Il primo è stato infatti doppiato per l’occasione da Jason Isaacs (Lucius Malfoy in Harry Potter) mentre il secondo dal simpatico Simon Pegg. Quest’ultimo infatti nei fumetti era il modello d’ispirazione di Hughie, ma essendo troppo vecchio per interpretare il ruolo nella serie live action, l’attore finì invece per interpretare il padre del protagonista.

Senza una vera e propria continuity, gli episodi di questa prima stagione di The Boys presents: Diabolical! propongono dei piccoli racconti autoconclusivi ambientati in parte nel passato, in parte nell’immediato presente del filone principale, con tanti riferimenti e citazioni non solo alla serie madre ma anche e soprattutto al fumetto, richiamato e citati in moltissimi suoi aspetti. Un esempio lampante di ciò è costituito dal terzo episodio, scritto da Garth Ennis in persona, che mette in scena versioni di Butcher, Hughie e dell’adorabile Terrore, prese così come sono dalle pagine del fumetto. Ogni episodio ha infatti un proprio e personale stile: a partire dal primo, chiaramente ispirato ai cartoni dei Looney Tunes e dal famoso film per bambini Baby Birba, fino al quinto (di chiara ispirazione kawaii) passando per il secondo, che richiama notevolmente il character design di Rick and Morty.

A dare la propria impronta ad ogni puntata ci hanno infatti pensato penne di gran richiamo come Seth Rogen, Evan Goldberg, Elio Glazer, Andy Samberg e perfino la cantante e comica Awkwafina.

Esperimenti che costituiscono dei veri e propri divertissement artistici che più che approfondire svolgono il ruolo di mettere in scena, in diversi contesti, grandi dosi di violenza e di volgarità infischiandosene dell’etichetta e della correttezza così come già fatto precedentemente da The Boys. Tinte splatter su sfondi colorati e sgargianti, fini atroci trattate con ilarità e senza rispetto: giocando con i contrasti, la serie riesce a richiamare un senso di grottesco capace di intrattenere quasi sempre lo spettatore, che difficilmente finirà per annoiarsi.

Sembra dunque proprio che il trend inaugurato da Prime Video con l’acclamata Invincible e portato avanti da La Leggenda di Vox Machina (trovate qui la nostra recensione della serie) sia ormai confermato: puntare su prodotti animati per adulti che non si pongano limiti in quanto a mettere in scena argomenti maturi e forti e The Boys presents: Diabolical! pare esserne la conferma decisiva.

Una commistione di violenza e umorismo che sicuramente non punta a piacere a tutti, quanto invece a creare una fetta di appassionati sempre più fedeli.

Nonostante un complessivo discreto livello, tuttavia, come normale che sia in prodotti antologici, la serie animata non riesce a mantenere il medesimo livello per tutti i suoi otto episodi. Se la grottesca 1×01, la profonda 1×07 e la 1×08, incentrata sulla prima missione di Patriota alla Vought, costituiscono i punti più altri della serie, è anche vero che alcune puntate dello show risultano ben meno convincenti. Tra quest’ultime potremmo contare senza dubbio la 1×05, incentrata su una ragazzina e sulla sua assurda “super-cacca“, che al di là della componente demenziale finisce per essere solo un intermezzo imbarazzante e non richiesto.

Cosa ci rimane dunque dalla visione di quest’insolita serie antologica? Lo spin-off di The Boys non costituisce un tassello immancabile per la comprensione della serie madre quanto invece un piacevole passatempo, un paio d’ore in cui staccare la testa e godersi sperimentazioni di animazione e comicità dai toni pulp senza aspettarsi un particolare approfondimento o una trama complessa. Ma al di là questo, tra puntate più riuscite e altre meno, The Boys presents: Diabolical! svolge soprattutto l’importante missione di richiamare l’attenzione del pubblico verso il mondo narrativo di The Boys e alle sue peculiari atmosfere, in attesa dello sbarco della sua terza stagione nell’estate del 2022.

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