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La seconda stagione di ‘LOL – Chi ride è fuori’ è stata migliore o peggiore della prima?

Essere figlio di qualcuno che ha fatto un successo stratosferico è allo stesso tempo un grande problema e un grande vantaggio. Lo sanno bene i figli dei grandi geni, dei grandi imprenditori, dei grandi attori o dei grandi registi. Se vogliono ripercorrere la stessa carriera del genitore di successo, sapranno che avranno in parte il percorso agevolato perchè, semplicemente, il cognome garantisce per loro. Ma allo stesso tempo sapranno anche che ci sarà da farsi un mazzo quadruplo per guadagnarsi un minimo di autentica credibilità, per superare l’ovvio paragone scomodo con chi c’era prima. Per affrancarsi.

La seconda stagione di LOL – Chi ride è fuori è stata attesa come un Messia nelle nostre vite da divoratori seriali. Anzi, come il figlio di un Messia, perchè l’anno scorso uno show che era arrivato in Italia tra lo scetticismo generale è diventato in men che non si dica un cult, qualcosa che devi per forza aver visto e che addirittura riusciva a superare quasi sempre l’ostacolo più grande: quello di non deludere le tue aspettative nonostante, a un certo punto, te ne avessero parlato proprio tutti. Immaginiamoci quindi le immense aspettative di cui hanno dovuto farsi carico tutti coloro che hanno fatto parte di questa seconda stagione di LOL. Sapevano che avrebbero avuto grande seguito, è normale: il cognome garantiva per loro. Ma sapevano allo stesso tempo che superare il paragone con quello che è stato un trionfo sotto tutti i punti di vista sarebbe stato difficilissimo. Forse quasi impossibile.

LOL - Chi ride è fuori 2
LOL – Chi ride è fuori

È l’ingrato compito dei figli di, e la seconda stagione di LOL – Chi ride è fuori no, non ce l’ha fatta a reggere il peso di quelle aspettative. O almeno non del tutto. La colpa non è di nessuno, in fondo: la sensazione, vedendo la seconda stagione di LOL, è stata quella di trovarsi davanti a un comico che ha fatto ridere mezzo mondo con uno spettacolo d’improvvisazione, quando nessuno se lo aspettava, e l’anno dopo va in tour per riprodurre quello stesso spettacolo, ma stavolta studiato a tavolino. Fa ridere sì, ha i suoi momenti alti sì, ma non è propriamente la stessa cosa.

Non è certo colpa della scelta del cast di quest’anno se la seconda stagione di LOL – Chi ride è fuori è risultata essere meno frizzante e incisiva della precedente. Amazon Prime Video ha sfoderato una serie di pezzi da novanta che di certo non sfiguravano rispetto ai partecipanti della prima edizione, anzi: da Maccio Capatonda a Virginia Raffaele passando per Corrado Guzzanti, abbiamo avuto la possibilità di vedere nel teatro di LOL degli autentici fenomeni della comicità. Forse, nei livelli alti, il cast di quest’anno era addirittura superiore a quello dell’anno scorso, sebbene complessivamente quello della prima edizione si facesse preferire. Il problema però non ha riguardato tanto la bravura dei comici presi singolarmente, ma l’amalgama generale del gruppo. L’alchimia.

I mostri sacri della comicità scesi in campo quest’anno ci hanno fatto ridere eccome, non fraintendiamo. Ma lo hanno fatto con pezzi da solisti, senza manifestare la volontà di interagire davvero con gli altri comici presenti in sala. L’altissima qualità delle gag portate in scena ha in parte mascherato questo problema, ma il problema rimane: l’impressione è che i partecipanti di quest’anno siano stati in gara, ma mai veramente in gioco. Hanno pensato a divertire noi più che a divertirsi insieme, e questo ha in fin dei conti penalizzato lo spettacolo. Maccio coi suoi trailer, Guzzanti e Virginia con tutti i loro personaggi, Diana Del Bufalo con le sue canzoni: ognuno di loro ha pensato a trasmettere il meglio di se’, senza pensare tanto però a trarre il meglio dagli altri. Si è persa, insomma, un po’ di naturalezza: e ci siamo divertiti sì, ma del divertimento nudo, reale, quasi bambinesco visto l’anno scorso con gli inseguimenti tra Elio e Frank Matano stavolta non c’è stata traccia. In sostanza, l’anno scorso ci sembrava di essere davanti a un gruppo di amici che si divertivano insieme, quest’anno sembravamo essere di fronte a gente che è andata semplicemente a lavorare.

