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Esterno notte – La Recensione del secondo appuntamento della Serie di Marco Bellocchio

Il primo doppio appuntamento con Esterno notte ci ha entusiasmato. La narrazione del controverso fatto storico è innovativa, cinematografica, onirica e provocatoria. Questa volta, Marco Bellocchio ha scelto di concentrare tutte le energie sui deliri, i sogni e le visioni di chi ha vissuto, dall’esterno, quel momento; che il regista ha studiato e raccontato per anni. I primi due episodi, trasmessi in prima serata lunedì 14 novembre su Rai 1 e su RaiPlay (La Recensione delle prime due puntate della Serie Evento di Rai 1), fanno schizzare alle stelle l’asticella qualitativa della serialità made in Rai (malgrado gli ascolti siano buoni, ma non esaltanti: 3.672.000 telespettatori e il 18,3% di share nel primo, e 2.922.000 e il 19% nel secondo; crediamo, e ci auguriamo, che i dati dello streaming siano più incoraggianti). La cronaca emotiva del rapimento Moro è una bomba tragica, sardonica e spaventosa. Non solo conferma ancora una volta Bellocchio come uno dei migliori registi italiani dei nostri tempi, ma quanto riesca a essere un innovatore eclettico anche a 83 anni. Non solo ha saputo sfruttare al massimo le potenzialità che il linguaggio seriale offre. Ha attinto alle suggestioni del cinema d’autore, contaminandolo con quelle teatrali e pop, annullando i confini tra i generi e restituendoci un prodotto originale. I toni accesi, western e scioccanti hanno dominato la prima serata di lunedì 14, dimostrando incontrovertibilmente che un’altra serialità (in chiaro) è possibile. Sia sul fronte drammaturgico, sia su quello recitativo, la produzione The Apartment, Kavac Film, Rai Fiction e Arte France Cinéma brilla. I primi due episodi ci hanno riportato in una Roma infuocata tra gli scontri di piazza, i comitati studenteschi, gli intrighi e gli accesi dibattiti politici. Con la sua marcata impronta introspettiva, però, Esterno notte vuole raccontare prima di tutto la frattura che ha segnato un’epoca. Un trauma collettivo che viene esorcizzato e analizzato con le dovute libertà creative. Un intreccio di punti di vista, tal volta contrastanti, che scompongono l’evento come fosse un cubo di Rubik.

Questa volta, al rigore di Buongiorno, Notte – disponibile su Netflix e su RaiPlay (altri 10 imperdibili film d’autore che puoi trovare nel catalogo di Netflix) – si contrappone un racconto energico, moderno, frenetico e spettacolare. La narrazione è dinamica, impetuosa come un’opera pittorica romantica oppure un’aria di Verdi. Un dramma animato da maschere tragicomiche che da personaggi potentissimi diventano soggetti umani fallibili. Agli eventi storici comprovati si alternano così delle scene spiazzanti, dal potere onirico sconvolgente che fanno leva sul nostro immaginario collettivo. Perché quei giorni, sebbene molti di noi non erano nemmeno nati, pesano ancora sul groppone della storia d’Italia. La serie in sei atti non si limita quindi a ripercorrere i fatti politici e sociali che sconvolsero lo stivale tra il 16 marzo e il 9 maggio del 1978. Ci scaraventa in quei giorni lasciandoci provare la stessa tensione e le stesse emozioni viscerali che i protagonisti – a volte vittime, altre responsabili – hanno vissuto. E il secondo appuntamento del 15 novembre conferma il livello qualitativo dell’esordio. I due episodi sembrano a tratti un thriller, a tratti un horror e rallentano il ritmo al punto che la tensione stridente ci soffoca.

****SEGUONO SPOILER SUI PRIMI QUATTRO EPISODI DI ESTERNO NOTTE****

Esterno notte, episodio 3, “Il Papa”

Fabrizio Gifuni, Aldo Moro - Esterno notte
Fabrizio Gifuni, Aldo Moro – Esterno notte

Sono tanti gli elogi, ma non sono mancate le polemiche. La primogenita di Moro, Maria Fida Moro, come riporta Repubblica, si sarebbe schierata contro la serie di Bellocchio: “Si rispetti la storia o ci lascino in pace. È già vergognoso infischiarsene del dolore altrui ed è doppiamente vile usarlo per fare affari”. Come abbiamo visto, il regista si è concesso innumerevoli licenze creative e continua a riportare in vita Aldo Moro. Una scelta che fa discutere, ma che nasce da ragioni creative precise. Un’opera di narrativa – se ben indicato – non deve essere un documentario né una cronaca puntuale. Non deve ricostruire la storia, ma deve solleticare il dubbio, provocare una reazione e pungolare lo spirito critico dello spettatore (che può documentarsi sui fatti storici sui canali più opportuni). Ed è proprio questo che fa Esterno notte. Con un maggiore minutaggio a disposizione, Bellocchio si è divertito a leggere tra le righe della storia e delle sue sentenze, restituendoci così una vicenda scomposta che spetta a noi ricomporre. L’ha decostruita concedendo più respiro ai protagonisti per permettere loro di rivelarsi da prospettive diverse. Se i primi due episodi si concentravano su Aldo Moro e Francesco Cossiga, il terzo e il quarto si concentrano invece sul Santo Padre e sui brigadisti. Mentre il talento di Fabrizio Gifuni o Toni Servillo, ad esempio, era già ampiamente noto, Fausto Russo Alesi (L’ordine delle cose, Romanzo di una strage) nei panni, e nella psiche, di Cossiga è, finora, la rivelazione più entusiasmante della serie. Servillo nei panni di Papa Paolo VI è perfetto e domina il terzo episodio, intitolato appunto “Il Papa”. Il riflettore è puntato sul Santo Padre, in piena settimana santa. In ogni scena, che sembra un quadro di Piero della Francesca, appare contornato da persone, ma la fotografia ci aiuta a percepire la solitudine e il dissidio interiore che sta vivendo. Si tratta di un episodio più pacato, meno scioccante dei precedenti, ma psicologicamente teso.

