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Masters of the Air nasce con l’onere di doversi consegnare alla leggenda

Attenzione: il seguente articolo può contenere spoiler su Masters of The Air, Band of Brothers e The Pacific

Masters of the Air chiude un memorabile cerchio iniziato nei primi anni duemila con Band of Brothers e The Pacific: Tom Hanks e Steven Spielberg hanno prodotto e supervisionato tutti i e tre i capitoli con l’obiettivo di raccontare la guerra nella sua cruda e meschina totalità. Band of Brothers e The Pacific hanno rivoluzionato il mondo del piccolo schermo perché mai, prima di allora, una serie tv era riuscita a descrive una parte della sanguinosa guerra mondiale con così tanta minuziosità e come se la ricerca del dettaglio fosse l’incipit della storia da proporre al pubblico. In entrambi i prodotti la storia veniva scomposta in piccolissimi attimi per donare alla televisione un affresco tangibile dell’essere umano nella porzione più atroce dell’esistenza: da una parte le vicende della Compagnia Easy dal campo di addestramento a Camp Toccoa fino alla scoperta dei campi di concentramento, e dall’altra il viaggio dei Marines nella Guerra del Pacifico. Band of Brothers e The Pacific diventano, in maniera diretta e indiretta, il metro di paragone assoluto con cui tutte le serie tv a sfondo bellico dovranno, prima o poi, confrontarsi.

Ecco perché Masters of the Airs nasce con il peso delle aspettative: non è mai facile vedere la luce dopo due capolavori come quelli descritti in precedenza. Come si comporterà la nuova serie tv di Apple? Il terzo capitolo disegnato da Tom Hanks e Steven Spielberg non solo ha impiegato pochissimi secondi a spazzare via ogni titubanza, ma ha ribadito al mondo di presentarsi come un classico epico da ricordare. Mentre scriviamo l’articolo, su Apple Tv sono usciti i primi episodi di Masters of The Air, una porzione troppo piccola per affermare se la storia raggiungerà lo stesso livello di Band of Brothers, ma abbastanza grande da regalarci momenti unici e memorabili. Alcuni sprazzi per capire che siamo di fronte all’ennesimo capolavoro e una storia in cui c’è tutto quello che la storia porta con sé dalla prima alba del mondo: dramma, pathos, ritratto dell’animo umano. Masters of the Air ha tutto questo e molto di più.

“La serie “Masters of the Air” è un omaggio ai coraggiosi uomini dell’8ª Forza Aerea che, grazie al loro eroismo e alla loro fratellanza, hanno contribuito a sconfiggere la Germania nazista nella Seconda Guerra Mondiale”

masters of the air

Basato sull’omonimo libro di Donald L. Miller, Masters of The Air segue gli uomini del 100° Gruppo Bombardieri (il “Bloody Hundredth”) mentre conducono pericolosi raid di bombardamento sulla Germania nazista. Ancora una volta, dopo Band of Brothers e The Pacific, il prodotto di Hanks e Spielberg accende le luci sulla sofferenza dei soldati in guerra riportando una rappresentazione diretta della condizione psicologica ed emotiva dei personaggi. Masters of The Air trascina sulla scena il pensiero di Ungaretti sulla guerra: di fronte all’orrore della morte o ci si rassegna o si ha una reazione totalmente opposta e, invece di lasciarsi sopraffare dal vuoto, ci si “attacca alla vita”. Se per Ungaretti l’unico anelito capace di vincere alla guerra non è altro che la solidarietà tra i compagni, Masters of the Air pone al centro della sua trama l’amicizia dei soldati, e lo fa con una trasposizione approfondita e intima dei rapporti umani: si fa di tutto affinché il compagno possa arrivare a ri-vedere la luce del sole. Anche in questo caso (ed è una scelta vincente per questo tipo di prodotto) si è deciso di procedere con un taglio quasi documentaristico per esplorare a tutto tondo una pagina di storia da non dimenticare: ci vengono sbattute in faccia nozioni, stratagemmi, date e incontri memorabili.

Apple Tv si fa portavoce di una storia bastarda che ha travolto le speranze di un mondo intimorito attraverso un senso di tensione fuori dall’ordinario. Una tensione che invade lo schermo e che ci entra nell’anima per tutta la durata degli episodi. Mentre si parla di strategie interne e tattiche nemiche, Masters of the Air è un inno alla forza del coraggio, alla capacità di sopravvivenza e agli eroi che hanno saputo gestire un dramma del genere senza esitazione. Ma Masters of the Air é anche una gioia per gli occhi: Apple Tv riesce a portare sui nostri schermi un’esperienza visiva impressionante e immersiva. Sembra quasi che questo terzo capitolo sulla guerra mondiale ci voglia portare in cielo a dominare le nuvole, a contatto con i soldati e con la paura di non farcela. Masters of the Air è un quadro impressionistico che ricalca la bellezza della natura circondata dalla brutalità della guerra, dai violenti scontri aerei e dalla puzza delle armi che invadono il biancore della purezza. Un affresco che ricorda la tragica ma coraggiosa posizione di Svevo nell’ultima pagine della Coscienza di Zeno: la rovina del mondo è l’essere umano. Un quadro che ci chiama indirettamente in causa: ci siamo noi affianco ai soldati, lì seduti su un sedile che sembra l’unico posto del mondo e in cui allo stesso tempo ti senti immortale e fragile. L’unico posto del mondo in cui ti senti “attaccato alla vita” prima di cadere nel vuoto. 

Una storia scritta benissimo. Un budget enorme. Ma soprattutto un cast eccezionale

Masters of the air

Masters of the Air si veste da capolavoro grazie ai suoi meravigliosi interpreti. Austin Butler apparecchia le scene con il suo incredibile talento dando vita a un personaggio sfaccettato e tridimensionale, quel maggiore Gale che ama l’idealismo più di ogni altra particella di vita. La sua visione romantica e fugace si scontra con il suo amico di sempre, l’altro leader del gruppo, il famigerato e cinico tenente Bucky. Quest’ultimo ha il volto del bravissimo Callum Turner, già ammirato nella saga di Animali Fantastici nel ruolo del fratello del protagonista Newt Scamander. E poi c’è il grandissimo Barry Keoghan, il personaggio principale dell’ultimo grande tormentone dell’anno Saltburn. I tre attori riescono a restituire il peso di una situazione drammatica come poche attraverso prove magistrali e commoventi. L’alchimia sulla scena é da pelle d’oca: i personaggi si muovono come se avessero partecipato e condiviso sul campo gli orrori della guerra.

Masters of the Air nasce con l’onere di doversi consegnare alla leggenda: dopo Band of Brothers e The Pacific siamo di fronte alla terza grande ricostruzione della guerra, e questa volta sembra che la resa scenica possa aggiudicare alla serie un valore aggiunto. Ci sarà tempo per capire quanto questa serie possa impressionarci ancora di più, ma oggi abbiamo una certezza: Masters of The Air ha fatto centro e il cerchio si chiuderà in modo brillante.