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Snowpiercer 3×02 – Recensione: il cuore pulsante della locomotiva eterna

ATTENZIONE: questo articolo contiene SPOILER sulla seconda puntata di Snowpiercer 3.

Attraverso il contrasto di colori che aveva già caratterizzato il primo episodio di Snowpiercer 3, la serie basata sul fumetto post apocalittico di Jacques Lob e Jean-Marc Rochette continua imperterrita la propria marcia verso la ricerca di un nuovo equilibrio. La linea narrativa che forse funziona di più, nella 3×02, è quella che si sviluppa sulle 1023 carrozze dominate dal Signor Wilford, anche se in ogni caso non può dirsi priva di punti deboli. La scelta di Osweiller di fare una proposta di matrimonio a L. J. sembra cadere fin troppo a pennello nel piano di Wilford, e fin troppo inaspettata e ingiustificata agli occhi del pubblico. Quest’ultimo, infatti, finisce per ritenerla un’azione forzata, funzionale solo nell’ottica più ampia del progetto ideato dal personaggio interpretato da Sean Bean per ridare vita alla prima classe.

L. J. è inebriata all’idea di riacquistare i privilegi che possedeva prima che Layton infiammasse il treno con la rivoluzione. È talmente accecata dal pensiero di poter tornare a far parte di un’élite che non esiste più, che confonde i sentimenti che prova per Wilford, li scambia per affetto. Fonde la propria idea di famiglia con quella di uno status a cui appartenere, di quella classe di cui ha sempre sentito di fare parte. A lei va bene che Wilford controlli la locomotiva, d’altronde gli ha più volte dimostrato la propria fedeltà e sa che quella è la chiave per riconquistare un posto nella nuova struttura sociale. È così che l’ideatore dello Snowpiercer intende controllare gli abitanti del treno. Tassello dopo tassello attira le persone con promesse e sfarzosità, in modo che questi credano che il lusso valga più della loro libertà e scelgano così di essere leali solo a lui.

snowpiercer

Ma come dice Ruth alla fine dell’episodio, rivolgendosi proprio al Signor Wilford: “La fedeltà non basta da sola, deve essere accompagnata dall’amore, e non dall’amore di cui si nutre lei. Da amore incondizionato.

Ed è con altre parole altrettanto potenti di Ruth che si apre la puntata. Grazie al calore con cui pronuncia le sue battute, a dispetto del gelo che le entra nelle ossa da mesi, mette gli spettatori di fronte al tema principale della puntata. Il vero cuore pulsante dello Snowpiercer, infatti, sono le persone che lo abitano, è la Resistenza, è ciò che rimane delle famiglie distrutte dal freddo e dalla fame. La vera anima della locomotiva eterna è la speranza; è Ruth stessa che lotta senza tregua per scoprire i punti deboli di Wilford e utilizzarli con lo scopo di liberare il treno dalla sua egemonia.

So che i nostri cuori saranno l’ultima cosa a fermarsi sul treno di Wilford.

Il cuore dello Snowpiercer continua a battere e a combattere per la sua libertà, sceglie di non credere alle illusioni adornate di luci e colori che Wilford vende a chi non ha ancora capito come difendersi da lui. Ruth, in questo episodio, è il cuore pulsante del treno e lo dimostra sacrificandosi come diversivo, permettendo ai suoi di mettere fuori gioco l’arma a impulsi elettromagnetici con cui il folle magnate ha intenzione di neutralizzare la minaccia che per lui rappresentano Layton e gli altri. Ruth compie un gesto nobile, andando a testa alta contro le conseguenze della lotta per la propria fazione, dirigendosi con fierezza verso la punizione che la attende, e che le ricorderà tutte le vite dei Fondai che ha spezzato nel corso degli anni o che ha contribuito a piegare.

C’è una piacevole simmetria tra le puntate con cui il viaggio dello Snowpiercer è cominciato, il ruolo nell’Ospitalità che Ruth ricopriva in quel contesto e il castigo che ora la attende. Wilford aveva creato un’efficace strumento di tortura, ma era stata lei a servirsene per la prima volta al fine di mettere a tacere i tumulti e le insubordinazioni provenienti dal Fondo del treno.

snowpiercer 3 seconda puntata

Eppure, dall’inizio fino ai nuovi episodi di Snowpiercer 3, Ruth dimostra di essere il personaggio che forse ha subito la maggiore evoluzione.

Layton non è cambiato affatto, Wilford è intrappolato in un’insana assenza di trasformazione, Melanie aveva sempre avuto ben chiaro ciò per cui lottava. La vera protagonista dell’episodio è Ruth. Solo ora, dopo aver riposto per troppo tempo la propria fiducia nell’uomo sbagliato, Ruth ha compreso che non deve lealtà a un uomo, ma a un’idea, a un principio. Ora ha fede non tanto in Layton come persona, quanto piuttosto in ciò che Layton rappresenta: la prospettiva di una società che si basi sulla giustizia e sull’uguaglianza. Dunque, è per questo che sceglie di combattere e di affrontare Wilford. E la decisione di vendicarsi su di lei con la stessa tortura che ha inflitto ai Fondai per anni si sarebbe rivelata crudele ma sorprendente, se solo le 10 carrozze dello Snowpiercer, guidate da Ben e Alex, non fossero sbucate dal nulla interrompendo l’esecuzione di Ruth e impedendo così di apportare qualche realistico colpo di scena alla trama.

Sì, perché la seconda linea narrativa della puntata, quella che ha come protagonisti Layton e i suoi, si è rivelata la meno convincente. A partire dalla decisione un po’ surreale e ai limiti dell’accettabile di far comparire ad Andre in una visione il cosiddetto Albero del sangue di drago (o Albero di drago), che casualmente cresce proprio nell’unico punto caldo rimasto sulla Terra, fino ad arrivare alla casualità con cui le 10 carrozze si sono riavvicinate al resto dello Snowpiercer (che si trovava poco prima a più di 500 km di distanza) proprio nel momento in cui il braccio di Ruth stava per essere congelato.

snowpiercer layton

Giustificare con le visioni di Layton la certezza che lui ha di trovare nel Corno d’Africa il Nuovo Eden per gli abitanti della locomotiva eterna non fa che dare la prova di una sceneggiatura che forse si sta indebolendo e che, con la scomparsa del personaggio di Melanie (su cui comunque Ben nutre ancora delle speranze), ha perso anche molto del carattere che la rendeva speciale. Perché Andre Layton dovrebbe aver avuto delle visioni di un luogo che non ha mai visto? Anche gli spettatori, come Bess, dimostrano il loro scetticismo nei confronti di questa scelta narrativa, eppure continuano a sperare che Snowpiercer 3 sappia dare una giustificazione più realistica a un aspetto così importante della trama, al punto d’arrivo al quale, presumibilmente, tutta la stagione punta fin dall’inizio.

Non ci resta che attendere il terzo episodio per vedere se Snowpiercer 3 riuscirà a risalire dal pozzo profondo nel quale si è andato a impigliare, per vedere come Layton, Alex, Bess e gli altri si comporteranno ora che le due parti del treno stanno per riunirsi e, soprattutto, quale sarà il ruolo senz’altro essenziale di Asha, la misteriosa donna salvata dalla centrale nucleare da Andre nella puntata precedente (qui la nostra recensione).

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