Toni Servillo, Esterno notte
Toni Servillo, Esterno notte

Il dilemma morale, la responsabilità delle scelte e la misericordia contro la trattativa sono i punti focali della puntata. Scendere a compromessi con dei rivoluzionari oppure sacrificare un uomo? Pagare o non pagare il riscatto? La Santa Sede ha deciso di muoversi seguendo una propria linea di condotta, morale e non politica. Ha mandato in campo Monsignor Curioni, il quale avvicina uno degli avvocati del nucleo storico delle BR affinché possa fargli da intermediario. Il Papa vuole, anzi deve, salvare Aldo Moro e propone di intavolare ufficiosamente una trattativa. Attraverso il Cardinale Casaroli, Paolo VI cerca di capire il parere dello Stato sull’ipotesi di pagare un riscatto in denaro. Il parallelismo tra la Via Crucis del Cristo, quella del Papa stanco e malato, che non riesce nemmeno a sollevare la croce, e quella di Aldo Modo, che invece ne porta una pesantissima mentre i suoi compagni di partito lo guardano inetti, era doveroso ed è stato reso con una tragicità eloquente. Meno ideologica e più classica. Ancora una volta, Bellocchio è interessato ai dettagli, quelli che potrebbero sembrare insignificanti, ma che in Esterno notte sono determinanti. La puntata ritorna al 25 e al 26 marzo e al 18 aprile, il giorno del falso comunicato. La prospettiva, questa volta, è quella spirituale. I dubbi del Papa, però, sottintendendo che non siano solo le BR a volere la morte di Moro. Ancora una volta, tornano le responsabilità politiche che spetta a noi stabilire. Sua Santità decide di trattare direttamente con le BR. Parla come fedele, non come politico, e si avvale di un’unica arma: la persuasione. Chiede la libertà di Moro, senza condizioni.

Esterno notte, episodio 3, “I terroristi”

Esterno Notte
Esterno Notte

Il turno dei rapitori è arrivato, ma facciamo un ulteriore salto all’indietro. Siamo a Roma, è il 1976. Entriamo nella quotidianità di Adriana Faranda (Daniela Marra), di sua figlia e del suo compagno. Poi facciamo un altro salto, prima a marzo, poi a giugno 1977, tra attentati e problemi personali. Ritroviamo Faranda in chiesa, poco prima del rapimento: siamo dunque dall’altra parte della barricata. Una soluzione narrativa efficace, che rincorre e riallaccia tutti i fili e gioca con le diverse prospettive. E così, una vicenda complessa come il caso Moro trova nella serialità il suo spazio d’elezione, rispetto a un lungometraggio di 106 minuti. Anche il quarto episodio, come il terzo, si prende il suo tempo e si concentra più sulle sensazioni che sui fatti storici. Scopriamo cosa portò Adriana Faranda ad abbracciare la causa delle BR e a unirsi alla “colonna romana”. Viviamo le rinunce, la paura, le contraddizioni e l’euforia rivoluzionaria; il rapporto con la clandestinità, vissuta insieme al suo compagno, Valerio Morucci, e il ruolo da staffetta delle BR per consegnare le lettere e i comunicati. È interessante la scelta del punto di vista di Faranda, che ci permette anche di capire il ruolo che una donna poteva avere in un gruppo armato degli anni Settanta. Emerge anche uno spaccato della società, tra nostalgici del Ventennio e desideri di modernità. Anche qui, Bellocchio si concentra sulle prospettive interne divergenti, le differenze di approccio, i dilemmi etici e la strategia più lungimirante e critica di Faranda. L’episodio termina con una scena altamente suggestiva, pittorica, degna di un horror. Un sogno vivido dove Faranda proietta tutte le sue paure. Un incubo che grazie alla commistione di immagini e suoni diventa anche il nostro.

Se il dilemma morale è il nodo nevralgico del terzo episodio, il quarto si concentra sul significato di rivoluzione, lotta armata e disobbedienza; su quello di sacrificio e sui limiti etici. Liberare o uccidere Moro? È questo il cuore del problema, scandagliato sia da un punto di vista politico che etico. Il secondo appuntamento con Esterno notte è riflessivo e lacerante. Può sembrare più lento del primo, ma la lentezza è necessaria per umanizzare quelle figure. Quelle che nei libri di storia appaiono fin troppo monolitiche e sicure delle proprie posizioni. Quello che emerge è invece un quadro frammentario, composto da più versioni dello stesso fatto, come il falso comunicato della morte di Moro. Un approccio critico e caustico degno di lode. Fantasia e realtà si equivalgono, cronaca ed emozioni si mescolano in una tragedia moderna e feroce.

Il secondo appuntamento non tradisce le aspettative dell’esordio e continua a stupirci. Ci ritroviamo quindi il 17 novembre 2022 per il terzo, e ultimo, appuntamento di Esterno notte, che andrà in onda in prima serata su Rai 1 e RaiPlay.