Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » Netflix » Ali Wong, la femminista che fa infuriare tante (presunte) femministe

Ali Wong, la femminista che fa infuriare tante (presunte) femministe

“Noiosa”. “Battute già sentite”. “Volgarità eccessiva”. “Stereotipi, body-shaming“. “Troppi dettagli intimi”. “Disgustosa”. Queste e molte altre sono le critiche negative mosse contro la comicità di Ali Wong (Fresh off the Boat, American Housewife, Tuca & Bertie), una stand-up comedian, attrice e autrice che ha raggiunto l’apice della popolarità mediatica grazie a due comedy special prodotti da e disponibili su Netflix: Baby Cobra (2016) e Hard Knock Wife (2018). Due spettacoli dal linguaggio colorito e dai toni scioccanti, da vedere rigorosamente in questo ordine poiché l’uno è la continuazione dell’altro. Nel primo speciale Ali Wong costruisce e si arrampica su una torre di stereotipi etnici e di genere e ci lascia con un twist che mette in discussione tutto quello che ha detto sul palco. Nel secondo, la comica riparte dove ci aveva lasciati e scivola con disinvoltura tra le macerie dei luoghi comuni che aveva attaccato nel primo speciale ma, questa volta, li polverizza del tutto. Però non lo fa tanto con le parole quanto con i fatti. Le battute di Ali Wong potranno suonare ai suoi detrattori (tra cui moltissime donne) come volgari, di cattivo gusto, razziste e perfino anti-femministe. Chi non apprezza la sua comicità, purtroppo, si ferma alla battuta sconcia e razzista dimenticando il retaggio sociale di chi la sta dicendo. Una donna metà vietnamita e metà cinese che, in entrambi gli spettacoli, sale su un palcoscenico al settimo mese e mezzo di gravidanza; una comica che durante la sua carriera – iniziata nei primi anni 2000 al Brainwash Cafe di San Francisco e poi nei comedy club più off di New York – ha dovuto combattere degli stereotipi di ogni tipo radicati soprattutto nel mondo maschilista della stand-up comedy:

Tutte queste persone del settore continuavano a dirmi: “sei simpatica e carina, ma le tue battute sono davvero troppo sporche e venderesti molti più biglietti se solo fossero più pulite”

Baby Cobra Hard Knock Wife

Ali Wong non è certo la prima donna a fare stand-up comedy; non è la prima donna a parlare di sessualità e di maternità e non è nemmeno la prima a dire parolacce su un palco. Wong però è una delle rarissime comiche che continua la sua carriera nonostante il matrimonio e la maternità. Lei appartiene a una generazione di donne che deve tanto alle importantissime lotte fatte da Gloria Steinem o Bella Abzug, ma che oggi fa infuriare proprio molte (presunte) femministe. Quello che combatte non è la diffidenza e la misoginia che aleggia ancora tra gli uomini e in certi ambienti lavorativi. Lei cerca di abbattere soprattutto quei tabù che inquinano il pensiero femminile. Il contributo più forte che la sua comicità porta alla causa femminista – proprio quello che trova maggiore resistenza tra le donne – è la volontà di abbattere un caposaldo culturale ancora duro a morire, ovvero che una donna non può essere divertente e che deve sempre mantenere un decoro accettabile e un certo grado di “femminilità“, qualunque cosa vogliano dire!

La freschezza della comicità di Ali Wong – che la sua collega Amy Schumer definisce “rivoluzionaria” – si muove su un terreno relativamente nuovo nel quale troviamo delle interessanti portavoce, come appunto Amy Schumer, Hannah Gadsby oppure Phoebe Waller-Bridge (Fleabag, Killing Eve), le quali lavorano per sgretolare il mito che vuole la donna sempre carina, perfetta e dolce dimostrando, al contrario, che anche noi donne, se vogliamo, possiamo essere rivoltanti, rotte, divertenti, sconvenienti e volgari tanto quanto gli uomini. La novità non sta negli argomenti trattati – già ampiamente discussi – ma nel presentarli da punti di vista rinfrescanti, insistendo proprio sugli aspetti più sconvenienti. Più che gli uomini, infatti, sono soprattutto le donne a sentirsi scioccate dalle sue battute perché le funzioni corporee sono ancora dei tabù, come se parlarne rendesse una donna meno donna, meno “femminile”:

stand up comedy

Forse le donne non sono volgari perché vogliono mantenere il mistero per essere più attraenti. Per me, invece, fa tutto parte dell’intimità. È così che la definisco: vivere più vicini ed essere più onesti rispetto a quelli che sono i propri desideri.

Come direbbe “la nostra quota rosa” Emanuela Fanelli in questo splendido monologo: “sì, sono nata femmina, e quindi? Devo fare una festa. Non mi sento migliore, non mi sento orgogliosa (…) Usarlo come vanto è disonesto. Mi è capitato, non l’ho scelto e non mi sento il simbolo né del presente né del passato. Certo, se le femministe mi sentissero si infurierebbero. Mi direbbero: noi abbiamo fatto un casino per farti sentire libera di dire su un palco quello che vuoi e tu ci ringrazi così? Qui vi sbagliate, il successo vostro è proprio questo: io ci sono nata sapendo che essere femmina non è una sciagura e capire che la mia opinione contava non è stata una grande forzatura”. Quello che molte donne stanno facendo servendosi della comicità, della risata e dell’ironia è sollevare quel lembo del tappeto che ancora nasconde la polvere della discriminazione di genere. Queste nuove paladine della comicità sono l’esempio concreto che le battaglie femministe fatte dalle nostre nonne sono servite a tanto, ma che adesso bisogna lavorare per abbattere altri tabù.

