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Doc – Nelle tue mani: la vera storia del medico che ha ispirato la serie

Doc – Nelle tue mani è tornato con la seconda stagione. Giovedì sera sono andate in onda, infatti, le prime due puntate di questo medical drama tutto italiano con Luca Argentero. Dopo che la prima stagione è stata un grande successo e ha ottenuto degli ottimi ascolti, anche le due nuove puntate sono state accolte da ben 7 milioni di telespettatori. La grande novità di questo nuovo ciclo di episodi è l’arrivo di Giusy Buscemi che interpreta una psicologa che deve aiutare lo staff dell’ospedale a superare la terribile emergenza dovuta al COVID-19. L’attore protagonista, Luca Argentero, è molto entusiasta di questa nuova stagione e infatti ha dedicato nei giorni scorsi a Doc – Nelle tue mani 2 un post su Instagram in cui ha anticipato al pubblico che anche questa volta hanno raccontato una grande storia.

Il segreto del successo di questo commovente medical drama sta nell’incredibile storia vera da cui è tratta la fiction.

Il personaggio del dottor Andrea Fanti, infatti, è ispirato a quello di un vero dottore che ha anche collaborato alla scrittura della sceneggiatura della seconda stagione. Il protagonista di DocNelle tue mani è un primario che perde la memoria dei suoi ultimi 12 anni di vita, dopo che il padre di un suo paziente deceduto gli spara un colpo di pistola alla testa. Si ritrova quindi per la prima volta nei panni di un paziente e l’ospedale diventa per lui il luogo dove si sente più al sicuro, mentre cerca di riadattarsi a una vita di cui non ricorda quasi più nulla. La storia di questo dottore però, come abbiamo anticipato, è tratta da Meno dodici, un libro in cui Pierdante Piccioni ha raccontato la sua incredibile storia vera.

Il dottor Pierdante Piccioni era un medico eminente: era il direttore dell’Unità operativa di pronto soccorso dell’ospedale di Lodi e consulente del Ministero della Salute. La sua vita però è stata stravolta, quando il 31 maggio del 2013 è stato coinvolto in un terribile incidente d’auto sulla tangenziale di Pavia. L’uomo è stato salvato ed è finito in coma, ma quando ha riaperto gli occhi due ore dopo l’impatto non ricordava più nulla degli ultimi 12 anni della sua vita. Le diverse lesioni cerebrali gli avevano causato un’amnesia e per questo era convinto che fosse ancora il 2001, ci fosse ancora la Lira e che avesse appena accompagnato suo figlio di 8 anni a scuola. Una storia assurda che ha lasciato tutti di stucco e che ha anche fatto il storcere il naso a qualche dottore che pensava che Pierdante Piccioni fosse solo un impostore (o che avesse perso il senno).

Il dottore ha raccontato in un’intervista a Fanpage.it di come sia riuscito a trovare un equilibrio e ad accettare di aver perso tutti i suoi ricordi. Ha dovuto riaffrontare il lutto per la madre che era morta tre anni prima e ricostruire un rapporto con i suoi figli che non riusciva a riconoscere. E si è dovuto anche innamorare nuovamente di una moglie che vedeva diversa da quella che ricordava. Ecco cosa ha raccontato:

Mia moglie e tanti amici mi apparivano invecchiati. […] Mia moglie aveva i capelli corti, più rughe, aveva cambiato occhiali, mi chiedevo come fosse possibile. Sono uno dei pochi che ha avuto la fortuna di tradire la propria moglie con la propria moglie. Per me, dopo l’incidente, era tutta un’altra persona. E mi è ripiaciuta.”

Tuttavia essere passato dall’essere uno stimato primario a un paziente ha cambiato la sua visione delle cose e lo ha reso un medico più empatico e bravo nel saper ascoltare. Proprio come il protagonista di DocNelle tue mani, prima dell’incidente era molto duro con i pazienti e i colleghi e l’incidente lo ha trasformato. Da questa esperienza ha detto di aver imparato tanto. Ecco cosa ha detto: “[Ho imparato] a trasformare la rabbia in risorsa e a capire che la comunicazione è tutto. L’empatia, saper ascoltare, è la cosa più importante. Essere stato ed essere tuttora un paziente, ha cambiato completamente il mio modo di fare il medico.”

Purtroppo il dottor Pierdante Piccioni non è riuscito a recuperare i suoi ricordi e ha dovuto provare a ricostruire attraverso i racconti degli altri quei 12 anni di vita. Tuttavia nonostante gli fosse stato offerto di andare in pensione, ha deciso di rifiutare e continuare a fare il medico per aiutare i più sfortunati. Ha lasciato il posto di primario e ora lavora al Pronto Soccorso di Lodi dove si dedica soprattutto alla cura dei disabili e dei malati cronici. Durante l’emergenza Coronavirus è stato impegnato in prima linea per trasferire in altri reparti i pazienti affetti da Coronavirus che erano in via di guarigione. Ha collaborato alla sceneggiatura di Doc – Nelle tue mani 2 perché proprio grazie alla sua esperienza sa bene cosa ha affrontato lo staff durante quei terribili giorni.

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