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Ian Somerhalder voleva lasciare The Vampire Diaries durante la terza stagione: «Ero quasi in lacrime, chiesi di andarmene»

The Vampire Diaries

Come sarebbe stata The Vampire Diaries, se Ian Somerhalder avesse lasciato la serie alla terza stagione? Per fortuna non lo sapremo mai, ma pare che a un certo punto i fan hanno rischiato di perdere uno degli interpreti principali.

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Il mondo di The Vampire Diaries ha conquistato un enorme stuolo di giovani fan. La storia ispirata ai romanzi scritti da Lisa J. Smith raccontava di un’adolescente che finiva per imbattersi e innamorarsi di Damon e Stefan Salvatore, due fratelli vampiri. Andata in onda dal 2009 al 2017, la serie tv per otto stagioni ha coinvolto il pubblico con un intrigante triangolo amoroso, composto da Damon, Elena e StefanThe Vampire Diaries ha lanciato la carriera di diversi attori tra cui Ian Somerhalder. Non è un mistero il fatto che la star inizialmente non volesse recitare nella serie tv, ma sapevate che a un certo punto voleva dire addio al personaggio di Damon Salvatore?

Un nuovo libro, dedicato alla genesi di The Vampire Diaries, ha svelato questo inatteso retroscena: Ian Somerhalder aveva pensato di abbandonare la serie perché era insoddisfatto dell’arco narrativo del personaggio di Damon Salvatore.

Il portale Variety ha riportato in anteprima un estratto diI Was Feeling Epic: An Oral History of The Vampire Diariesdi Samantha Highfill che rivela una curiosità che nessuno conosceva. Ian Somerhalder nella terza stagione di The Vampire Diaries ha iniziato a notare che Damon stava diventando un personaggio positivo e ha nutrito il timore di restare rinchiuso nel ruolo dell’interesse amoroso della serie tv. Per questo motivo ha deciso di fare un passo indietro e dire addio a Damon Salvatore. Per fortuna è intervenuta Julie Plec, che lo ha rassicurato e gli ha spiegato che l’arco del suo personaggio sarebbe diventato più interessante. Ecco cosa hanno raccontato in proposito Ian Somerhalder e Julie Plec nel libro:

Ian Somerhalder: “Ero così sconvolto per la traiettoria di Damon, così tanto che a un certo punto ero seduto di fronte a Julie nel suo ufficio ad Atlanta quasi in lacrime – in realtà, avevo gli occhi piuttosto lucidi – e le ho chiesto di andarmene dalla serie. Ero così arrabbiato. Volevo andarmene. Perché avevo capito che era arrivato il momento. Damon stava diventando solo un interesse amoroso. Ho pensato: ‘Merda, ho poco più di trent’anni, sono molto in voga a causa di questa serie, sono sicuro che potrei trovare qualcosa di davvero figo, dark e audace.’

Julie Plec: “Continuavo a sentire solo mormorii tipo: ‘Ian non è contento; a Ian non piace questa stagione’. Ho un incontro con lui quando finalmente arrivo ad Atlanta, ed è per questo che era arrabbiato, perché era diventata una stagione così incentrata sugli Originali e perché Stefan stava diventando Ripper Stefan, quindi Damon doveva essere l’eroe. Era così triste che Damon dovesse essere l’eroe e che Stefan fosse il cattivo e che Klaus fosse il cattivo e tutti gli altri fossero i cattivi, e sembrava una crisi d’identità. Era questo che lo deprimeva.”

Ian Somerhalder: Pensavo: ‘Mi trasformeranno in un personaggio sdolcinato’. Julie mi ha risposto: ‘Non lascerai lo show. Prima di tutto, sei una delle star e una delle parti del cuore pulsante dello show; e due, hai firmato un contratto di sei anni, quindi non succederà; e tre, non preoccuparti, ci devono essere dei livelli”. 

Julie Plec: “Ho detto: ‘Se uno va verso l’oscurità, l’altro deve andare verso la luce, c’è un equilibrio nella narrazione che vogliamo creare giocando con questi personaggi e dando a tutti voi cose emozionanti e interessanti da fare, e questo è il momento di Paul. Lasciate che Paul abbia il suo tempo’. Poi lui fa: ‘Ma perché scrivete così tanto per gli Originali?’. E io: ‘Li avete sentiti parlare?’. [Ride] Ho detto a Matt Davis, che aveva una lamentela simile, ‘Quando un gruppo di attori inglesi e australiani legge le tue parole, ti fa sentire come se fossi il miglior sceneggiatore del pianeta, e forse abbiamo solo bisogno di un po’ di fiducia in noi stessi a Los Angeles’. Eravamo stanchi della serie come tutti gli altri, quindi questo ha reso il nostro lavoro molto più piacevole del solito. E loro lo hanno sentito, quei ragazzi lo hanno sentito.

Ian Somerhalder: “Ha detto: ‘Amico, ho capito, Damon non può essere un cavallo da tiro. Questo è un arco narrativo di cento episodi su un uomo, ci sono alti e bassi, e ci sono momenti in cui è il cattivo, ci sono momenti in cui è l’eroe’. Ho dovuto fidarmi di quel processo.”

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