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Peter Griffin all’Expo 2015

Il momento tanto agognato, atteso e temuto allo stesso tempo, è finalmente arrivato. Milano apre le sue porte al mondo intero, inaugurando l’Expo. Milioni di visitatori giungeranno da ogni angolo del globo terracqueo, dando vita alla sagra di paese più imponente della storia d’Italia. Diviso tra porzioni radical chic di sushi, eclettiche degustazioni di vini francesi e gustose cotenne di maialetto alla sarda, il popolo dell’Expo metterà cibo e bevande al primo posto. Per una volta. Fervono i preparativi e gli ultimi, disperati, ritocchi, ma uno strano personaggio si aggira tra i vari padiglioni. È un uomo con addosso una camicia bianca a brandelli, degli orribili pantaloni verdi in fiamme ed il viso ricoperto di sangue. Chi diavolo è? Ah, ma lo conosciamo: è Peter Griffin! Che ci fa a Milano? Boh.

PETER GRIFFIN È UN POLLO! – “Vado a Milano e mangio di tutto”, diceva. “Sarà bellissimo, me l’ha detto il pollo gigante”, pensava. Ed invece no, ciondola pesantemente tra i padiglioni asiatici con le ultime forze residue in corpo. L’Expo non è manco iniziato e Peter è già finito. Tutta colpa del pollo, perché Peter stesso è un pollo. Aveva perdonato quel fetente, senza sapere esattamente perché. Ernie, in viaggio di lavoro tra Torino e Genova, gli aveva fatto una proposta irrinunciabile: “In nome dell’amicizia rinnovata, ti offro un biglietto omaggio per l’Expo, con annessa la possibilità di mangiare tutto quello che vuoi”. Tutto! Il pacchetto previsto era tanto prestigioso da permettere al povero Peter di entrare già il giorno prima dell’inaugurazione. Dopo aver preso il primo volo per l’Italia, pregustava la grande abbuffata, ma qualcosa è andato storto. Ahi, ahi, ahi.

LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL – Il buono omaggio era scaduto, perché in realtà era un’offerta di lavoro a cinquanta centesimi all’ora per contribuire al completamento dei padiglioni. Pasti previsti? Un panino ed una bottiglietta d’acqua. L’Expo è l’Expo, d’altronde. Quel bastardo di Ernie l’aveva fregato ancora! Sfortunatamente, non appena ha scoperto l’inghippo, Peter ha incrociato lo sguardo del pollo maledetto. Una fast-motion in cinque atti, dalla durata di sei minuti circa, raccoglie i momenti salienti dell’ennesima scazzottata all’ultimo sangue. O il pollo, o Peter: il mondo è troppo piccolo per accogliere due così. L’ultimo volo ha catapultato Griffin all’interno degli edifici dell’Expo, ma i controlli sono quelli sono e nessuno se n’è accorto. Si è trovato lì, all’improvviso, da solo. All’Expo. Senza cibo. Senza birra. Abbandonato al suo destino. Eppure, in un attimo, si intravede una luce in fondo al tunnel: un McDonald’s. Un bellissimo McDonald’s. Un malsano McDonald’s. L’americano medio ha ritrovato la sua Chiesa. In Italia. Al diavolo il buon cibo. Al diavolo l’Expo. Peter, seppure sia conciato malissimo, ha un motivo per sorridere. E vivere. Oppure sopravvivere? Chi se ne frega! Che il McExpo abbia inizio.

Antonio Casu