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Absentia 1×01 – Un pilot dolce e traumatico

Attenzione: l’articolo contiene spoiler riguardanti il pilot di Absentia.

È uno schiaffo bello forte quello che distoglie con violenza il nostro sguardo dagli istanti di calma, dolcezza e silenzio dei primi secondi.

Inizia così Absentia, con una precisa dichiarazione d’intenti.

Non c’è ordine cronologico, non ci sono vie di fuga, il tempo che ci viene presentato è confuso, intermittente, segue incostante le inquadrature delle telecamere. I primi minuti sono la partenza straordinaria, nevrotica e traumatica che prepara il nostro sguardo alla spinta che gli verrà data improvvisamente, subito prima di entrare nella serie.

L’elemento che ha questo compito è l’acqua, il getto che forza Emily Byrne a lottare per sopravvivere all’interno di una vasca chiusa e il flashback che la riporta indietro, nel tempo in cui la vita era scontata, a contatto con suo figlio e suo marito in mare aperto.

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Anche qui le inquadrature e il brusco cambio di scena permettono a chi è di fronte lo schermo di poter entrare attraverso i sensi all’interno di un mondo apparentemente distante. Allo stesso tempo creano la giusta confusione, perfetta per mantenere alta la tensione. Generata inizialmente da Emily, una Stana Katic superba, che rasenta la perfezione espressiva, e tenuta costante dalle scene successive.

Questo primo episodio dà un’idea abbastanza chiara delle linee guida che la Serie seguirà, almeno nella parte scenografica, perché per quanto riguarda la trama è tutto molto incerto.
Quello che sappiamo è veramente esiguo: Emily Byrne è un’agente dell’FBI che è stata rapita, torturata e tenuta nascosta per anni. Quando di lei si perdono le tracce, viene dichiarata morta portando alla condanna di Conrad Harlow, il presunto colpevole. Sei anni dopo, il marito Nick riceve una chiamata proprio da Harlow che lo porta a ritrovare la moglie che credeva di aver perso.

Veniamo a contatto sin da subito con diversi elementi che durante il primo episodio si alternano in maniera sequenziale e efficace. La calma, l’equilibrio e la felicità del passato in immediato contrasto con un presente addirittura troppo irreale caratterizzato da dinamismo, urla e violenza. Attraverso Emily subiamo anche noi il ritorno a casa, torniamo indietro a una realtà cambiata, fortemente diversa. Harlow è l’unico tassello che non cambia e che lega il rapimento al contemporaneo.

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Persino l’introduzione di nuovi elementi, come Semerov, possibile complice di Harlow, portano con sé la caducità del tempo. Così come viene scoperto, viene trovato morto. Così come Emily ne assapora la cattura, si ritrova ad essere colpevole del suo omicidio.
È veramente Harlow a tirare le fila? Sarà lui a ricoprire il ruolo di antagonista in Absentia?
Per ora quello che Emily deve affrontare è qualcosa che va aldilà di questo. Il suo ritorno a un passato trasformato dagli anni le ha consegnato una realtà che non sembra essere più sua. Suo marito Nick ha cancellato le speranze di ritrovarla sposando un’altra donna e il figlio Flynn non ha mai avuto la possibilità di ricordarla come madre. Ha perso tutto quello che aveva e per ora, non c’è modo di riaverlo indietro.

Alla fine del pilot non abbiamo nessun tipo di certezza, se non quella di avere tra le mani una Serie dalle grandissime potenzialità. I flashback, utilizzati come sprazzi di passato, a volte angosciante, altre volte rassicurante, danno la possibilità di vivere Absentia su più livelli. I primi piani fatti ad arte contribuiscono a creare scene uniche, cariche di emotività. Sviluppano una climax ascendente di intensità che porta ad una sensazione di panico che per un attimo viviamo anche noi al fianco di Emily. E poi c’è l’acqua. L’elemento che risuona sempre, a inizio puntata nella vasca, nel fiume in cui viene ritrovato Semerov, nella passione di Flynn e nei ricordi di una famiglia ormai persa.

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È ancora troppo presto per poter trarre delle conclusioni affidabili, ma abbiamo avuto un assaggio di quello che questa Serie potrebbe diventare. Se sfruttate al meglio, le modalità narrative che abbiamo visto nel pilot potrebbero veramente portare a un thriller molto interessante e originale.
Senza contare il valore aggiunto di una Stana Katic brillante, che abbandona il peso di un ruolo come quello di Kate Beckett in Castle, e ne prende in carico un altro addirittura più pesante e complesso. E, a proposito di ciò, a mio parere sarebbe una soluzione audace ma intrigante, scoprire che il colpevole dell’omicidio di Semerov sia proprio Emily.

Absentia è finora un thriller nevrotico, capace di evocare sensazioni e accelerazioni cardiache immediate, improvvise. Permette di rimanere sul filo dell’acqua, a galla, prima di sprofondare giù e poi esserne tirati fuori. Senza nessun tipo di avvertimento, siamo vivi, ma prima nei ricordi e poi nel presente. Non sappiamo assolutamente nulla, ma quello che sentiamo comincia a piacerci.

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