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Shōgun – George R.R. Martin cambia idea (e lancia una frecciata): «Ero scettico. Gli adattamenti televisivi non peggiorano sempre le cose»

Shōgun

Cosa pensa George R.R. Martin di Shōgun, uno dei grandi fenomeni seriali del 2024? Lo racconta lui stesso.

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George R.R. Martin, storico autore della saga da cui è stata tratta Game of Thrones, ha parlato di Shōgun, uno dei grandi fenomeni televisivi del 2024 (l’abbiamo analizzato in un approfondimento di alcune settimane fa), affidando il pensiero alle pagine del suo blog. E non risparmia una frecciata nei confronti degli adattatori di serie tv ispirate più o meno liberamente da romanzi e opere varie.

Quello che segue è un lungo estratto dell’intervento di Martin, pubblicato nei giorni scorsi.

“Ovunque si guardi, ci sono sempre più sceneggiatori e produttori desiderosi di prendere grandi storie e farle proprie. Non importa quanto sia importante lo scrittore, non importa quando sia grande il libro, sembra sempre esserci qualcuno che pensa di poter fare di meglio, desideroso di prendere la storia e migliorarla. Tuttavia, non migliorano mai le cose. Novecentonovantanove volte su mille, peggiorano l’opera. Una volta ogni tanto, però, capita un adattamento davvero buono di un libro davvero buono: quando succede, merita un applauso. Mi sono imbattuto in uno di questi casi di recente, quando ho visto la nuova versione di Shōgun”.

Martin non nega un certo scetticismo iniziale, poi fugato dall’ottima fattura di una serie che sta incantando il mondo (e lo farà ancora, alla luce del recente doppio rinnovo): “Devo confessare che fossi dubbioso quando ho sentito che stessero facendo un altro adattamento dal romanzo di Clavell. La miniserie del 1980 con Richard Chamberlan nel ruolo di Anjin è stata una pietra miliare della televisione. Perché rifarla se quella versione era così buona? Sono però felice che l’abbiano fatto”.

Continua l’intervento di Martin, focalizzato anche sui confronti con l’adattamento degli anni Ottanta.

Il nuovo Shōgun è superbo. Meglio della versione di Chamberlain? Non lo so. Non guardo la miniserie del 1980 da… beh, dal 1980. Anche quella era fantastica. La cosa affascinante è che, sebbene la vecchia e la nuova versione presentino alcune differenze significative, sono entrambe fedeli al romanzo di Clavell, a modo loro. Credo che l’autore sarebbe soddisfatto. Gli sceneggiatori vecchi e nuovi hanno reso onore al materiale di partenza e ci hanno regalato degli ottimi adattamenti, resistendo all’impulso di farli propri. Ma non credetemi sulla parola. Guardatelo voi stessi. Recitazione, regia, scenografia, costumi… tutto è splendido. Insieme alla scrittura. E se Shōgun otterrà un successo sufficiente, forse lo stesso team adatterà altri romanzi di Clavell”.

Succederà. E a quanto pare, gli autori della serie hanno già le idee chiare a proposito della piega che prenderà il racconto nelle nuove, impreviste, stagioni. Il pubblico risponderà in massa, ne siamo certi. E lo farà pure Martin.

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