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Dietro Inventing Anna, la parola a Shonda Rhimes

Shonda Rhimes sta correndo sul tapis roulant in una spa quando legge un articolo sul New York Magazine.
Maybe she had so much money she just lost the track of it” di Jessica Pressler racconda la storia di Anna Sorokin, conosciuto come Anna Delvey, una truffatrice che a soli 26 anni è riuscita a ingannare alcune tra le persone più influenti dell’élite di Manhattan convincendo l’alta società di essere una ricca ereditiera tedesca.
La creatrice di Grey’s Anatomy e Scandal viene molto colpita dalle immagini visive che l’articolo è stata in grado di generare e le sembra subito di vedere lo spettacolo sul piccolo schermo.

Un’intuizione brillante visto che Inventing Anna per noi è una delle 10 migliori serie TV del 2022

Inventing Anna
Shonda Rhimes (1024 x 576)

In un’intervista per il sito ufficiale di ShondaLand, Shonda Rhimes ripercorre quello che è stato il processo creativo dietro a Inventing Anna.
In questo caso l’autrice si è trovata ad affrontare una sfida del tutto nuova: trattare una storia vera.
Sebbene i suoi personaggi di solito siano immaginari, la showrunner ammette di aver fatto ricorso ad un metodo già collaudato in altri suoi show di successo.

La decostruzione di un mestiere

Inventing Anna
Vivian Kent, Inventing Anna (1024 x 681)

Immagino, però, che sia così che ho imbrogliato un po’: di solito, quando racconto una storia esploro come funziona un lavoro.
Ecco cos’è Grey’s, ecco cos’è Scandal, ecco cos’è anche Bridgerton.
Per lo più, quegli spettacoli riguardano la decostruzione di cosa significhi essere un medico, un faccendiere o una donna nell’alta società inglese.
Il mio modo di imbrogliare è stato decostruire cosa significhi essere un giornalista e agire in quella direzione. Non considero quelle donne spietate o esagerate. Le considero persone molto brave nel loro lavoro.

Per decostruire con efficacia il ruolo della giornalista, Shonda ha potuto contare per tutto il tempo sull’aiuto prezioso di Jessica Pressler. D’altro canto si è davvero calata completamente nei suoi panni, prima di usarli per vestire il personaggio di Vivian Kent, e ha intervistato le stesse persone interpellate dalla giornalista per la sua indagine.

Una volta che abbiamo iniziato a parlare con Jessica, ho scoperto quanto lei fosse ancora in contatto con Anna, come la seguisse, fosse ancora coinvolta, continuasse a parlare con l’amica Neff e tutti gli altri. Mi sono resa conto di quanto fosse coinvolta e di come la sua vita si fosse in qualche modo intrecciata a quella di Anna, e questo è stato davvero intrigante. Ad esempio, cosa c’era in Anna che ha fatto in modo che questa giornalista – che direi aveva e ha una visione molto giornalistica di Anna – fosse ancora così presa da lei?

Nonostante Shonda Rhimes abbia scelto di costruire la rappresentazione di Anna Sorokin attraverso gli occhi della giornalista, a differenza di Jessica Pressler sceglie di non incontrarla mai realmente

Inventing Anna
Anna Sorokin e Julia Garner, Inventing Anna (1024 x 681)

Malgrado tutte le ricerche condotte e le interviste, Shonda Rhimes riconosce che il suo soggetto, Anna, è insondabile, inconoscibile.

Devo ancora incontrare qualcuno a cui non piacesse Anna quando l’ha conosciuta. Vengono attratti e ogni singola persona se ne va con una visione molto diversa di chi fosse Anna. E per me questo è affascinante. Quindi, ho scelto invece di conoscere Anna attraverso gli occhi giornalistici di Jessica.
Pensavo che se mi fossi recata in quella prigione e avessi conosciuto Anna, anch’io avrei risposto alle sue chiamate nel cuore della notte; anch’io mi sarei fatta un’opinione.
E non sarei più stata in grado di descriverla tridimensionalmente.

Per alcuni Anna può essere il riflesso perfetto di chiunque tu abbia bisogno di vedere in lei e anche per questa ragione Shonda ha scelto di non incontrarla mai.
Così facendo conserva intatto il mistero che avvolge la figura sfuggente di Anna sebbene la sua narrazione sia veicolata proprio dalla ricerca della verità da parte di Vivian.

Inventing Anna, tuttavia, non esamina solo il passato della ragazza, ma si fa carico anche di quello che in durante le riprese era il suo presente.

Il processo di Anna Sorokin si rivela un fenomeno culturale durante le riprese della serie

Inventing Anna
Anna Sorokin (1000 x 750)

Shonda Rhimes è stata irremovibile, il processo di Anna doveva essere incluso nella serie. Gli occhi dell’America in quel momento erano puntati su quell’aula dopo lo scalpore legato all’articolo di Pressler e al libro di Rachel Williams, redattrice di Vanity Fair America ed ex amica dell’accusata, dal nome: My Friend Anna: The true story of the fake heiress of New York City .
La serie è stata girata in concomitanza al dibattimento e uno scrittore del team si trovava sempre in aula per aggiornare gli altri.

È stato un processo molto interessante perché non stavamo solo adattando un articolo. Abbiamo aperto la nostra stanza degli scrittori il giorno in cui è iniziato il processo.
Quindi stavamo adattando qualcosa che stava accadendo in tempo reale.

Inizialmente erano stati addirittura scritti due possibili finali che avrebbero potuto costituire il decimo ed ultimo episodio della miniserie, uno per un verdetto di colpevolezza e un altro in caso di innocenza. Alla fine Shonda ha scelto di chiudere il sipario su Anna che va in carcere per infondere un senso di ambiguità di fronte al destino che l’aspetta.

Com’è finita poi la storia di Inventing Anna, nella realtà?

Inventing Anna
Anna Sorokin (1024 x 576)

Inventing Anna è terminata ma la vita di Anna Sorokin è appena ricominciata.
Dopo aver pagato 20 mila dollari di cauzione, è uscita dal carcere nell’ottobre del 2022 ed è decisa a riabilitare il suo nome e si dice realmente pentita degli errori commessi.
Tuttavia non ha perso quell’alone di mistero e la leggera sfacciataggine e rassicura che per l’appartamento affittato nell’elegante quartiere dell’East Village di New York ha usato soldi suoi. Sebbene non possa utilizzare i social, almeno finché è in libertà vigilato, dichiara di avere grandi programmi: un libro, un podcast e tanto altro.
Magari nel mondo dell’arte di cui è tanto innamorata.