LOL – Chi ride è fuori

Questa tendenza a volersi mettere meno in gioco e pensare più alla propria performance si è evinta anche molto facilmente dai movimenti del corpo dei partecipanti di quest’edizione. Nella prima stagione di LOL i partecipanti erano quasi sempre tutti in movimento: si muovevano coordinati, ballavano e saltavano come i pazzi dalla mattina alla sera, sembravano stare in un parco divertimenti. Anche quest’anno è successo in alcuni frangenti, ma il risultato restituito è stato molto più blando e pigro: ci provavano per un po’, poi tornavano al loro posto per esibirsi o guardare gli altri esibirsi. Seduti sui loro divanetti come se sentissero che in questo teatro potevano essere protagonisti uno alla volta, e mai tutti contemporaneamente.

Questa tendenza al controllo della propria performance ha avuto un inevitabile riflesso anche sulle scelte dei giudici rispetto ad ammonizioni ed espulsioni. L’anno scorso i concorrenti si divertivano talmente tanto che le eliminazioni sono quasi sempre state per risate vere e proprie, e qualcuna Fedez e Mara Maionchi se la sono pure persa (sì Frank Matano, parliamo proprio con te). Quest’anno invece, per portare a casa la gara prima delle 24 ore, hanno dovuto punire anche la minima smorfia perchè i partecipanti erano talmente concentrati su quel che dovevano fare che si sono dimenticati, appunto, di divertirsi. L’eccessiva fiscalità di quest’edizione è evidentemente nata per mascherare il fatto che a nessuno venisse da ridere nonostante molti momenti facessero molto ridere. Quelli che sono usciti ridendo davvero si contano sulle dita di mezza mano, per il resto ci si è dovuti appigliare a qualsiasi cosa pur di eliminare qualcuno.

Non tutto, ovviamente, è stato migliore nella prima stagione di LOL – Chi ride è fuori rispetto alla seconda. La puntata finale, ad esempio, è stata di gran lunga superiore quest’anno. Ma il fatto che sia stata migliore quest’anno si lega perfettamente al discorso fatto sopra: stavolta era molto meno gioco e molto più gara, ed essendo molto più gara in finale ci sono arrivati i migliori, due dei tre grandi favoriti della vigilia. A quel punto, essendo rimasti in due e venuto meno il problema di legarsi e fare gruppo, cominciava a contare e pesare molto di più l’abilità comica: dove LOL 1 ha peccato, con gli ultimi due rimasti in gioco talmente abituati alle dinamiche di gruppo che si sono trovati quasi spaesati nel momento in cui dovevano pensare – a quel punto sì – a vincere, stavolta Maccio e Virginia erano perfettamente preparati per quel tete a tete memorabile che ci ha fatto sbellicare dalle risate e spellare le mani per la loro bravura. E nel tete a tete hanno anche trovato quell’alchimia, quella velocità nei botta e risposta che si era faticata a vedere nelle fasi iniziali e centrali del game show. Poi ci ha pensato Corrado Guzzanti, nel ruolo di resuscitato disturbatore, a chiudere la partita e regalarci finalmente un momento di grande naturalezza: l’abbraccio finale tra i tre mattatori di questa edizione.

Insomma, alla fine sì: LOL – Chi ride è fuori 2, il fardello del figlio del grande genio che è stata la prima edizione se l’è portato addosso eccome. Non è stata un flop, assolutamente no, ma nel complesso non ha raggiunto i livelli dello scorso anno, snaturandosi in parte e forse subendo troppo la pressione di dover divertire a tutti i costi. La terza edizione quasi sicuramente ci sarà e ne siamo ben lieti, ma sarà importante che nella stanza dei bottoni valutino qualche cambiamento al format: inserire qualche non comico in più – di fatto Elio non lo è, e l’anno scorso anche la sua sola presenza ha fatto la differenza -, qualcuno meno abituato all’idea di performance (citando Virginia Raffaele) per restituire un po’ di naturalezza e imprevedibilità in più potrebbe essere una buona idea. Pensateci, e grazie comunque ancora una volta per lo spettacolo: al netto di ogni analisi, di ridere abbiamo bisogno sempre e in questo sappiamo che in LOL, ogni volta che lo vorremo, troveremo sempre un fedele alleato.

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