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Dovete assolutamente guardare La scomparsa di Maddie McCann, una docu-serie sconvolgente

Viviamo un periodo storico in cui le miniserie true crime stanno esplodendo, almeno questo non è un mistero. Anche se forse è un po’ riduttivo affermare che solo ora vanno per la maggiore: che si tratti di una miniserie, di uno speciale o di programmi a tema, la cronaca nera in tutte le sue sfaccettature – da omicidi a rapimenti – ha sempre esercitato un’attrattiva quasi irresistibile per gli spettatori. Vi abbiamo già raccontato di quanto Netflix abbia puntato su questo filone, vi abbiamo parlato di David Berkowiz e di Richard Ramirez, oggi invece il nostro articolo riguarda una sparizione irrisolta e la docu-serie che racconda i fatti: La scomparsa di Maddie McCann.

Si tratta di una ricostruzione, che si avvale del contributo di circa quaranta testimoni, del caso della bambina britannica di quasi quattro anni scomparsa nel maggio del 2007 in Algarve durante una vacanza con la famiglia. La piccola, figlia di una coppia di medici e sorella maggiore di due gemellini, stava dormendo nell’appartamento affittato dai genitori per la vacanza all’interno dell’Ocean Club Resort di Praia de Luz quando scomparve senza lasciare apparentemente traccia. Il caso è noto a tutti coloro che, dodici anni fa, erano già abbastanza grandi per poter leggere i giornali e seguire gli approfondimenti televisivi ed è, senza dubbio, una delle vicende di sparizione di minori più conosciuta a livello internazionale anche per l’enorme copertura mediatica che a suo tempo ricevette.

Le vicende

Ne La scomparsa di Maddie McCann, più che cercare delle risposte, si tentano di sollevare nuove domande. Dopo aver infatti mostrato che per primo fu accusato dalla polizia portoghese un tizio inglese, tal Robert Murat, residente nei paraggi dell’appartamento dei McCann, e fermato anche un esperto informatico Sergei Malinka, anche lui abitante nella zona, le maglie si stringono sulle ambiguità delle testimonianze di Kate e del cardiologo Gerry, la sera della scomparsa di Maddie. Il lavoro di Smith indugia assai nei ricordi nebulosi dei due e degli amici (quasi tutti medici) dei McCann seduti al tavolo della cena di quella tragica sera, e nella quasi certezza che la scena del crimine, ovvero la stanza dove Maddie dormiva, fosse stata modificata più volte dal viavai di genitori, amici e vicini per ore.

Uno degli aspetti più interessanti dal punto di vista giornalistico è dunque quello dello scontro culturale tra il modo di fare portoghese e quello britannico, dato che la famiglia McCann proviene dal Regno Unito. Le discrepanze culturali permeano l’intera storia e hanno influenzato non poco l’opinione pubblica, talvolta in senso negativo – per esempio, nel caso in cui la madre sia stata accusata di omicidio, perché ritenuta «troppo fredda». Il sospetto sui genitori di Maddie è uno dei punti più oscuri della vicenda investigativa. A un certo punto dell’inchiesta infatti, sono entrati in gioco i cani molecolari, che hanno sentito odore di cadavere nella casa delle vacanze, in particolare sull’orsetto rosa di Maddie, e nei pressi dell’automobile presa in affitto dai McCann. Ma a parte questo, neppure l’esame del Dna – che è fortemente probante – ha dato esito di conferma.

Maddie McCann: un caso irrisolto

In conclusione sulla serie La scomparsa di Maddie McCann possiamo dire che è veramente toccante, riesce perfettamente a far calare lo spettatore nei panni dei genitori della bambina, e ad immaginare tutta l’angoscia e la paura che hanno provato e provano tutt’ora i coniugi McCann. A corollario di questo, una parte tecnica realizzata egregiamente, a partire dalla regia e la fotografia che sono pulite e curate, lo stesso vale per la trama che per quanto possibile, non ha buchi o parti poco chiare. Il montaggio real è la cieligina sulla torta, il fatto che ci siano immagini reali, che riescono a farci vedere e soffrire la disperazione negli occhi dei genitori di Maddie che la cercano in ogni modo possibile rende la produzione un’antesignana del genere.

Il documentario Netflix risulta decisamente avvincente e interessante, ma c’è una ragione – e nella miniserie viene spiegata bene – per cui tutti gli spettatori si struggono per Maddie McCann. È l’immedesimazione. La produzione esplora, ad esempio, cosa determina la mediatizzazione di un caso di cronaca e non di un altro, oppure investiga le modalità in cui avviene il turismo sessuale minorile. Si partecipa a tutti gli effetti al dolore dei genitori della piccola Maddie. Si entra in contatto con i loro pensieri e il loro dramma. Quante persone si saranno riviste in Kate e Jerry? Quante persone avranno rivisto le loro abitudini nei confronti dei figli dopo il rapimento della bimba?

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