Alla fine è successo davvero: Shōgun una delle miniserie più belle degli ultimi anni, non è più una miniserie. E ora la paura di rovinare tutto si mescola con le speranza di assistere ad altre stagioni straordinarie.
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La notizia è della giornata di ieri: Shōgun continuerà dopo la straordinaria prima stagione. Con un secondo atto, ma non solo: si parla insistentemente, infatti, di una terzo ciclo di episodi che sarebbe già stato confermato. Una notizia clamorosa, ma non scioccante: il successo fragoroso di Shōgun (da noi analizzato e spiegato in un articolo recente) non poteva non ingolosire FX, Hulu e gli autori della serie, pronti ad andare oltre il materiale offerto dal celebre romanzo di James Clavell. Sogni e paure, si diceva: per questo, è intervenuto nelle scorse ore su X Justin Marks, uno dei due autori della serie.
Queste le sue parole, riportate integralmente.
“Vi racconto una storia. Qualche tempo fa, quando stavamo ancora girando la prima stagione di Shōgun a Vancouver, Rachel Kondo e io siamo andati ad una cena con Gina Balian di FX e Michaela Clavell, la nostra produttrice esecutiva. Abbiamo iniziato a scherzare su una scena in particolare: aveva dato il là ad un’idea della quale non riuscivamo a liberarci. Ci siamo chiesti: ‘E poi cosa succede?’ Siamo rimasti molto sorpresi, perché ci siamo resi conto all’improvviso che questa storia, forse, poteva continuare”.
L’aneddoto continua: “Così abbiamo continuato: quando la produzione della prima stagione si è conclusa, questa nostra idea era diventata sempre più grande, e a dicembre avevamo un’intera bozza. In tutta onestà non pensavamo che sarebbe diventata realtà, anche perché le vicende del libro erano concluse. Ma ora eccoci qui: Rachel e io partiremo per il Giappone domani per iniziare il viaggio, e ci riuniremo con gli incredibili scrittori della stagione 1 a luglio. Come qualcuno una volta ha detto, ‘domani è domani… ma oggi impareremo a nuotare’.
Riusciranno nell’impresa? Oppure Shōgun diventerà l’ennesima serie di successo con una o più stagioni di troppo? Noi vogliamo crederci, fino a prova contraria.
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