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La finta sottile linea tra magia e superstizione è ciò che mancava a Peaky Blinders?

Attenzione, l’articolo contiene spoiler sulla sesta stagione di Peaky Blinders.

La sesta e ultima stagione di Peaky Blinders, con Steven Knight ancora al comando della regia, ha debuttato nel Regno Unito su BBC One il 27 febbraio 2022 e sta quasi per giungere al termine dei suoi 6 episodi (anche se la parola fine alla storia verrà messa soltanto dal film conclusivo in uscita prossimamente). Il primo intenso e commovente episodio si apre con la cerimonia funebre di Polly Gray – che rende omaggio anche alla grande Helen McCrory – e in questo modo introduce anche una delle caratteristiche di spicco della stagione: l’approfondimento dell’eredità rom della famiglia Shelby. Un’eredità dai confini sfumati, che vede spesso intrecciarsi magia e superstizione. La linea tra questi due elementi è molto sottile, seppur fittizia. Infatti, difficilmente ciò che accade non trova (anche) una spiegazione razionale e concreta. Ma quanto è importante questo fattore? E che contributo dà alla narrazione?

Questa linea tra magia e superstizione è propria dell’identità dei protagonisti di Peaky Blinders.

Peaky Blinders

La famiglia Shelby è di origine irlandese-rom: Thomas e i suoi fratelli hanno sangue rom sia da parte di padre, sia da parte di madre, mentre Polly Gray è la figlia di Birdie Boswell, “principessa gitana”. Inoltre, anche Esme, vedova di John Shelby, condivide le stesse origini. Nello show, i Shelby si definiscono “zingari” e chiamano allo stesso modo gli altri rom presenti nella serie. Chiaramente, il legame tra zingari e magia è frutto di uno stereotipo che deriva probabilmente dal loro stile di vita nomade e diverso dagli altri, ma in Peaky Blinders si fa leva su questo aspetto per ragioni drammatiche e sceniche.

Nelle scorse stagioni abbiamo trovato elementi di superstizione, ad esempio, nelle scene riguardanti le sedute spiritiche di Polly Gray o quando la donna ha predetto la morte di sua figlia Anna tramite un sogno. Inoltre, una circostanza molto inquietante che ha reso davvero fragile il confine tra magia e credenze sovrannaturali è stata senza dubbio quella della morte di Grace, quasi predetta dalle agghiaccianti parole di Tatiana in riferimento alla collana “maledetta” indossata dalla vittima:

Tua moglie sa che lo zaffiro che indossa è stato maledetto da una zingara? Niente al mondo me lo farebbe indossare.

Ma è proprio nella sesta stagione di Peaky Blinders che questo aspetto comincia a ricoprire un ruolo preponderante.

Il funerale di Polly Gray è fondamentale per questo.

La cerimonia in sé è espressione della tradizione “gipsy”, con le fiamme che bruciano la struttura in legno contenente il cadavere della donna. Con Polly viene a mancare un importante punto di riferimento per Thomas Shelby e i suoi fratelli, ma non solo. Polly, in un certo senso, era la figura della famiglia Shelby più ancorata alla tradizione zingara ed è proprio aggrappandosi a questa tradizione che il protagonista di Peaky Blinders cerca di colmare la sua assenza: il sopravvento di magia e superstizione sembra una conseguenza diretta della morte di zia Polly.

Quando Ruby, la figlia di Thomas, comincia a stare male, infatti, l’uomo parla al telefono con la moglie Lizzie e le dà una serie di indicazioni e direttive per intervenire con metodi “gypsy”: sembra che per lui sia l’unica strada percorribile, non ne esistono altre. Eppure, in passato, non abbiamo mai visto Thommy agire così d’istinto per seguire la propria tradizione.

E, durante questa fatidica telefonata, accade qualcosa di ancor più strano: in preda al delirio, in una sorta di trance dovuta alla febbre, l’uomo inizia a blaterare alcune parole in lingua zingara. Questa reazione fa presagire subito qualcosa di più, di diverso rispetto a una semplice malattia. Si tratta di una vera e propria maledizione? Una specie di sortilegio oscuro insediatosi nella piccola con il solo scopo di punire Thomas Shelby per tutte le malefatte della sua vita? Le ipotesi del protagonista di Peaky Blinders vanno proprio in questa direzione.

