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Britannia 1×05 – La speranza è figlia di un padre cieco

Il rituale si è concluso. Re Pellenor è morto e con lui tutto ciò che rappresentava. Ovvero un sistema vecchio, incapace di affrontare le legioni romane. Il popolo dei Cantiaci ha bisogno di una regina, forte, capace e lungimirante. Parliamo di Kerra, figlia del re e predetta dagli dei, lei sarà la nuova guida e una nuova luce per il popolo. Ma è davvero questo il reale motivo? Britannia si apre al pubblico con questo quinto episodio e risolve alcuni interrogativi creandone di nuovi. I personaggi si spogliano delle loro false vesti e si apprestano a delinearsi nella loro reale nudità. Ma cosa davvero è successo in questa puntata?

“La testa di Veran in cima a un bel palo”

In Britannia la tribù dei Regnensi torna finalmente sulla scena e fin da subito mette in chiaro le sue intenzioni e i suoi dubbi. Convoca alla sua corte Aulo Plazio discutendo i termini del loro accordo. Antedia, la regina della tribù, non si fida di lui e sopratutto non si fida dei druidi, uomini che in nome degli dei agiscono secondo i loro interessi. “Puttane e bugiardi” così li definisce la regina, con odio e sprezzo. Un odio che serba motivazioni pregresse e sconosciute. Antedia chiede ad Aulo di dimostrare la sua lealtà dopo aver saputo del suo colloquio con Kerra, nuova regina dei Cantiaci, la donna che ha mutilato suo figlio.

Ella sa che il generale romano ha parlato con lei, e sa che ha parlato con gli stessi druidi, pretende fatti e non parole. Due le sue richieste, in segno di rispetto per la loro alleanza, Aulo deve baciarle i piedi e portargli la testa del capo dei druidi.

Britannia

Aulo mette in chiaro fin da subito il modus operandi di un esercito e un impero organizzato in terra straniera. Gli invasori parlano con tutte le tribù autoctone per capire e analizzare la situazione in cui dovranno muoversi. Roma prende in considerazione ogni diatriba locale, ogni punto debole, ogni aspetto organizzativo nemico. L’aquila di Roma vola ben più in alto di qualche vendetta locale che sfrutta a proprio vantaggio per la vittoria. Tuttavia, Aulo sembra cedere alle sue richieste, promettendo la testa del druido e averla così come suo alleato contro i Cantiaci.

“Tu sei bella, ma solo all’esterno”

Nel frattempo disordine e insoddisfazione vigono nell’accampamento dei Cantiaci, situato nei pressi del luogo sacro utilizzato per il sacrificio del re. Kerra pensa di non meritare tale titolo, il quale sarebbe dovuto spettare a suo fratello. Decide così di parlare con Veran per sapere la verità e decidere liberamente del proprio futuro. Al contempo Amena mostra la sua vera natura. Una spietata crudeltà nei confronti di suo marito e un marcato opportunismo verso tutti coloro che possono aiutarla a raggiungere il suo obiettivo: diventare regina.

Britannia

La sua gelosia e bramosia  saranno così forti da accecarla e farla impazzire. Schiava di se stessa e delle sue ambizioni si abbandonerà al volere dei druidi. Si apre quindi  definitivamente al pubblico il reale ritratto di Amena la quale non mancherà di insediare dubbi in Phelas nei confronti di sua sorella, allontanandolo da lei. Chi è il vero cattivo in un mondo in cui ognuno agisce solo in base ai propri scopi? In questo clima, la vera minaccia forse è proprio qualcosa che è al di sopra delle semplici e banali azioni umane.

Il reale nemico

Parliamo di Lokke, il suo ritorno è imminente e tragico. Un dio celtico dal ruolo sconosciuto ma sicuramente pericoloso per le genti autoctone. Ci viene raccontato da un Divis agitato e irrequieto che, in preda al panico, si reca al villaggio dei druidi ove ad accoglierlo c’è uno di loro a cui riferisce l’incombenza. A quanto pare il suo ritorno è talmente importante e pericoloso che intorno a lui si svolge il vero colpo di scena di tutto l’episodio. In Britannia i romani rappresentano il male, demoni invasori che portano caos e distruzione. Altro non sono che gli uomini di Lokke in terra. Il chiaro simbolismo della paura verso l’ignoto dei popoli celti e nei confronti di un nemico estraneo freddo e spietato.

Britannia

Ed è proprio questo motivo che ha convinto Veran a stringere un patto con loro. In Britannia il suo ritorno è la causa scatenante di più elementi che si legano a vicenda. Parliamo del disagio di Divis dopo aver visto gli occhi del generale Aulo Plazio. Il patto stretto dai drudi con i romani altro non è che un modo per sconfiggerli affidandosi alla nuova regina Kerra, l’unica che ha la forza e le capacità per sconfiggerlo.

Reale motivo per cui suo padre Pellenor è stato sacrificato.

Dunque non parliamo di un vero messaggio degli dei, ma di una strategia di due uomini, un generale e un druido che tengono in scacco le sorti della Britannia. Gli dei si mostrano ancora una volta come un mero pretesto per giustificare fini personali e terreni. Avrà forse ragione Antedia nei confronti dei druidi? Quel che è certo è che la potenza e la saggezza delle parole del druido convincono Kerra del suo ruolo, e con decisione si inchina alla sua incoronazione. Ma sarà davvero così ? E’ lei la persona che cambierà le sorti di Britannia o qualcun altro?

Le speranza è figlia di un padre cieco

Britannia

Forte e convinta del suo nuovo e reale obiettivo Kerra ora non è più una donna indecisa e dubbiosa. E’ una donna pronta a tutto per combattere Roma e proteggere il suo popolo. Non tarda a dimostrarlo, parlando con durezza a chiunque osi mettere in discussione il suo nuovo ruolo. Lo stesso druido viene esortato a leggere le rune dietro al collo di Kerra, rune che le erano state incise alla morte della madre anni prima. Un messaggio degli dei che può essere rivelato solo alla sua morte ma che Kerra pretende di conoscere in quel momento, in quanto regina.

I suoi dubbi nei confronti dei propositi e della fedeltà dei druidi non si sono estinti del tutto e con questa richieste vuole dissiparli definitivamente. Le rune parlano forte e chiaro “La speranza è figlia di un padre cieco” svelando finalmente l’importante ruolo della bambina senza nome. Ed è proprio con Cait insieme a suo padre che si chiude con decisione questo quinto episodio di Britannia.

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