Ali Wong, salendo due volte su un palcoscenico incinta e sposata, ci sta dicendo che una donna non deve scegliere tra il lavoro e la famiglia

Ali Wong Ellen

Lei non fa sembrare facile coltivare allo stesso tempo il lavoro e la famiglia, sempre se abbiamo voglia di farlo. Ammette di avere una tata, di ripartire equamente i lavori domestici con suo marito, che la supporta, e che la stabilità economica unita ai diritti civili sono il mezzo per ottenere la piena emancipazione. Non è salita sul palco quasi all’ottavo mese per dimostrare di essere una supermamma e una superdonna indipendente che non ha bisogno di niente e di nessuno. Nei suoi spettacoli ci parla soprattutto delle difficoltà quotidiane, dell’avversione di molti suoi colleghi e colleghe nel vederla ancora a lavoro; dell’imbarazzo che prova esponendosi e parlando di certi argomenti di cui ancora molte donne faticano a parlare. Ci racconta che la sua forza più grande consiste nella paura di salire su un palco sapendo di poter andare incontro al fallimento.

A The Guardian ha dichiarato di sottoporre ogni battuta al marito e di non portarla in scena se quella potrebbe offenderlo perché il suo matrimonio vale di più di una buona battuta. Wong rispetta gli uomini e vuole farli ridere anche utilizzando degli argomenti considerati “per sole femmine”. L’espediente comico di cui si serve più spesso è il rovesciamento della domanda che le permette di riflette come uno specchio le differenze, annientandole proprio mostrando la loro assurdità. Quando le chiedono se le battute che fa sul marito lo fanno arrabbiare, lei risponde senza problema, ma quello che la indispone è perché questo tipo di domanda non venga posta a un uomo:

“gli dispiace che si parli di lui?” Me lo chiedono sempre, ma i comici si prendono gioco delle loro mogli da così tanto tempo e mi chiedo se a loro venga chiesta la stessa cosa. Questo è ciò che fanno gli stand-up comedian: parlano della loro vita e se hanno un partner, parlano del loro partner. Ma non credo che ai maschi venga mai chiesto come questo fa sentire le loro mogli.

Si può essere irriverenti e divertenti anche all’ottavo mese di gravidanza

Ali Wong

Il miracolo avviene quando, dopo aver appreso che è incinta, passiamo oltre e ci concentriamo solo sulle sue battute che possono piacere o non piacere, ma solo per motivi legati alla qualità dei tempi comici e della scrittura. Con questi due spettacoli Wong ha voluto normalizzare la gravidanza, un momento avvolto da un alone mistificato e da sfumature favolistiche. Con i suoi spettacoli ci rende partecipi degli aspetti più crudi, non detti, dell’intimità e lo fa affrontando l’imbarazzo di cui sono carichi. La commedia richiede di correre dei rischi, dice, niente è off-limits e bisogna ridere e parlare liberamente anche delle situazioni più drammatiche e sconvenienti. Il pubblico di Baby Cobra e Hard Knock Wife è misto: donne e uomini ridono di una comica incinta che fa battute eccessive su malattie veneree, secrezioni corporee e allattamento; tutti argomenti che lei affronta senza riserve e con tanta onestà. Ali Wong non esclude gli uomini, ma li rende partecipi e consapevoli, parlando senza vergogna di argomenti propri del mondo femminile. Far ridere di cuore e includere gli uomini in uno spettacolo comico fatto da una donna è un vero e proprio atto rivoluzionario, proprio come lo è stato bruciare i reggiseni in piazza.

Come donne abbiamo dimostrato di non essere il “gentil sesso”; possiamo essere forti tanto quanto gli uomini; possiamo lavorare, bere birra, pensare, dire parolacce, comandare e guidare una Stazione spaziale internazionale. Oppure no. Adesso, finalmente, possiamo tornare a essere umane, degli animali, proprio come gli uomini. A ridere e a normalizzare tutte quelle cose considerate “da donna” senza dover dimostrare in ogni momento di essere speciali e invincibili. Possiamo svelare le nostre debolezze, i nostri limiti e, mentre lo facciamo, possiamo rendere partecipi gli uomini, i quali magari inizieranno a capire che siamo delle loro pari e smetteranno di aggiungere il noiosissimo e avvilente “per essere una donna” alle affermazioni come: “sei divertente”, “lavori bene” o “guidi bene”.

Il lavoro di Ali Wong – e di altre autrici comiche che come lei sono impegnate in questo nuovo capitolo femminista – sarà finito quando nessuno parlerà più di comicità “al femminile”, ma solo di buona o cattiva comicità, senza aggiungere altro.

Scopri Hall of Series Plus, il nuovo sito gemello di Hall of Series in cui puoi trovare tanti contenuti premium a tema serie tv