Per la prima volta dall’inizio della serie, Thomas Shelby sembra perdere il contatto con la realtà.

peaky blinders

Come si è già detto, sebbene gli elementi di magia e superstizione fossero presenti fin dalla prima stagione, non si era mai visto un Thomas Shelby immerso in essi da capo a piedi. Ora, invece, è tutta un’altra storia. Vediamo l’uomo rivolgersi disperato a Esme, confidando che lei possa intervenire sulla questione e curare Ruby con i suoi metodi. Thomas è davvero disposto a tutto, non è interessato nemmeno all’ingente quantità di denaro – o meglio, oro – che dovrà spendere per avere l’aiuto di Esme. Questo aspetto è peculiare perché ci permette di vedere il protagonista sotto una luce nuova, in una situazione non preventivata e, in un certo senso, gli dona profondità.

Del resto, è un ritorno alle radici molto coerente: nelle situazioni di difficoltà a chi ci si rivolge se non alla propria famiglia? Tommy non ha nessuno a cui rivolgersi personalmente, perché Polly non c’è più e degli altri si è sempre preso cura lui stesso. L’unico modo, allora, è rivolgersi alla propria tradizione. Inoltre, finalmente, vediamo un Thomas Shelby in cerca di aiuto. Proprio lui che ha spesso e volentieri preferito contare su sé stesso e sulle proprie forze.

E Tommy crede davvero in questa via, ci ripone tutte le sue speranze. Proprio per questo, quando scopre che sua figlia è morta, la doccia che riceve è ancor più ghiacciata del previsto. La magia non ha funzionato, perché era solo superstizione.

Sogni e disegni sono altri elementi da tenere in considerazione.

Di quasi-sovrannaturale in questa sesta stagione di Peaky Blinders c’è anche l’inquietante esperienza onirica di Thomas Shelby col suo incubo ricorrente che potrebbe riguardare il suo primo omicidio in assoluto, quello di un soldato nemico durante la guerra in Francia. La ricorrenza e l’atmosfera inquietante del sogno fanno sì che assuma contorni inusuali, che lo fanno sembrare più di un semplice sogno. Perciò, ci troviamo ancora a cavallo tra superstizione e magia.

E cosa dire dei disegni di Ruby? Nel secondo episodio, durante il decorso della malattia della piccola, Lizzie sorprende la figlia disegnare strane figure che hanno la parvenza di spettri. Solo follia sgorgata dal malessere o una vera e propria premonizione di morte? Anche in questo caso il confine è labile e non è nemmeno attribuibile alle difese basse di Thomas, che paiono fargli vedere cose sovrannaturali ovunque.

E dai prossimi episodi possiamo aspettarci che la mano su questi elementi resti calcata, perché entrerà in gioco il figlio “segreto” di Thomas, restituitogli dalla vita dopo che la vita gli ha preso la figlia, come dichiarato da Esme. Si tratta di un figlio concepito nell’avventura di una notte con una donna di nome Zelda anni e anni prima, guarda caso anche lei gitana: non c’è modo di sottrarsi alla tradizione in questione.

Ma, in conclusione, questa finta sottile linea tra magia e superstizione cosa porta a Peaky Blinders? Era ciò che mancava?

Questo sfociare nella superstizione, all’interno di una serie piuttosto concreta, potrebbe non andare incontro ai gusti di tutti gli spettatori, però in un certo senso si tratta della pennellata finale di un quadro: si completa l’identità dei personaggi e li si cala in situazioni coerenti col loro background, oltre a mostrare lati inediti degli stessi, specie Thomas Shelby. Sarà interessante capire il ruolo di questi elementi negli episodi finali e nel film in uscita prossimamente, ma per ora offrono senz’altro una prospettiva nuova che arricchisce la narrazione.

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