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Piccoli Brividi – Come sfasciare la nostra infanzia in 10 puntate

Piccoli Brividi, la storica serie televisiva basata sui libri dell’autore R.L. Stine, è stata una pietra miliare del genere horror per ragazzi. Trasmessa negli anni ’90, questa serie ha incantato e spaventato intere generazioni di spettatori con le sue storie ricche di suspense.

Ma come ha fatto, dunque, la nuova serie del 2023 a sfasciare la nostra infanzia in 10 puntate?

Creando un immaginario moderno diverso da quello del passato, presentando ai giovani di oggi un prodotto più adatto ai loro gusti, caratterizzato da un linguaggio e uno stile narrativo pensati per coinvolgerli. Eppure, in qualche modo, ha dimenticato un po’ le radici e i fan di lunga data (avevamo già espresso i nostri dubbi in tempi non sospetti, qui).

Piccoli Brividi (640x360)
La locandina di Piccoli Brividi

Ricordate il formato narrativo auto-conclusivo di Piccoli Brividi? Questa volta è necessario lasciarlo da parte in favore di una storia orizzontale. In una cittadina tipica degli Stati Uniti, cinque adolescenti si trovano coinvolti in un misterioso evento avvenuto sul posto parecchi decenni prima. La tragica sparizione di Harold Biddle, a lungo dimenticata e mai più menzionata, torna alla ribalta quando un estraneo acquista la casa in cui si è verificato l’evento.

Partendo da eventi inquietanti, spetterà a Isaiah, Margot, Colin, Lucas e Nathan cercare risposte su quanto accaduto.

Una dimora intrisa di un enigma oscuro, insieme a una serie di interrogativi, danno vita a un viaggio che mescola il presente dei protagonisti con un passato dai contorni nebulosi. Lo fa delineando un racconto dalle sfumature giovanili, dove l’horror è ammorbidito per colpire senza lasciare segni indelebili. Gli appassionati storici di Piccoli Brividi, tuttavia, non devono dimenticare i loro ricordi e le emozioni vissute da bambini, poiché i richiami alla serie, con accenni ai racconti originali, d’altronde sono presenti e hanno del nostalgico. Seppur con forti limiti e forzature.

Il principale problema di questo prodotto risiede nel tentativo di includere numerosi elementi all’interno di una trama piuttosto semplicistica e priva di profondità, concentrando molta attenzione nello sviluppo dei legami tra i personaggi. Questo al fine di renderli familiari al pubblico di riferimento. I protagonisti stessi alleggeriscono costantemente la narrazione con momenti divertenti e occasionalmente emotivi. Scene che rare volte si inseriscono in modo naturale, ma altre risultano fuori tema rispetto allo spirito che una serie del genere dovrebbe possedere. E poi, diciamoci la verità, la Piccoli Brividi di questa generazione probabilmente esiste già. E ne abbiamo parlato qui.

Piccoli Brividi (640x360)
Una scena di Piccoli Brividi

Altro punto a sfavore è rappresentato dalla mancanza di suspense, la quale, combinata con la cadenza settimanale degli episodi, ha creato paradossalmente un effetto di anticlimax.

La serie Piccoli Brividi si ispira ad alcuni romanzi come Foto dal futuro, La maschera maledetta e La pendola del destino. Per essere precisi, si omaggia l’opera di Stine e si accenna a questi famosi racconti, ma non sempre si riesce a ricreare quella tensione che, sebbene pensata per un pubblico giovanile, era presente nell’originale. Di conseguenza, nonostante la trama della serie riesca a intrigare lo spettatore, le atmosfere di Stine sono rifuggite solo in parte. Una “modernizzazione” generale, che ha compromesso parte del fascino di Piccoli Brividi, e la prevalenza di azione rispetto alle emozioni – che invece costituiscono l’elemento distintivo dei racconti originali – giocano un ruolo importante.

Piccoli brividi viaggia sui binari dell’intrattenimento generalista senza impegno, e anche il finale viene trattato in questa maniera. Questo perché il finale di stagione viene lasciato con moltissimi conti in sospeso. Il destino di Isaiah sembra segnato, ma allo stesso tempo è ancora in bilico. Il triangolo tra lui, Margot e Lucas non è risolto ma è tutto da sviluppare. Il tema del finale è il seguente: i veri mostri sono gli umani, che a volte hanno bisogno di essi per non diventare loro stessi delle creature dell’orrore. L’orrore, ancora una volta, è molto più umano che soprannaturale.

Questa nuova serie tv di Piccoli Brividi (che puoi trovare in streaming su Disney+) tenta di rielaborare alcune storie iconicamente legate a un immaginario horror generazionale, plasmandone i tratti più memorabili in un percorso lineare. Il risultato è un’esperienza divertente, anche se piuttosto facilona nei suoi intenti.

Un esperimento che vuole farti affezionare al materiale narrativo in gioco, sfruttando una particolare nostalgia rinfrescata con letture attuali. Eppure, arrivando a ottenere un risultato appena sufficiente. Un po’ poco per il capolavoro cui eravamo abituati da piccoli. E a proposito di prodotti horror che non ce l’hanno fatta, vi lasciamo con una lista dei film horror meno riusciti secondo Rotten Tomatoes.