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Cursed: la recensione di una prima stagione che ha diviso il pubblico

La prima stagione di Cursed, già disponibile da settimane su Netflix (che tra l’altro ha da poco confermato la seconda stagione dello show tratto dal fumetto di Tom Wheeler e disegnato nientemeno che da Frank Miller), ha diviso parecchio il parere degli utenti che l’hanno guardata.

Come molti prodotti usciti recentemente, anche Cursed si è ritrovato a dover incassare critiche molto rigide circa il suo contenuto. Vuoi per il gusto sempre più esigente degli spettatori, vuoi perché siamo rimasti orfani della serie fantasy per eccellenza, quella ambientata nei Sette Regni per intenderci, e adesso pretendiamo di riavere qualcosa di simile tra le mani venendo costantemente delusi.

Certo, molti fan l’hanno anche difesa e in fin dei conti a ragion veduta.

Cursed non è sicuramente un capolavoro di originalità e contenuti, ma per l’amor del cielo: abbiamo fatto segnare numeri stratosferici a La Casa di Carta per cui proviamo a posare monocolo e cilindro e a non massacrare ogni prodotto che non raggiunge l’entusiasmo scatenato da quel genio di Martin.

Partiamo dalla trama: di che si tratta?

Cursed - Netflix

La storia è una rivisitazione della celebre leggenda di Artù, Merlino e Morgana e della dinastia Pendragon, vista dalla prospettiva di Nimue (interpretata da Katherine Langford, ex Hannah Baker di 13 Reasons Why), una giovane che entra in possesso della potentissima Spada dei primi Re contesa da chiunque brami il potere.

I nostri famosi eroi si muovono sullo sfondo di una sanguinosa guerra razziale che vede da una parte schierati i Paladini Rossi, dei monaci combattenti che desiderano togliere dalla faccia della Terra chiunque possegga doni ultraterreni, e dall’altra i Fey, appunto la parte di popolazione che possiede abilità magiche.

La nostra Nimue fa parte di quest’ultima categoria e durante la sua ricerca per la salvezza e il tentativo di portare a termine la sua missione (consegnare la spada a Merlino) conosce i restanti protagonisti della leggendaria saga britannica.

Cosa ha funzionato nello show Netflix?

La rivisitazione è efficace, si lascia guardare e intrattiene pur senza stupire particolarmente (ma ci si può ancora stupire con la storia di Re Artù ed Excalibur dopo tutto?). Artù versione mercenario dal cuore nobile ci intriga, così come Merlino interpretato da Gustaf Skarsgård – che ricorda a tratti per espressioni e movenze un Voldemort alticcio (la somiglianza con Ralph Fiennes è piuttosto evidente) – che offre una versione differente ma non per questo sgradevole del mago per antonomasia.

La relazione tra la ragazza e il potente stregone, magari, diventa prevedibile nel corso degli episodi ma anche questo può piacere. Ci piace persino la Morgana dal temperamento agitato che fa intuire le potenzialità oscure del suo destino letterario così come la figura del Monaco Piangente, che nonostante il look alla Assassin’s Creed ci convince, specie sul finale quando scopriamo qual è il suo vero nome.

Ci sono anche tanti rimandi a saghe molto celebri in questa show, forse anche troppi. Questa spada oscura e potente che muta l’animo di chi se la tiene troppo stretta a volte ci ricorda il legame oscuro tra Frodo e il suo anello del potere, così come alcuni espedienti sembrano fatti di proposito per strizzare l’occhio ai fan di altre serie fortunate degli ultimi anni tipo Game of Thrones e Vikings.

Che cosa invece non ha funzionato?

Cursed

Brutto da dire ma la prima cosa che non convince nella serie tratta dai fumetti di Tom Wheeler è proprio la sua splendida protagonista. Katherine Langford sarà sicuramente uno dei volti con cui familiarizzeremo di più nel nostro futuro seriale, ma a questa seconda prova dopo il grande successo televisivo di 13 Reasons Why ci rendiamo conto che forse non ha il carisma sufficiente per trainare lo show che forse con un interprete un po’ più incisivo avrebbe convinto di più.

Sia chiaro, non è terribile, ci mancherebbe, ma nell’elencare i punti deboli non possiamo davvero non contarla.

La sua Nimue ci piace ma non ci colpisce come dovrebbe fare la protagonista di questo tipo di storie.

Oltre a lei, ma sempre a lei connessi, ci sono anche alcuni scivoloni nella trama che non aiutano. La strega Nimue, potente e tormentata, sembra in grado di veri prodigi quando ci si mette, eppure se un attimo prima la vediamo crocifiggere un uomo con i suoi poteri occulti a un albero, subito dopo assistiamo ad alcuni suoi momenti di totale passività e impotenza che hanno coerenza 0.

Lo stesso vale per la sua amica Morgana. Assume le sembianze della “vedova della morte” recependone tutti i trascendentali poteri, la vediamo intromettersi in modo teatrale e imponente per impedire l’esecuzione di Nimue, eppure quando si trova davanti a una stalker fanatica e religiosa con due misere frecce come uniche armi non muove mezzo dito, non aiuta Nimue e a momenti rischia di restarci pure secca.

Forse c’è una spiegazione a tutto questo, tant’è che hanno deciso di non farcela vedere. Sicuramente un’occasione andrà data alla seconda stagione, che magari spiegherà qualcosa in più.

Ancora non sono trapelate troppe cose circa la trama e il cast del prossimo capitolo di Cursed ma sappiamo (soprattutto chi conosce la storia di Re Artù) che forse le vicende di Nimue sono finite qui ma che quelle della Dama del Lago sono appena iniziate. Così come il cammino verso la gloria degli altri suoi compagni di viaggio.

Sarà di certo interessante vedere come Artù, da mercenario e ribelle, arriverà fino al trono così come il sadico Monaco Piangente si evolverà nel Lancillotto letterario che conosciamo tanto bene.

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