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Chiedilo a Barbero è finito, forse per sempre. Lunga vita a Chiedilo a Barbero

Chiedilo a Barbero, uno dei podcast più popolari degli ultimi anni
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Lo scorso 6 maggio, un annuncio ha intristito migliaia di persone. Al termine dell’ultima puntata del podcast Chiedilo a Barbero, infatti, si sono sentite le parole che seguono, pronunciate da Davide Savelli: “Tempo scaduto, professore”, e fin qui niente di anomalo. Poi, però: “Oggi non posso dirlo con lo stesso tono con cui l’ho detto le volte precedenti, perché il tempo che ci ha dedicato in questi due anni, rispondendo a un infinito numero di curiosità, si è esaurito”.

Già, è successo davvero. Dopo due anni, 103 puntate e un’infinità di risposte interessanti e suggestive, si è concluso uno dei podcast più popolari degli ultimi tempi. Alessandro Barbero, il celebre storico che ha curato l’appuntamento settimanale dal 2023, ha così commentato pochi istanti dopo: “Sì, mi dispiace. L’ho deciso e sono deciso, però, al tempo stesso adesso mi dispiace. Tutte le cose belle che finiscono lasciano sempre un po’ di amaro in bocca”.

Insomma, la decisione sembra essere definitiva: Chiedilo a Barbero finisce così. Forse per sempre.

Il podcast, ideato e sviluppato da Barbero in tandem col già citato Davide Savelli, autore-produttore e co-conduttore che attualmente è a capo della sezione “Storia” di Chora Media, il network che ha prodotto e distribuito il podcast in collaborazione con Intesa Sanpaolo On Air, ha avuto un successo notevole. Merito dell’ottima alchimia tra Savelli e Barbero, ma soprattutto delle ormai iconiche capacità di storytelling di uno storico che ha saputo restituire una dimensione pop a una materia che purtroppo trova sempre meno spazio tra gli interessi della società contemporanea.

Un’abilità notevole, la sua. Al di là delle eccezionali competenze dell’accademico, a fare la differenza è stata la sua capacità di avvicinare una comunità giovane alla storia, necessaria come non mai per conoscere la realtà dalla quale veniamo, nonché leggere e rileggere le dinamiche del mondo in cui stiamo vivendo. È lui stesso a evidenziarlo in un’intervista rilasciata qualche tempo fa al Corriere della Sera: “La storia non ci permette di prevedere il futuro ma di capire meglio il presente”. Le sue capacità, ben note al grande pubblico fin dai tempi in cui era ospite fisso di Piero Angela negli appuntamenti indimenticabili con Superquark, sono poi esplose sui social a cavallo tra la pandemia e gli anni successivi. La storia, le storie. Provenienti da ogni epoca, andando indietro coi millenni per poi arrivare alla contemporaneità.

Il suo approccio ha una notevole riconoscibilità: un linguaggio chiaro e pulito, ricco di entusiasmo e con un’enfasi mai fine a sé.

Dice ancora Barbero nel corso della già citata intervista: “Significa che c’è tanta voglia di una discussione intellettuale che vada oltre ciò che vediamo di solito. Oggi c’è poco rispetto per chi conosce le cose. C’è l’idea che tutto sia opinione, e nulla sia certo e dimostrato. Mentre tanti hanno voglia di ragionare e di avere dei pareri informati e non solo parole gridate“.

La storia per tutti, in ogni modo. Dalle angolature più disparate, con una passione palpabile e un’intensità che non si riflette mai nella volontà di essere un personaggio. L’autenticità e l’amore incondizionato per la materia sono evidenti: Barbero è uno storico che non hai mai smesso di essere uno storico, ma ha così trovato una chiave per comunicare con una platea sempre più ampia. Ne è derivato un fenomeno pop che restituisce un briciolo di speranza nei confronti dell’umanità. Le sue lezioni universitarie e gli interventi pubblici imperversano da tempo sulle varie piattaforme.

Barbero è diventato un fenomeno social che i social non li usa nemmeno. Oggetto di meme e di un’idolatria ironica ma sincera che ha portato alla crescita dal basso di una comunità affezionatissima a lui (i “Vassalli”), ha saputo intercettare i gusti l’amore di chi crede ancora coraggiosamente nel valore della cultura. Ancora lui, a proposito del fenomeno: “Questa cosa non me la aspettavo e anche adesso non ci credo tanto. La mia capacità divulgativa è uscita in modo spontaneo e inaspettato anche per me, che ero un ragazzino introverso. Poi mi dicono che è per la passione che ci metto e mi faccio ascoltare volentieri”.

Il risultato della sua popolarità è, tra le altre cose, la nascita del podcast Chiedilo a Barbero nel 2023.

