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#VenerdìVintage – Come è nato Prison Break

Ma ve la ricordate la prima stagione di Prison Break? Vi ricordate il suono della determinazione nelle parole di Michael Scofield? Vi ricordate la paura di Lincoln sulla sedia elettrica e il primo abbraccio tra i due dietro le sbarre?

Beh, sì. Certe cose non si possono dimenticare. Quando una Serie Tv è potente come Prison Break, non esce facilmente dalla memoria dei suoi fans.

Sono passati 11 anni dal 2005, dall’inizio. Sono passati 11 anni da quel “ti tirerò fuori da qui“.

Ma cosa c’era prima? Quali sono le origini di quel mito che oggi chiamiamo solo Prison Break? 

Tutto nacque da un’idea del produttore Dawn Parouse, un’idea che egli suggerì a Paul Scheuring, un’idea che all’inizio non sembrava neanche malvagia.

“Un uomo decide di andare in prigione per aiutare il fratello, accusato ingiustamente, ad evadere”

L’idea, come detto sopra, non sembrava malvagia a Paul Scheuring, ma non gli sembrava nemmeno troppo sensata. Egli si chiese quanto fosse possibile che una persona si facesse rinchiudere in cella, senza nessuna garanzia d’uscita, solo per un tentativo disperato di salvare qualcuno che amava. Poi, ovviamente, Paul si chiese se il pubblico avrebbe apprezzato una simile storia (proprio per la sua straordinarietà) e infine si chiese come avrebbe fatto a rendere tutto in una Serie Tv.

Se siamo qua a parlarne oggi è perchè, in qualche modo, egli ha trovato delle risposte.

La lampadina iniziale fu quindi accesa da Dawn Parouse. Paul Scheuring partì da quella e tracciò tutta la strada davanti e intorno a Michael Scofield. 

il muro di michael prison break

Nel 2003 Paul Scheuring concluse l’elaborazione principale del progetto e lo presentò alla Fox Broadcasting Company, ma l’idea fu bocciata perchè non venne ritenuta all’altezza di una Serie Tv di lunga durata. Così avvenne anche per altre emittenti. Steven Spielberg mostrò un discreto interesse quando la proposta sembrò tramutarsi in una miniserie da 14 episodi, ma poi le riprese de La Guerra dei Mondi limitarono le sue richieste.

Solo nel 2004, sull’onda del successo di Lost e di 24, due Serie Tv che venivano trasmesse in prima serata, la Fox decise di sostenere la produzione di Prison Break insieme a Adelstein-Parouse e Original Television.

Paul Scheuring scrisse l’intero episodio pilota che venne girato dopo un anno. Il resto venne da sé.

Una delle parti più importanti della nascita di Prison Break è legata al tatuaggio di Michael, il principale mezzo della fuga, alla sua natura fin troppo intelligente per essere “normale” e al suo carattere tanto determinato quanto umano.

Il team dei produttori passò diverso tempo a pensare a come una persona avrebbe potuto far uscire da un carcere il fratello condannato a morte. Al di là dei legami familiari, delle convinzioni e dell’affetto, servivano competenze credibili, una memoria incredibile e una capacità di affrontare qualsiasi tipo di situazione davvero notevole.

Così, tutti i tasselli del puzzle si delineavano pian piano e, insieme a loro, prendeva forma Michael Scofield. Un ingegnere edile che, grazie al suo ruolo dominante all’interno dell’azienda in cui lavorava, aveva avuto accesso a tutte le mappe e i disegni del carcere. Una persona dotata di un’intelligenza quasi esagerata, dono genetico di una madre che egli credeva morta. Un uomo che, per lo stesso motivo, non riesce a non provare senso di responsabilità per tutti i bisognosi che incontra sul suo cammino. Un uomo in grado di elaborare un piano per mesi, in grado di farsi tatuare addosso piantine di edifici e piani di fuga sotto forma di angeli, demoni, rose e bottiglie. Un uomo in grado di costruire, organizzare, catalogare e scartare ogni tipo di variabile e possibilità.

Un uomo che “non andrebbe nemmeno a pisciare senza un piano” (cit.).

In poche parole: Michael Scofield.

Delineata la personalità del protagonista e l’anima della trama restavano tutti quei dettagli che hanno fatto di Prison Break una Serie Tv inimitabile e straordinaria.

Le canzoni e le musiche, che giocano un ruolo chiave in tutti gli episodi, vennero affidate a Ramin Djawadi. Queste colonne sonore non sono solo l’accompagnamento a tutte le vicende, ma entrano davvero a far parte della vita dello spettatore perchè rendono tutto più reale, più tragico e più inquietante.

In Prison Break non è venuto nulla per caso, Paul Scheuring ha fatto un lavoro magistrale con gli intrighi, i giochi di potere, le regole dei giochi in cui Michael e gli altri si sono imbattuti. Egli ha scritto davvero una pagina importante del panorama seriale mondiale.

“L’evasione era solo l’inizio”

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