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È in quel momento che iniziò la guerra

La Casa de Papel si chiude con questa frase che apre a decine di futuri possibili. La guerra è cominciata con la decisione del Professore che ha dato il via libera a Palermo di usare le maniere forti. Ma non è tanto l’atto in sé che ha dato inizio alla guerra, quanto l’escalation di violenza protagonista della serie fin dagli inizi. Ma procediamo con calma, iniziamo a contestualizzare i fatti, le azioni e le conseguenze delle azioni stesse.

Siamo nella Banca di Spagna, i rapinatori guidati dal nuovo capo Palermo stavolta non puntano alle banconote, ma all’oro. Puntano però soprattutto a liberare Rio, il compagno arrestato dalla polizia per le solite bravate e ingenuità della scheggia impazzita Tokio. In mezzo a tutto questo c’è anche l’arrivo di un’altra specialista nel campo delle trattative come l’ispettrice Sierra, Nairobi morente colpita da un cecchino e il Professore sotto scacco nel momento in cui pensa di aver perso la sua amata Lisbona.

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La Casa de Papel 3: il fallimento del piano del Professore

Diciamo la verità, il Professore non ha mai creduto nel piano ideato da Berlino (il personaggio più bello e più maltrattato della serie) e Palermo. Non è mai riuscito a infilarsi addosso gli stretti abiti di quel piano. Non è un completo che calza a pennello, è una tuta scomoda e pruriginosa che ha voluto indossare per due motivi ben precisi. Il primo riguarda i membri della banda e precisamente Rio. La volontà di liberarlo ha fatto sì che il Professore avesse la necessità di escogitare qualcosa e la via più facile, visto il poco tempo a disposizione, era quella di utilizzare un piano pronto e non perfetto, ma perfettibile. Il secondo motivo invece è puramente personale. Il Professore voleva vendicare e omaggiare Berlino.

Il fratello, il partigiano morto per la libertà, colui che è stato (nonostante la distanza) un maestro, un simbolo e una guida per il fratellino. Il Professore, commettendo il peccato di volersi vendicare, ha creato una spirale di violenza che ha causato, per il momento, il fallimento parziale del piano. Ed è proprio in quel momento che è iniziata la guerra, con gli errori di Rio, Tokio e del Professore. Con la neutralità che ha lasciato spazio ai sentimenti delle persone. Questa è stata la lezione che Tokio cerca di insegnarci fin dalla prima puntata de La Casa de Papel: mai mischiare il lavoro con i sentimenti. Ti senti forte, ma in realtà sei debole, anzi, sei solamente innamorato e quindi compromesso.

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Quando l’amore brucia l’anima (e dà inizio alla guerra)

Così iniziano tutte le guerre, con una esplosione emotiva. Con un picco di calore che fa esplodere il nocciolo di Chernobyl, con un fuoco di drago che rivoluziona Game of Thrones, con un amore che brucia. L’amore di Nairobi per il figlio, l’amore di Tokio per Rio (e viceversa), l’amore del Professore per Raquel. L’amore rende deboli le persone e la debolezza le rende aggressive, infine l’aggressività fa scoppiare la guerra. Tutta La Casa de Papel è costruita su questo sillogismo che si esplica puntata dopo puntata.

Non sappiamo come si evolverà la serie tv originale Netflix, né cosa succederà ai nostri partigiani preferiti. Sicuramente la situazione in cui li abbiamo lasciati non promette nulla di buono. Dovremo aspettare la quarta parte che non uscirà prima della seconda metà del 2020. Nel frattempo possiamo solo attendere e sperare che il Professore e compagni riescano a cavarsela pure questa volta, anche se sembra molto, molto complicato. Perché la guerra, ormai, è iniziata.

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