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The Last of Us – Perché Craig Mazin ha deciso di concentrarsi sulla storia di Bill e Frank

The Last of Us ha diviso il pubblico, com’era prevedibile, con il terzo episodio che è stato trasmesso domenica sera sulla HBO (mentre da noi è andato in onda su Sky lunedì in versione sottotitolata). Se i fan attendevano una trasposizione abbastanza fedele della storia di Bill che avevano conosciuto nel videogioco, Craig Mazin ha deciso di sorprendere tutti creando una puntata con meno azione e più cuore. Il creatore di Chernobyl, la serie che ricostruiva la vera storia degli eroi Ananenko, Bezpalov e Baranov, si è riconfermato uno dei migliori autori televisivi attualmente in circolazione. La maggior parte degli spettatori ha apprezzato la scelta di raccontare un’ordinaria storia d’amore all’interno di una terribile apocalisse e molti hanno iniziato a pensare che Nick Offerman (che ci aveva già rapito il cuore nei panni di Ron Swanson in una delle migliori comedy di sempre) possa vincere un Emmy Awards per la sua interpretazione di Bill. Ci sono stati però anche diversi fan rimasti scontenti, come dimostrano le tante recensioni negative apparse su IMDb, in cui tanti accusano lo sceneggiatore di essersi allontanato dalla storia principale dando troppo spazio a due personaggi secondari.

Craig Mazin ha spiegato però che c’era un motivo preciso che lo ha spinto a concentrarsi sulla storia di Bill e Frank in The Last of Us.

Il co-creatore e sceneggiatore della serie lo ha svelato nel corso di un’intervista rilasciata a Entertainment Weekly  nella quale ha parlato della terza puntata, andata in onda sulla HBO domenica. Craig Mazin ha detto che stava cercando un modo per poter raccontare in un modo originale cosa fosse accaduto nel lasso di tempo trascorso da quando era scoppiata la pandemia fino al 2023, l’anno in cui è ambientata la serie tv. Inoltre voleva scrivere un episodio meno drammatico e ricco di azione rispetto ai precedenti nell’intento di dar un po’ di respiro agli spettatori, dopo che le prime due puntate erano state piene di emozioni. Ha detto infatti:

Avevo l’impressione che probabilmente avremmo avuto bisogno di prendere fiato, come pubblico, dopo i primi due episodi. Volevo inoltre un modo per mostrare come fosse passato il tempo tra Outbreak Day e il periodo in cui è ambientato lo show senza mostrare altro, solo il mondo che cade a pezzi.”

Sono molto interessanti anche le parole, che ha pronunciato in un’altra intervista rilasciata per Variety. Craig Mazin in questa occasione ha spiegato che attraverso la storia di Bill e Frank voleva mostrare come la morte potesse anche non avere un significato tragico ma essere semplicemente la naturale fine della vita. Ecco cosa ha spiegato:

“Non puoi sempre presentare la morte come se fosse un fallimento. A volte, è solo la conclusione naturale. Fa parte dell’invecchiamento. Per me era importante mostrare la durata di una relazione che ne tiene conto. E non volevo presentarla come una tragica perdita, ma piuttosto come il culmine di qualcosa di bello.”

E a voi è piaciuto il terzo episodio di The Last of Us?