L’idea di base è semplice. Una volta alla settimana, Alessandro Barbero risponde alle domande del pubblico, riportate da Davide Savelli. I dialoghi tra i due sono brillanti e ricchi di ironia, ma la storia non è mai un mezzo per “vendere” il format: è la base di partenza e il punto d’arrivo. Venti minuti circa a puntata, con temi che passano dalla quotidianità del popolo ai tempi dell’Antica Roma alla storia dei cognomi o dei modi di dire, passando per le storie e gli aneddoti sull’epoca medievale (il punto di forza principe della casa) o una trilogia dedicata all’ascesa e il declino del fascismo (in occasione della presentazione della splendida serie tv M – Il Figlio del Secolo). E ancora: le curiosità sui castelli, l’esercito degli Zulù, l’Agiotoponomastica e molto altro.

Al centro di Chiedilo a Barbero c’è un contenitore essenziale, e un contenuto che non smarrisce mai le priorità di un divulgatore che ha offerto una nuova dimensione alla definizione.

Alieno alle logiche ingessate di un tempo, Barbero è pop ma non per questo meno credibile, affatto. Al contrario, è un uomo di cultura che non si snatura, ma sa creare ponti con le generazioni più distanti. Schivando senza esitazioni ogni potenziale vocazione al sensazionalismo, chiave spesso adottata per “vendere” la storia in ambito televisivo, Barbero ci ricorda che una materia del genere possa essere sensazionale di suo. A patto che si assecondi il racconto con un’enfasi appassionata ma non pretestuosa o egoriferita.

Potremmo andare avanti a lungo nel tesserne le lodi, ma al di là di tutto impressiona in positivo la crossmedialità di un format del genere. Un format controintuitivo rispetto alle logiche attuali della comunicazione di massa, sulla carta. Dopo aver conquistato la platea dei podcast, infatti, Chiedilo a Barbero è sbarcato anche in tv con la trasmissione Barbero risponde, in onda su La7 dal 2024 con un primo ciclo di puntate da 25 episodi. Buoni i risultati ottenuti, ma a questo punto il futuro è incerto.

Già, il futuro: l’esperienza di Chiedilo a Barbero si è davvero conclusa qui?

Una prima risposta è arrivata al termine della già citata ultima puntata. Savelli, infatti, ha così tenuto aperto una finestra: “Dopo la cattiva notizia c’è quella buona. Potete continuare a scrivere perché l’idea che avevamo è che magari si potrebbe vedere se qualcuno abbia voglia di raccogliere il testimone al mio posto”. A quel punto, Barbero ha dato la benedizione al nuovo titolo, “Chiedilo alla storia”, e ha così ridato una speranza ai suoi vassalli: “Non posso dire di no, qualche volta ci sarò anch’io”.

Insomma, è chiaro: l’esperienza di Chiedilo a Barbero si è conclusa, ma con ogni probabilità Chora Media, produttore e distributore di tanti podcast interessantissimi, continuerà a puntare sul format con una forma diversa. Barbero, invece, si dedicherà ad altri progetti: dopo aver chiuso la sua lunga e fortunata attività da docente universitario, porterà avanti la sua straordinaria attività di ricerca e speriamo di poterlo rivedere presto in giro per conferenze, lezioni e interventi di vario tipo. E poi chissà: Chiedilo a Barbero è finito, ma nel momento in cui vi scriviamo non ci sono annunci ufficiali a proposito del format televisivo Barbero risponde. Terminerà anch’esso? Oppure continuerà?

Staremo a vedere, ma la promessa di Barbero è comunque chiara: avremo la possibilità di ascoltarlo ancora all’interno del nuovo podcast che nascerà dalle sue ceneri. Non c’è nulla di strano: tutte le cose cominciano e finiscono. È nella logica della storia, del tempo, della vita. Intristisce un po’, ma è stato bello finché è durato. È lo stesso Barbero a sottolinearlo: “Sono stati due anni divertentissimi”. Sì, allora: Chiedilo a Barbero è finito. Lunga vita a Chiedilo a Barbero: il feudo non rimarrà scoperto.

Se in questi due anni qualcuno ha scoperto che la storia non è solo un elenco di nomi e date, ma un modo per capire come siamo arrivati fin qui — allora il tempo non è andato sprecato.

Il podcast chiude, sì. Ma le domande restano. E la curiosità, se coltivata, non ha bisogno di microfoni per continuare a esistere. Perché la storia, quando la si prende sul serio, non finisce mai. In alto i vessilli, allora: abbiamo un gran bisogno di immergerci nelle innumerevoli pagine di storia che ancora non conosciamo.

Antonio Casu