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Tre pregi e tre difetti di Thomas Shelby

Non è facile provare a sintetizzare in così pochi punti l’anima tormentata e complessa del carismatico capofamiglia dei Peaky Blinders.

Un uomo affascinante e seducente nonostante non faccia nulla di programmato per esserlo, uno stratega, un leader, ma non di quelli costantemente amati e seguiti. Un uomo che ha sicuramente lasciato il meglio di sé in un campo di battaglia in Francia e che quando si ricongiunge alla sua famiglia lo fa con uno spirito decisamente compromesso.

L’anima di Thomas Shelby si può tranquillamente paragonare a un diamante, un’anima difficile da trovare e dalle molte sfaccettature, alcune decisamente più visibili di altre, luminose verrebbe da dire. In grado di ferirti lo sguardo se le ammiri troppo da vicino e sotto la luce sbagliata.

Partiamo proprio da quelle, dalle sfaccettature più affascinanti.

1. Il cameratismo da lui instaurato

Peaky Blinders

Non indirizzato solamente ai consanguinei, se entri nei Peaky Blinders fai comunque parte della famiglia. Il saper instillare nell’animo degli affiliati lo spirito di squadra è una dote che appartiene solo a pochi. E solo un credo così forte può spingerti a giocarti la vita per il tuo clan.

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