Vai al contenuto
Home » I Soprano

I Soprano – Christopher Moltisanti: il peso dei sogni e l’impossibilità di salvarsi da se stesso

Christopher Moltisanti, uno dei protagonisti de I Soprano

Il sogno di scrivere e la realtà della famiglia criminale. Come sempre il pezzo contiene spoiler sulla serie.

Ogni giorno proviamo a raccontare le serie TV con la stessa cura e passione che ci hanno fatto nascere. Se sei qui, probabilmente condividi la stessa passione anche tu. E se quello che facciamo è diventato parte delle tue giornate, allora Discover è un modo per farci sentire il tuo supporto.

Con il tuo abbonamento ci aiuti a rimanere indipendenti, liberi di scegliere cosa raccontare e come farlo. In cambio ricevi consigli personalizzati e contenuti che trovi solo qui, tutto senza pubblicità e su una sola pagina. Grazie: il tuo supporto fa davvero la differenza.

➡️ Scopri Hall of Series Discover

Christopher Moltisanti è uno dei personaggi più complessi de I Soprano. Nonostante faccia parte dell’organizzazione criminale di Tony, vive un conflitto interiore profondo: da un lato l’attrazione per il potere e i soldi facili della malavita, dall’altro il desiderio autentico di diventare un autore, uno sceneggiatore, un uomo diverso. Christopher rappresenta l’illusione di poter mantenere due vite parallele, di essere sia gangster che artista, sia carnefice che sognatore.

Ma l’universo narrativo dei Soprano non concede salvezza a chi vuole illudersi: ogni sogno viene contaminato, ogni aspirazione piegata al realismo spietato del crimine. Proprio in questo si coglie la grandezza del personaggio: Christopher è il volto di chi prova a evadere, ma non ha né la forza né il coraggio di staccarsi davvero.

La sua storia diventa simbolo universale della difficoltà di emanciparsi da un contesto che ti ingloba, proprio come accade nella vita reale a chi nasce dentro strutture familiari o sociali oppressive. Seguiranno ovviamente, spoiler sulla serie.

Il rapporto con Tony: tra paternità e condanna

La relazione con Tony Soprano è il cuore pulsante del personaggio. Tony vede in Christopher una sorta di figlio, un erede, qualcuno da formare e da guidare. Eppure, questa paternità distorta è anche una catena. Tony nutre aspettative che Christopher non può soddisfare, pretende fedeltà assoluta e lo plasma secondo le regole di un mondo che Christopher, in fondo, detesta.

Ogni volta che prova a prendere le distanze, Tony lo richiama all’ordine, ricorrendo sia alla seduzione del potere sia alla violenza implicita. È un rapporto che ricorda i vincoli familiari più oppressivi: un amore tossico che soffoca invece di far crescere. Freud avrebbe visto in questo legame una rielaborazione del complesso edipico: Tony come padre-padrone, Christopher come figlio ribelle incapace di emanciparsi. La tragedia è che, proprio come nei miti greci, l’erede non riesce mai a spezzare la catena, e il tentativo di liberazione conduce solo alla rovina.

I Soprano: l’autodistruzione e la dipendenza come metafora esistenziale

I Soprano
Credit – hbo

Christopher è un personaggio segnato dalla dipendenza: droghe, alcol, autoinganni. Non è solo una caratteristica narrativa, ma una metafora potente della condizione umana. La dipendenza rappresenta l’impossibilità di sostenere il peso della realtà, la fuga costante da un dolore che non si riesce a elaborare.

Nietzsche parlava dell’uomo moderno come di un essere fragile che cerca consolazione nell’oblio, incapace di affrontare l’assurdità dell’esistenza. Christopher incarna perfettamente questo paradosso: vuole essere libero, ma si incatena da solo; desidera scrivere storie, ma distrugge la propria; cerca autenticità, ma si rifugia nella menzogna della sostanza. In questo senso, il suo arco narrativo è uno dei più tragici della televisione: non c’è redenzione, solo un lento logoramento che culmina in un finale tanto brutale quanto inevitabile.

Christopher e Adriana: l’amore impossibile

Il rapporto con Adriana La Cerva aggiunge un ulteriore strato di dramma. Tra i due c’è amore, ma è un amore incapace di resistere alle pressioni esterne. Adriana sogna una vita normale, libera dal crimine, mentre Christopher oscilla tra il desiderio di seguirla e l’impossibilità di abbandonare il clan. Il loro legame diventa così il simbolo delle aspirazioni infrante, di come l’amore non basti quando le strutture sociali e i vincoli personali sono più forti dei sentimenti.

La tragedia di Adriana — una delle morti più scioccanti e crudeli della serie — ricade su Christopher come un marchio indelebile. Lui stesso, pur amandola, si rende complice della sua fine, dimostrando quanto sia impossibile per lui scegliere un destino diverso. È il punto di non ritorno: la conferma che i sogni di fuga e normalità non hanno posto nel mondo dei Soprano.

I Soprano e il confronto con Walter White e Jesse Pinkman

I Soprano e Jesse Pinkman
Credit: AMC

Un parallelo inevitabile è quello con Jesse Pinkman di Breaking Bad. Entrambi sono giovani, fragili, desiderosi di una vita diversa, ma continuamente richiamati nel vortice del crimine da figure paterne oppressive (Tony per Christopher, Walter per Jesse). La differenza è che Jesse, pur tra mille sofferenze, ottiene una via di fuga, un briciolo di speranza. Christopher, invece, viene schiacciato senza scampo.

In questo, I Soprano si mostra ancora più spietato: dove Breaking Bad concede una redenzione, I Soprano offre solo la realtà nuda e cruda, senza concessioni. Christopher non è un eroe, non è un redento: è un uomo che cede e non riesce a reggere il peso del proprio sogno. Il confronto con Walter White è altrettanto interessante: se Walter rappresenta la brama di potere che distrugge tutto, Christopher rappresenta la fragilità che implode. Sono due facce dello stesso dramma umano: l’una titanica, l’altra quotidiana. Entrambe destinate alla rovina.

I Soprano, Christopher come emblema della solitudine moderna

I Soprano Chris Moltisanti
Credit: HBO

Alla fine, Christopher Moltisanti diventa in qualche modo un emblema di realtà più universali: circondato da persone, ma incapace di trovare un legame autentico. Ogni sua relazione — con Tony, con Adriana, con i suoi stessi sogni — è avvelenata dal contesto in cui vive. Non c’è via di uscita, non c’è liberazione. Camus avrebbe detto che Christopher è un Sisifo condannato a spingere il masso senza mai raggiungere la cima: un uomo che prova e riprova, ma viene ogni volta ricacciato indietro. Ed è proprio questa dimensione tragica a renderlo così umano: nella sua caduta riconosciamo la fragilità di chiunque abbia mai desiderato qualcosa di più grande di sé e non sia riuscito a ottenerlo.

Vuoi navigare su Hall of Series senza pubblicità, ricevere contenuti esclusivi e soprattutto scoprire nuove serie tv da vedere che fanno al caso tuo senza dover aspettare ogni volta che ti capiti un articolo, un post o un video? Ti aspettiamo su Hall of Series Discover